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Mercato dell'arte

Art-O-Rama, una fiera legata al territorio che porta a Marsiglia le gallerie internazionali

  • –di Silvia Anna Barrilà
Laveronica di Modica ha presentato ad Art-O-Rama per la prima volta nella sua storia un'artista che lavora con la pittura, Alejandra Hernández, che si confronta con il tradizionale genere del ritratto chiedendo ai suoi soggetti di svestirsi e portare con sé oggetti significativi per avviare un dialogo intimo e personale (3.500-8.000 euro) (Foto Courtesy Art-O-Rama, foto credit JC Lett)
Laveronica di Modica ha presentato ad Art-O-Rama per la prima volta nella sua storia un'artista che lavora con la pittura, Alejandra Hernández, che si confronta con il tradizionale genere del ritratto chiedendo ai suoi soggetti di svestirsi e portare con sé oggetti significativi per avviare un dialogo intimo e personale (3.500-8.000 euro) (Foto Courtesy Art-O-Rama, foto credit JC Lett)

La fiera per l'arte contemporanea di Marsiglia Art-O-Rama ha celebrato la sua decima edizione lo scorso weekend con 20 gallerie internazionali e 3.500 visitatori (26-28 agosto). Una fiera boutique, apprezzata da galleristi, collezionisti e curatori per le dimensioni molto contenute che permettono di approfondire il lavoro degli artisti proposti da gallerie di qualità. “C'è una bell'atmosfera, tra il lavorativo e il vacanziero” ha commentato il critico italiano Antonio Grulli, che presto sarà lui stesso impegnato in una fiera essendo stato chiamato da Art Verona a sviluppare dei progetti che facciano emergere il ruolo attivo dei collezionisti italiani nel panorama artistico degli ultimi anni. “Devo dire che i galleristi italiani hanno dato un ottimo contributo alla fiera francese”.

La gallerie - tutte internazionali per scelta dell'organizzazione e selezionate da una commissione di cui fanno parte anche artisti come Davide Bertocchi e collezionisti come Josée Gensollen di Marsiglia e Joseph Kouli di Parigi - hanno proposto opere su carta, dipinti, fotografie e installazioni di artisti internazionali con prezzi tra 500 e 15.000 euro. Per esempio P420 di Bologna ha portato Alessandra Spranzi, Irma Blank, Rodrigo Hernández e Riccardo Baruzzi; Laveronica di Modica Alejandra Hernández; Galeria Madragoa di Lisbona Renato Leotta e Sara Chang Yan; e Antoine Levi di Parigi G. Küng, Daniel Jacobi e Zoe Williams (si veda la galleria fotografica per informazioni più approfondite). Le vendite hanno raggiunto un totale di circa 150.000 euro, secondo quanto hanno dichiarato gli organizzatori della fiera. Alcune gallerie si sono dette molto soddisfatte delle transazioni, mentre per altre le vendite sono state lente durante il weekend. La maggior parte dei galleristi ha, comunque, avviato trattative e, secondo l'esperienza di alcuni, i collezionisti francesi tendono a non comprare immediatamente, ma a tornare in un secondo momento.

“Come in tutte le fiere c'è chi vende e chi no” ha commentato il direttore Jérôme Pantalacci, “ma l'investimento per partecipare alla fiera non è elevato, pari a 2.500 euro, per cui permette alle gallerie di concentrare i loro sforzi sui progetti che presentano. A fronte di questa fee offriamo spazi espositivi molto ampi e invitiamo un centinaio di collezionisti internazionali, soprattutto francesi, italiani e tedeschi. Se si aggiungono quelli che vengono autonomamente e quelli che vivono qui, ce ne sono circa 130-140, che per 20 gallerie è un buon numero”.

Il modello di business di Art-O-Rama è, comunque, particolare. La fiera, infatti, è un'associazione non-profit che dispone di fondi pubblici così suddivisi: 40.000 euro da parte della città, 35.000 da parte del dipartimento (una suddivisione territoriale francese), 20.000 da parte della regione e 17.000 da parte dello Stato. Ha, inoltre, sponsor quali l'associazione Mécène du Sud, formata da aziende private che credono nello sviluppo del territorio attraverso l'arte, e Compagnie Fruitière, produttore di frutta. Risiede all'interno della Friche la Belle de Mai, un centro culturale in una delle zone più povere della Francia che è co-produttore dell'evento fieristico al quale offre lo spazio a titolo gratuito e le utenze a prezzi agevolati.

Un aspetto centrale sia per Art-O-Rama che per la Friche è, infatti, quello sociale: a conclusione dei tre giorni di fiera le opere rimangono esposte per un'altra decina di giorni per organizzare visite guidate con le scuole. Fino allo scorso luglio Art-O-Rama era anche responsabile di un programma con un budget di 20.000 euro l'anno rivolto alle scuole di Marsiglia che educava all'arte contemporanea i ragazzi provenienti da background disagiati e faceva loro acquistare opere per la collezione del Conseil Départmental. Purtroppo ora è stato cancellato.

Eppure l'investimento nella cultura a Marsiglia ha dato i suoi frutti, come è stato dimostrato nel 2013 quando Marsiglia è stata capitale europea della cultura, iniziativa che ha impresso una vera svolta alla scena artistica locale. In questa occasione, infatti, è nato il nuovo edificio del FRAC Provence-Alpes-Côte d'Azur, realizzato da Kengo Kuma & Associates nel quartiere della Joliette all'interno del progetto di riqualificazione urbana EuroMediterranee; è stato costruito il MuCEM, Museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo, progettato dall'architetto Rudy Ricciotti (seppur non siano mancate le polemiche per i costi); ed è stata rinnovata con circa 30 milioni di euro la Friche, dove si svolge, appunto, Art-O-Rama. Un'ex-fabbrica di tabacco chiusa alla fine degli anni 80 e occupata dagli artisti negli anni 90, oggi la Friche è un punto di ritrovo per i giovani della zona e ospita 70 organizzazioni culturali in cui lavorano 400 persone. Dispone di 6 milioni l'anno versati in gran parte dalla città ma anche dal dipartimento, dalla regione e dallo Stato. Le organizzazioni culturali che vi hanno sede non pagano l'affitto ma contribuiscono alle utenze, mentre quelle commerciali (per esempio il ristorante) paga un affitto minimo, copre i costi completi delle utenze e versa una piccola percentuale del fatturato (intorno al 4%) alla Friche.

Ora, la prossima tappa dello sviluppo culturale della città è Manifesta 13 www.manifesta.org nel 2020, per la quale c'è grande attesa e che affronterà in modo interdisciplinare - come fosse un incubatore - temi quali l'ambiente, la sostenibilità, il cambiamento climatico, la migrazione e il suo impatto sulle città (questioni che saranno al centro anche di Manifesta 12 a Palermo nel 2018). Inoltre c'è attesa per l'inaugurazione della Luma Foundation ad Arles nel 2018, iniziativa della collezionista svizzera Maja Hoffmann. Attualmente si stanno rinnovando le strutture già esistenti ed è in costruzione la torre di Frank O. Gehry per un investimento totale tutto privato di 150 milioni di euro. La fondazione darà un'ulteriore spinta di qualità alla proposta artistica e culturale della regione.

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