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Mercato dell'arte

Londra, l'arte africana contemporanea con 1:54 conquista l'interesse internazionale

Installazione  Zak Ove
Installazione Zak Ove

Dal 6 al 9 ottobre la Somerset House di Londra si è trasformata nell'hub dell'arte africana contemporanea grazie alla fiera 1:54, giunta alla sua quarta edizione. I 17.000 visitatori sono stati accolti da una grande installazione che quest'anno per la prima volta occupava il grande cortile della Somerset House: un esercito di 40 statue di soldati nubiani alti due metri dell'artista Zak Ové (nato a Londra nel 1966, originariamente di Trinidad), presentata dalla Vigo Gallery di Londra e ispirata ad un ballo in maschera, „The Masque of Blackness“, che si è tenuto nel palazzo stesso nel 1605.

Quaranta gallerie da 18 paesi hanno preso parte alla fiera occupando le stanze delle ale est e ovest del palazzo. I prezzi delle opere andavano da 1.000 a 100.000 sterline, ma i valori medi erano tra le 10.000 e le 15.000 sterline. Unica opera al di fuori del range era di Ibrahim El-Salahi da 600.000 sterline, modernista africano, 86 anni, prigioniero politico nel Sudan degli anni 70 e primo artista africano ad avere una personale alla Tate nel 2013.

“L'interesse internazionale per l'arte africana contemporanea è cresciuto molto” racconta la direttrice della fiera Touria El Glaoui , marocchina, poco più di 40 anni, lei stessa figlia di un famoso artista modernista, Hassan El Glaoui. “Quando ho fondato la fiera, nel 2013, non c'erano così tante gallerie che rappresentavano artisti africani; ora la loro visibilità è molto aumentata, anche da parte dei curatori e della stampa”. E i prezzi sono cresciuti? “Per alcuni artisti sono triplicati” risponde la direttrice, “ma non si tratta di una bolla; prima erano molto bassi, ora questi artisti sono entrati in un circuito internazionale”.

Si pensi, per esempio, a JP Mika, congolese, 36 anni, astro nascente della famosa galleria parigina Magnin-A, incluso l'anno scorso nella mostra “Beauté Congo –1926-2015” della Fondazione Cartier. I suoi dipinti colorati, raffigurati anche sul catalogo della mostra, raccolgono l'eredità della pittura popolare del Congo e di maestri come Chéri Samba e Tonton Kabeya (prezzi 18.000 euro). Di fronte a lui la galleria ha presentato per la prima volta Houston Maludi, 38 anni, anche lui del Congo, che propone un'interpretazione africana del Cubismo (prezzi 18.000 euro).

Un altro esempio di un artista che negli ultimi anni è cresciuto molto è Moffat Takadiwa, 33 anni, dello Zimbabwe. “Il primo anno della fiera le sue opere quotavano sulle 600 sterline” ricorda la direttrice, “ora ha due gallerie internazionali e un'opera delle stesse dimensioni quota sulle 5.000 sterline”. In fiera i suoi lavori erano offerti nello stand della Tyburn Gallery di Londra. Come molti altri artisti contemporanei africani, anche Moffat usa materiali di scarto, più facili da reperire rispetto alle dispendiose tele e ai colori che devono essere importati. Spesso l'artista usa oggetti come le tastiere del computer importate dalla Cina, innescando così una riflessione sugli investimenti della Cina in Africa e la politica economica del suo paese (prezzi 3.000-10.500 sterline).

Un trend da tenere d'occhio è certamente quello della fotografia. “C'è una lunga tradizione fotografica in Africa e gli artisti di oggi sono ispirati da importanti maestri come Malick Sidibé” spiega Touria El Glaoui. Per esempio, la galleria Mariane Ibrahim di Seattle mostrava in fiera Fabrice Montero, senegalese, 44 anni, che denuncia i problemi d'inquinamento del suo paese, mentre Axis Gallery di New York ha presentato una personale di Gideon Mendel, appena premiato con il Greenpeace Award per la sua serie “Submerged Portraits” in cui mostra gli effetti delle alluvioni. La sua nuova serie, intitolata “Watermarks”, raccoglie fotografie semi-distrutte raccolte sui luoghi delle alluvioni, storie personali cancellate dalla memoria (prezzi 2.000-18.000 sterline).

Ma chi erano i collezionisti presenti in fiera? “Il 90% dei collezionisti che vengono a visitare la fiera sono quelli di Frieze” risponde la direttrice, “ma c'è anche una percentuale di africani della diaspora che vivono a Londra, e di recente anche ricche coppie che vengono apposta dall'Africa per la fiera. Anche all'interno del continente, infatti, il collezionismo è cresciuto, sebbene ci sia ancora una lunga strada da percorrere. Spesso i collezionisti africani si interessano principalmente per l'arte del proprio paese e non sono noti a livello internazionale”.

Infine, uno sgardo sulle tre gallerie italiane che hanno partecipato: A Palazzo da Brescia, Primo Marella e Officine dell'Immagine da Milano. A Palazzo ha portato un'opera del ghanese Ibrahim Mahama (29 anni), divenuto noto al pubblico internazionale con i suoi sacchi lungo i muri dell'Arsenale della Biennale di Venezia 2015 (i sacchi vanno da 30.000 euro in su, le fotografie partono dai 5.000 euro), e poi ha presentato Em'kal Eyongakpa, un artista emergente del Camerun (35 anni) che attraverso l'uso della fotografia, del video e del suono registra performance nei suoi viaggi nella giungla (prezzi da 2.000 a 7.000 euro). Officine dell'Immagine, invece, ha presentato un progetto curato da Silvia Cirelli sul tema del linguaggio e del potere della parola con tre artisti: il già noto marocchino Mounir Fatmi (46 anni, prezzi da 3.500 a 25.000 euro), il congolese Maurice Mbikayi (42 anni), che lavora sul tema dei bambini soldati con materiali riciclati come computer e telefoni cellulari, vere e proprie esche per attirare i bambini nella guerra (prezzi 3.200-7.000 euro) e, infine, Halida Boughriet, artista franco-algerina di 36 anni focalizzata sul tema dell'immigrazione e dell'inserimento in un nuovo contesto culturale (3.500-4.000 euro).

Primo Marella ha presentato una selezione di artisti sia affermati, come Abdoulaye Konatè (63 anni), che crea collage con strisce di tessuto colorate (prezzi 20.000-40.000 euro), sia giovani come il tunisino Nidhal Chamekh (31 anni) concentrato sull'immigrazione (prezzi 5.000-18.000 euro); il congolese Vitshois Mwilambwe Bondo (35 anni), che nei suoi collage combina la rappresentazione della figura umana a motivi astratti africani (7.000-15.000), e Joël Andrianomearisoa dal Madagascar (41 anni), già molto ricercato, che crea monocromi bianchi o neri con pezzi di stoffa (2.500-8.000 euro). Dello stesso artista altre gallerie come Tyburn Gallery e la spagnola Sabrina Amrani (Madrid) offrivano sue opere, anche di grandi dimensioni a partire da 20.000 euro. “Al centro del lavoro di Joël Andrianomearisoa c'è la ricerca sulla luce” ha spiegato la gallerista. “L'artista ha usato pezzi di stoffa di vestiti suoi, dei suoi amici, di sua madre, delle sue amanti, caricando quest'opera di memorie personali. Il risultato si inquadra splendidamente nella tradizione del monocromo”.

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