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Londra, mercato solido nel primo test del contemporaneo da Phillips

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Mercato dell'arte

Londra, mercato solido nel primo test del contemporaneo da Phillips

Mark Bradford “Rat Catcher of Hamelin III” del 2011
Mark Bradford “Rat Catcher of Hamelin III” del 2011

Il catalogo d'arte contemporanea proposto da Phillips la sera del 5 ottobre a Londra ha passato l'esame del mercato pur senza entusiasmare: i 28 lavori proposti (due ritirati) hanno portato 17,9 milioni di sterline grazie a percentuali di venduto piuttosto elevate pari al 94% per valore e all'86% per numero dei lotti, entro la stima pre-asta di 14,2-20,5 milioni di £ già prima dell'aggiunta delle commissioni.

Questo solido risultato rappresenta tuttavia una forte riduzione rispetto all'ottobre 2015 (31,5 milioni di £ con 36 lotti proposti), in linea con i trend generali che vedono cataloghi più snelli e pochi lotti andare oltre il milione di sterline, anche in virtù di una riduzione delle garanzie finanziare offerte ai clienti (sei nel caso di Phillips, di cui solo una diretta e cinque da parte terza).
Pur in assenza di particolari competizioni a colpi di rilancio, se si esclude l'ottimo risultato per una grande composizione di Mark Bradford “Rat Catcher of Hamelin III” del 2011, contesa fino a 3,7 milioni, ben oltre la stima alta di 2 milioni, rendendo così inutile la garanzia sul lotto, sei lavori hanno superato la soglia del milione, e i primi due contano per la metà del ricavo totale, grazie ad un lavoro di Warhol '20 Pink Mao's' venduto dopo un solo rilancio a 4,1 milioni di £, alla stima bassa garantita di 4 milioni, pari a 4,7 con le commissioni.
Solo otto lotti provenivano da artisti non più in vita, fra cui altri due lavori di Warhol (uno invenduto) e una tela di Emilio Vedova aggiudicata a 185mila £, entro la stima dopo essere stata oggetto dell'attenzione anche del gallerista Ropac http://ropac.net/.
Solo quattro lavori hanno superato le stime alte prima dell'aggiunta delle commissioni, fra cui una scultura di Antony Gromley a 400mila £; persino un secondo lavoro di Bradford, particolarmente ricercato anche in virtù della selezione quale rappresentante degli Stati Uniti alla prossima Biennale di Venezia, ha superato di poco la stima bassa, pur godendo anch'esso di una garanzia.
Otto lotti non hanno raggiunto la stima minima, spesso risultando venduti dopo un solo rilancio contro la riserva.
Otto lavori tornavano sul mercato dopo pochi anni, con risultati piuttosto deludenti per i venditori: due sono rimasti invenduti e solo uno ha realizzato un ritorno significativo e non una perdita: sorprendentemente si tratta di uno dei primi “Spot Painting' di Damien Hirst del 1992, che ha superato di poco la stima alta di mezzo milione.
Tocca ora alle prossime aste delineare meglio questo trend per ora stabile.

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