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Il più importante readymade di Duchamp in vendita da Ropac

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Mercato dell'arte

Il più importante readymade di Duchamp in vendita da Ropac

Marcel Duchamp, Porte-bouteilles, 1959, ferro zincato, 59,1 x 36,8 cm, Courtesy The Robert Rauschenberg Foundation, © Succession Marcel Duchamp / ADAGP Paris, 2016, Fotografia Glenn Steigelman
Marcel Duchamp, Porte-bouteilles, 1959, ferro zincato, 59,1 x 36,8 cm, Courtesy The Robert Rauschenberg Foundation, © Succession Marcel Duchamp / ADAGP Paris, 2016, Fotografia Glenn Steigelman

In una lettera inviata da Marcel Duchamp a New York alla sorella Suzanne a Parigi nel 1916, l'artista le chiedeva di recuperare e firmare uno scolabottiglie che lui stesso aveva acquistato al Grand Bazar de l'Hôtel de Ville e poi lasciato nel suo studio. Ciò, però, non avvenne e quello che sarebbe stato il primo readymade della storia rimase un'idea, realizzata solo successivamente. Intanto l'anno successivo nasceva il famoso orinatoio, che cambiò la storia dell'arte ponendo le premesse per l'arte concettuale: «un oggetto ordinario elevato alla dignità di oggetto d'arte dalla pura scelta dell'artista», come lo definì André Breton nel Dictionnaire abrégé du Surréalisme del 1938.

Marcel Duchamp, Fountain, 1917/1964, ceramica, smalto e pittura, 38,1 x 48,9 x 62,5 cm, San Francisco Museum of Modern Art, acquistata attraverso una donazione di Phyllis C. Watts, © Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris / Estate of Marcel Duchamp, fotografia: Ben Blackwell, attualmente esposta nella mostra “Open Ended: Painting and Sculpture Since 1900” al nuovo SFMOMA

A 100 anni da quella lettera e dalla coniazione del termine, un “Porte-bouteilles” (portabottiglie) del 1959 di Duchamp è in vendita presso la galleria di Thaddaeus Ropac a Parigi: un'opera iconica e influente per tutta l'arte del XX secolo, la più importante scultura dell'artista a comparire sul mercato da molti anni a questa parte (in mostra in galleria fino al 14 gennaio 2017).

Non solo l'opera è importante in sé, ma anche per la sua provenienza: è stata parte della collezione privata dell'artista americano Robert Rauschenberg, che l'ha acquistata nel 1959 e l'ha conservata fino alla sua morte. I due artisti si incontrarono, infatti, alla Stable Gallery di New York nel 1953 e divennero amici. Nel 1959 parteciparono ad una mostra al Time-Life Reception Center di New York intitolata “Art and the Found-Object”, in cui Duchamp decise di includere il portabottiglie. Chiese a Man Ray se poteva prendere in prestito una versione del 1935-36, che apparentemente il fotografo conservava nella sua collezione a Parigi, ma Man Ray aveva perso l'oggetto, per cui Duchamp gli chiese di comprarne un altro al Grand Bazar de l'Hôtel de Ville e spedirlo a New York.

L’amicizia. Fu così che Rauschenberg lo acquistò per la sua collezione e subito dopo lo prestò al MoMA per la famosa mostra “The Art of the Assemblage” (1961), che poi andò al Dallas Museum of Contemporary Art e al San Francisco Museum of Art. Da allora l'opera è stata mostrata in altre importanti istituzioni quali il Ludwig di Colonia, la Menil Collection di Houston, il Reina Sofia di Madrid e il Philadelphia Museum of Art.

Ora è la Robert Rauschenberg Foundation a mettere in vendita l'opera di Duchamp (di cui è proprietaria dal 2008, anno della morte di Rauschenberg) per finanziare il catalogo ragionato dell'artista americano, che ancora non esiste, e il cui lavoro di preparazione, raccolta delle opere e stesura partirà l'anno prossimo. La galleria Thaddaeus Ropac è tra le tre gallerie che rappresentano il lascito di Rauschenberg (le altre due sono Pace Gallery e, in misura minore, Luisa Strina, mentre dal 2008 al 2015 era stata Gagosian l'unica galleria a rappresentarlo). Ma non è per questo che è stata scelta.

Musei. “Per la vendita dell'opera di Duchamp la fondazione ha contattato quattro grandi gallerie” ci spiega Thaddaeus Ropac al telefono, “è stata scelta la mia galleria perché ho abbracciato con forza l'idea che l'opera dovesse andare ad un museo, e ciò nonostante il prezzo molto elevato. È per questo stesso motivo che l'opera non poteva essere venduta all'asta: il museo richiede un processo più lungo e discreto”.
Molte sono le istituzioni che hanno mostrato interesse, tra questi “i più grandi e importanti musei americani - racconta Ropac - e tre musei dalla Cina, due privati e uno statale. Non ci aspettavamo una risposta tanto entusiastica dall'estremo Oriente, ma evidentemente anche lì è chiaro il significato dell'opera. Dall'Europa c'è stato interesse, ma molto contenuto per via del prezzo. Sicuramente meno di quanto speravamo. Non abbiamo avuto richieste dalla Germania, dall'Italia men che meno; ne abbiamo avute dalla Francia e dalla Gran Bretagna. Ce ne sono state anche dalla Corea e dal Medio Oriente».
Ora non sarà semplice il processo di selezione del museo: “Sono tutte istituzioni dello stesso livello” spiega Ropac, “ma tra un museo privato e uno statale preferiamo uno statale. Per il momento tendiamo per un importante museo americano che è stato il primo che si è deciso e che ha iniziato subito il processo di fundraising e ha la possibilità di vendere delle opere della collezione per acquistarne altre”. La scelta sarà annunciata alla fine della mostra a gennaio.

Il prezzo. Non è stato rivelato, ma sarà certamente superiore all'attuale record di 8,9 milioni di euro segnato per la vendita di la bottiglia di profumo “Belle haleine Eau de Voilette”, firmata con lo pseudonimo di Rrose Sélavy. Appartenuta ad Yves Saint Laurent, è passata di mano all'ormai storica asta della collezione Yves Saint Laurent e Pierre Bergé da Christie's nel 2009 per il prezzo record di 8,9 milioni rispetto ad una stima di 1-1,5 milioni.
“Questo 'Porte-bouteilles' è l'opera più importante sul mercato da almeno 30-40 anni” spiega Ropac. “Non compaiono solitamente sul mercato readymade di questa generazione, quanto piuttosto edizioni realizzate insieme ad Arturo Schwarz negli anni 60. Per questo la bottiglia di profumo di Yves Saint Laurent, pur non essendo un oggetto così famoso, ha segnato un prezzo tanto alto. Il 1946 è considerato un anno spartiacque: tutto quello che viene prima è molto raro e ambito, per cui raggiunge prezzi milionari anche se si tratta di opere su carta; quello che viene dopo è più frequente e spesso si tratta di edizioni o di disegni che costano anche solo un paio di migliaia di euro. In galleria abbiamo in vendita anche altre opere di Duchamp che vanno da 30.000 a 700.000 euro”.

Marcel Duchamp. Porte-Bouteilles (Flaschentrockner), 1990, 51 x 51 cm, ed. 20, Dr. Andreas Sturies Moderne Kunst & Auktionen, November 19, 2016. Estimate 500 - 500 euro

In asta. La differenza è evidente confrontando l'opera in questione con un altro portabottiglie che verrà offerto all'asta il 19 novembre presso la casa d'aste di Düsseldorf Dr. Andreas Sturies: un'edizione postuma del 1990 realizzata in 20 esemplari dall'istituzione Kunstverein Düsseldorf. La stima, 500 euro.

Marcel Duchamp. WITH HIDDEN NOISE (A BRUIT SECRET), 1964, numbered 7/8 and engraved A Bruit Secret, 1916 / Edition Galerie Schwarz, Milan, Sold For 557,000 GBP Premium (697,383 USD). Sotheby's London: Thursday, November 10, 2016. Bowie/Collector - Part I: Modern and Contemporary Art, Evening Auction. Estimate180,000 - 250,000 GBP (225,366 - 313,008 USD)

Nella collezione di David Bowie, invece, appena messa all'asta da Sotheby's a Londra con un risultato totale di 32,9 milioni di sterline, c'erano due edizioni realizzate da Duchamp nel 64 e nel 34 che hanno moltiplicato le stime. La prima, un readymade del 1964 realizzato in edizione di otto con la galleria di Arturo Schwarz, da una stima di 180.000-250.000 sterline è passato di mano per 557.000 sterline; la seconda, un'opera su carta del 1934, anch'essa in edizione, raffigurante il famoso nudo che scende le scale, da una stima di 50.000-70.000 sterline è stato venduto per 161.000 sterline.

Tutto venduto per la collezione d'arte di David Bowie a Londra la sera del 10 novembre

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