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Banca IntesaSanPaolo amplierà la collezione con autori del Novecento

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Banca Intesa Sanpaolo amplierà la collezione con autori del Novecento

Michele Coppola
Michele Coppola

Oltre 20.000 opere che vanno dall'archeologia alla contemporaneità rivelando la grande civiltà artistica italiana. Risultato di vicende collezionistiche di oltre 250 banche sparse in tutte le regioni italiane che, nel tempo, sono confluite nel Gruppo Intesa Sanpaolo. Tra i nomi Lucio Fontana, Piero Manzoni, Alberto Burri, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Arnaldo Pomodoro, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini. ArtEconomy24 ha intervistato Michele Coppola sui temi gestionale delle «Gallerie d'Italia», le tre sedi museali di Intesa Sanpaolo che ospitano le collezioni del Gruppo.

Quando e per iniziativa di chi è nata la collezione del Gruppo Intesa Sanpaolo?
Impossibile dare una data puntuale alla nascita della collezione che in realtà è il risultato di vicende collezionistiche delle oltre 250 banche sparse in tutte le regioni italiane e che nel tempo sono confluite nel Gruppo: Banco di Napoli, Istituto Bancario San Paolo di Torino, Banca Commerciale Italiana, Cariplo, Cassa di Risparmio di Venezia, Credito Industriale Sardo, Banco Lariano, Banco Ambrosiano Veneto, IMI, Cassa di Risparmio di Firenze, Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, Banca di Trento e Bolzano. Sicuramente le collezioni sono nate a partire della seconda metà dell'Ottocento, fin dalle prime casse di risparmio, per cui c'è una straordinaria analogia tra la storia del nostro Paese e quella del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, analogia che riguarda proprio la loro nascita. Le acquisizioni avvenivano per iniziativa dei più importanti manager delle banche. Basti pensare alla fervente e lungimirante attività collezionista della Comit, a partire della presidenza di Raffaele Mattioli, che ha portato alla costituzione di una raccolta del secondo Novecento, quasi esclusivamente arte italiana con nomi che vanno da Lucio Fontana, Piero Manzoni, Alberto Burri, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Arnaldo Pomodoro, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini.

Quali peculiarità ha la vostra collezione e di quante opere è costituita?
Sono oltre 20.000 le opere in collezione, dove non mancano capolavori straordinari come il «Martirio di sant'Orsola» di Caravaggio. Le nostre opere coprono un periodo temporale molto vasto, dall'archeologia fino alla contemporaneità, e narrano storie diverse. Ma tutte rivelano la grande civiltà artistica italiana. Si tratta di un'enorme eredità, non solo opere d'arte ma anche palazzi storici e materiali d'archivio.
Dove risiede attualmente la raccolta? Secondo quale criterio è ripartita tra le vostre sedi ?
Parte delle collezioni sono esposte al pubblico nelle «Gallerie d'Italia», le tre sedi museali di Intesa Sanpaolo, testimonianza concreta dell'impegno della banca nella valorizzazione e condivisione dei beni d'arte di proprietà. In Piazza Scala a Milano sono esposte opere dell'Ottocento, comprese quelle della Fondazione Cariplo, oltre a una selezione, a rotazione, tra le 3.000 che formano la raccolta d'arte del Novecento. Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, in coerenza con il contesto territoriale, ospita dipinti e sculture di arte meridionale tra Seicento e inizio Novecento, oltre alla sopracitata «Martirio di sant'Orsola» di Caravaggio. A Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, le civiltà si incrociano e sono esposte le icone russe, i dipinti del Settecento veneto e le ceramiche antiche, presentate in percorsi temporanei. Quando non esposte sono in comodato d'uso alle più importanti istituzioni culturali pubbliche. Come si può comprendere dai numeri che vi ho raccontato, i nostri attuali spazi museali consentono l'esposizione di una piccola percentuale del patrimonio d'arte. Nonostante il nostro impegno per esporre a rotazione la parte più ampia delle nostre collezioni.
Questa vostra presenza sullo scacchiere artistico italiano vi ha portato dei benefici misurabili nei confronti della vostra clientela?
Le «Gallerie d'Italia» nascono con l'intento di valorizzare le collezioni della banca e offrirle alla comunità dove i musei sono presenti. L'attenzione di Intesa Sanpaolo per il patrimonio artistico e culturale italiano è altresì ben rappresentata da «Restituzioni» ovvero il programma che, dal 1989, ha curato il restauro di oltre 1.000 capolavori appartenenti al territorio. Dico solo che nella diciassettesima edizione appena conclusasi erano presenti, tra gli altri, dipinti di Rubens, Perugino e Lotto. Raccontare, con quanta dedizione e competenza, la più importante banca italiana si occupi di contribuire a salvaguardare una delle identità fondanti del nostro Paese, è il modo migliore per rivolgersi ai propri clienti e stakeholder.
Prossimamente farete nuove acquisizioni? Qualche anticipazione sui nomi?
Negli ultimi anni abbiamo dedicato il massimo impegno nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio esistente. Oggi valutiamo anche l'ipotesi di ampliare le raccolte, soprattutto quelle Novecento. Ma il comitato scientifico sta ancora valutando la politica di acquisizioni per cui al momento non è possibile darvi dei nomi.
Il Comitato scientifico del Progetto Cultura - composto da Gianfranco Brunelli, Fernando Mazzocca e Aldo Grasso - che gestisce le iniziative di IntesaSanpaolo per la valorizzazione del patrimonio d'arte, di storia e di cultura della banca gestisce anche le Gallerie d'Italia è giunto a scadenza lo scorso giugno, dopo due rinnovi triennali a partire dal 2011. Ora per conoscere le attività future si attende la nuova la pianificazione del Progetto Cultura e il rinnovo del comitato scientifico.

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