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Londra: la nuova Tate Modern espone la “ricca” collezione…

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Londra: la nuova Tate Modern espone la “ricca” collezione d’arte contemporanea 

  • –di Maria Adelaide Marchesoni

Il nuovo edificio della Tate progettato dagli architetti Herzog & de Meuron è stato inaugurato il 17 giugno. La Turbine Hall (famosa per l’imponente installazione di Olafur Eliasson The Weather Project realizzata tra il 2003 e il 2004), cuore della nuova galleria congiunge i sei piani dell’esistente Boiler House con il nuovo edificio di dieci piani denominato Switch House che si eleva sopra i Tanks. La nuova sede, progettata nel 2006, doveva inizialmente comportare un investimento di 215 milioni di sterline, ma a fine lavori il costo totale del progetto ha raggiunto 260 milioni di sterline. Per la sua realizzazione è stato fondamentale lo stanziamento del Governo pari a 50 milioni di sterline, del Greater London Authority con 7 milioni e numerose donazioni tra cui il filantropo John Studzinski con 5 milioni di sterline, "qualche milione" dal Sultanato dell'Oman, l’ex presidente della BP Lord Brown, Elisabeth Murdoch, e una donazione di 10 milioni di sterline da parte del miliardario Eyal Ofer, presidente del gruppo Zodiac Maritime Agency Ltd.

L’ampliamento della Tate Modern è uno dei più importanti progetti di sviluppo “culturale” della Gran Bretagna dopo la costruzione della British Library nel 1998. Museo più visitato nel Regno Unito, nella gestione 2015 l’affluenza ha segnato livelli record con 5,7 milioni di visitatori, circa un milione in più rispetto al 2014, e in deciso miglioramento rispetto al risultato dell’anno delle Olimpiadi con 5,3 milioni di visitatori.

Il direttore dell’istituzione britannica Sir Nicholas Serota nel presentare al mondo l’ampliamento parla di una “nuova Tate Modern” e spiega che la collezione permanente del museo di arte moderna e contemporanea più visitato al mondo è stata oggetto di un nuovo riallestimento. Con una struttura piramidale il nuovo edificio situato dietro alla storica power station a Bankside ha permesso di ampliare del 60% lo spazio dedicato all’esposizione delle opere dove è possibile ammirare i lavori di oltre 300 artisti provenienti da circa 50 paesi. L’ampliamento della collezione è il frutto di un percorso strategico che è iniziato nel 2002 in seguito alla costituzione di una serie di Comitati di acquisizione suddivisi per aree geografiche: Asia-Pacifico nel 2007, Medio Oriente & Nord Africa nel 2009, Africa nel 2011 e nel 2012, Asia del Sud, Russia e Est Europa.

La creazione di questi comitati e il sostegno della loro attività è stato fondamentale per  realizzare una raccolta museale globale di arte moderna e contemporanea. Oggi i Comitati di acquisizione sono otto con circa 282 membri e nel corso della gestione che si è chiusa a marzo 2015 hanno favorito l’acquisizione di 154 opere con un costo di oltre 2 milioni di sterline.

Il valore della collezione, che fa capo alle istituzioni Tate Britain, Tate Modern, Tate Liverpool e Tate St Ives, a fine marzo 2004 presentava in bilancio un valore pari a 34 milioni di sterline con 64.765 opere, di cui 37.463 derivanti dal lascito Turner. L’istituzione britannica presenta, da sempre, una elevata capacità di generare risorse proprie in parte derivante dal programma espositivo e, nel corso degli anni, l’ampliamento della collezione è stato garantito dalle numerose donazioni di opere e anche dalle acquisizioni effettuate attraverso la politica di fundraising e con il supporto di istituzioni quali, The National Lottery, Tate Members,Tate Patrons e The Art Fund.

Nel 2005 (primo bilancio disponibile), i “numeri” della Tate erano decisamente inferiori rispetto a quelli del 2015. A fronte di un totale di ricavi pari a 88,8 milioni di sterline, il contributo dello Stato era di 29,98 milioni di sterline, generando risorse proprie  per 47,5 milioni.

A fine marzo 2015, l’ultimo bilancio approvato, ha mostrato ricavi per 221,5 milioni di sterline di cui 188,9 milioni self generated con il contributo governativo di 32,1 milioni di sterline. Il valore della collezione ha raggiunto 402,7 milioni di sterline e 71.468 sono le opere d’arte. Le donazioni di opere d’arte nel corso dell’anno presentano un valore di 72,7 milioni di sterline (4,3 milioni nel 2013/14) tra cui sono stati donati otto lavori di Cy Twombly dalla Cy Twombly Foundation, così come opere di David Hockney, Frank Auerbach e Ellsworth Kelly, complessivamente valutati circa 66 milioni di sterline, mentre sono state acquistate opere per 4,2 milioni di sterline con il contributo dei Tate Members, Tate Patrons e The Art Fund.

Una spinta decisiva all’ampliamento della collezione di arte contemporanea esposta nei nuovi spazi è avvenuta nel 2008 con quello che all’epoca fu definito, dalla stampa inglese, the perfect deal. Si tratta della donazione del mercante londinese Anthony d'Offay, un’imponente collezione di opere internazionali del dopo guerra e contemporanee. La collezione di 725 opere di 32 artisti, esposta a partire dal 2009 nelle 50 Artist Rooms, ognuna dedicata a un artista di livello internazionale, tra cui Diane Arbus, Joseph Beuys, Gilbert & George, Damien Hirst, Anselm Kiefer, Jeff Koons, Agnes Martin, Ed Ruscha e Andy Warhol.

La Tate si era aggiudicata le opere, che presentavano nel 2009 un valore di mercato pari a circa 125 milioni di sterline, al costo storico di 26,5 milioni, con uno sconto dell'80%. Il costo effettivo è stato di 28 milioni, di cui 20 versati dal Governo britannico, mentre gli altri 8 milioni pagati dal National Heritage Memorial Fund per 7 milioni e per 1 milione da The Art Fund. Il perfect deal ha permesso a Anthony d’Offay di non pagare alcuna tassa in quanto il Ministero ha assolto l'onere fiscale pari a 14,6 milioni di sterline. Negli anni successivi è proseguita la strategia di acquisizioni attraverso la formula delle donazioni in gran parte favorite dalla sostituzione di imposte.

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