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L'effetto Brexit non suggestiona l'arte, da Christie's…

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L'effetto Brexit non suggestiona l'arte, da Christie's confermato il momento positivo per l'arte del dopoguerra

  • –Giovanni Gasparini
SIGMAR POLKE - Flucht (blau) (Flight (blue)), 1997 - artificial resin, lacquer on polyester fabric, 300,7 x 401 cm.Estimate: 1.500.000 - 2.000.000 £ Price Realised: 2.546.500 £
SIGMAR POLKE - Flucht (blau) (Flight (blue)), 1997 - artificial resin, lacquer on polyester fabric, 300,7 x 401 cm.Estimate: 1.500.000 - 2.000.000 £ Price Realised: 2.546.500 £

L'asta serale di arte del dopoguerra promossa da Christie's la sera del 29 giugno ha confermato il buon momento per il mercato dell'arte anche durante la crisi economica ed istituzionale inglese ed europea, anzi forse grazie ad essa.
L'incertezza ha però fatto almeno una vittima, poiché il lotto principale del catalogo, una grande tela astratta di Richter del 1994, dalla stima a richiesta di oltre 14 milioni di sterline , è stato ritirato dal venditore un'ora prima dell'inizio dell'asta. In effetti questa possibilità era tutto sommato comprensibile, soprattutto da parte di un venditore che ‘ragiona' in dollari, poiche' gli obiettivi di realizzo stabiliti al momento della consegna diversi mesi fa sembravano difficilmente raggiungibili a causa del tasso di cambio sfavorevole e l'incertezza non giova mai.

Non sapremo mai dunque se la cautela del venditore sia stata giustificata o meno, ma se dobbiamo giudicare sulla base dei risultati della serata è stata un'occasione persa, poiché solo tre dei 39 lotti rimanenti sono rimasti invenduti, tutti lavori ‘minori' con stime ben al di sotto del milione di sterline. L'asta ha chiuso con il 92% di lotti venduti e il 97% per valore e un totale di 39,6 milioni di sterline, oltre la stima alta pre-asta di 37,7 milioni una volta aggiunte le commissioni, assenti nelle stime. Come già per le aste precedenti, si conferma la contrazione dei volumi per la categoria, che l'anno precedente vedeva quasi il doppio dei lotti e il triplo dei ricavi totali.
Si deve però notare come manchi ancora all'appello l'ultima asta serale della settimana, dedicata da Christie's all'arte inglese e comprendete lavori multimilionari di Bacon e Freud che altrimenti sarebbero probabilmente finiti nel catalogo generale.
La forte presenza di compratori asiatici al telefono, che si sono aggiudicati i lotti o hanno concorso per le opere più care, fra cui quelle di Basquiat, Warhol e Ghenie, ha suscitato diverse gare al rialzo contro compratori inglesi ed americani, fra cui spiccano ben 10 lotti finiti in mano a compratori basati in Inghilterra, un quarto del totale, e uno dei valori più alti secondo la memoria di Jussy Pylkkanen, banditore dell'asta e presidente di Christie's.
Alcuni compratori probabilmente in dollari ne hanno approfittato per fare shopping, come l'anonimo al telefono rappresentato dal numero 866, che ha portato a casa una spugna blu di Yves Klein per 3,2 milioni di £, una grandiosa composizione di Polke per 2,5 milioni (oltre la stima alta), un piccolo olio di Freud per 540mila £ dopo un solo rilancio, ed infine una composizione su sacco di Manolo Millares del 1959 che ha raddoppiato la stima a 842mila £, consegnando un nuovo record in asta per l'artista.
Shopping multiplo anche per il gallerista Per Skarstedt in sala in prima fila, che dopo aver inseguito vanamente la composizione ‘Two Dollar Bills' di Warhol del 1962, aggiudicata al telefono per 4,4 milioni di £, e una grande tela di Baselitz del 1982 rappresentante un'aquila capovolta in campo giallo, passata di mano a quasi il doppio della stima a 1,3 milioni di £, si è aggiudicato una composizione di 9 pannelli di Kippenberger per 1,5 milioni, entro la stima, nonché una grande tela di Barcelò per 1,7 milioni di £ e, infine, l'altro lavoro di Warhol in asta raffigurante un teschio per 842mila £.
In generale la Pop Art ha suscitato molto interesse, grazie anche alla presenza di due lavori di Basquiat del 1981 messi in vendita del noto attore Johnny Depp, entrambi contesi fino a superare la stime; il primo, un autoritratto doppio su fondo bianco, è finito alla galleria Acquavella per 3,5 milioni di £, dopo aver vinto la contesa con un cliente al telefono con personale della casa d'aste basato in Asia, mentre lo stesso telefono asiatico si è aggiudicato il secondo lavoro, dipinto su una porta a fondo rosso e titolato ‘Pork', che con 5,1 milioni di £ è diventato il lotto più caro della serata.
Buon momento anche per l'arte tedesca del dopoguerra, con quattro lotti fra i primi dieci realizzi, fra cui i già detti lavori di Polke e Kippenberger ed entrambe le tele di Baselitz proposte, fra cui ‘The Halved' del 1966 contesa fino a 1,4 milioni, rendendo così inutile la garanzia di parte terza sul lotto, l'unico dell'asta a beneficiarne.
Risultati non entusiasmanti per i tre lotti d'arte italiana proposti, con una “Mappa” di Boetti aggiudicata sotto le stime, per la verità dai colori un poco ‘stanchi', una tela con tagli blu di Fontana rimasta invenduta, nonostante il colore interessante, ma probabilmente a causa delle condizioni meno che perfette, e una composizione bianca di Manzoni inspiegabilmente ferma alla sua stima bassa.
Momento non positivo anche per le opere tridimensionali, con un invenduto (un neon di Glenn Ligon) e quattro lotti sotto le stime basse su sei proposti, fra cui una composizione con due lampadine di Felix Gonzales-Torres che è passata di mano a 600mila £ dopo un solo rilancio, in perdita rispetto al recente realizzo in asta; l'opera era una delle quattro che tornavano in asta dopo un periodo inferiore ai dieci anni, con risultati misti.
Complessivamente un terzo dei lotti hanno superato le stime alte prima dell'aggiunta delle commissioni, 14 le hanno confermate e nove non hanno raggiunto le stime basse. Baselitz e Barcelò rappresentano gli unici due artisti viventi fra i primi dieci realizzi, e l'asta si è caratterizzata per una forte prevalenza di opere del dopoguerra di artisti deceduti o comunque opere datate oltre trent'anni fa, ben 24 contro 15 opere realmente contemporanee.
Si registra però il record in sterline per una tela di Sean Scully a 900mila £ e l'aggiudicazione sopra le stime alte di entrambi i lavori di Adrian Ghenie, inclusa una tela rappresentante il nazista Dr. Mengele, non certo un soggetto facile da vendere.
Non hanno convinto, invece, due lavori aventi per oggetto due scrofe, una tela di Jenny Saville ed un animale meccanico di Paul McCarthy, entrambi aggiudicati dopo un solo rilancio alle stime basse.
Complessivamente la serata ha rassicurato circa la buona salute di un mercato comunque in contrazione per volumi, ma sostanzialmente immune alla cosidetta ‘Brexit'; secondo l'analisi della casa d'aste, largamente condivisibile, i veri collezionisti hanno una visione di lungo periodo che premia la rarità delle opere e non si fa influenzare più di tanto dalla situazione economica, come avviene invece tipicamente per gli investitori.
Purtroppo l'altro lato della medaglia è rappresentato dai potenziali venditori che sembrano, invece, risentire dell'incertezza e quindi restringere l'accesso al mercato per le opere di pregio, soprattuto in assenza di gartanzie che le case d'asta sembrano sempre più restie a concedere.
Di certo non e' il caso dell'ultima asta della settimana, la vendita speciale del 30 giugno dedicata all'arte inglese che Christie's propone per celebrare il 250mo anniversario dalla fondazione, forte di una trentina di lotti, fra cui almeno quattro oltre la decina di milioni ed un ricavo atteso attorno ai 100 milioni di £.

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