Il 18 novembre è stato lanciato Liber Lab, il programma da 900mila euro dedicato alle imprese editoriali e all'internazionalizzazione di progetti legati alla lingua e alla cultura sarda. Si tratta del primo di una serie di bandi regionali che attingono dal POR-FESR (2014-2020) della Sardegna e che fino al 2020 ha stanziato 72 milioni di euro a sostengo delle industrie culturali e creativa.
Questo tipo di supporto pubblico si sta attivando gradualmente in tutta Italia; tra le regioni che hanno recentemente inaugurato questi bandi c'è il Veneto, che con una dotazione di 3 milioni di euro, a novembre ha aperto le iscrizioni per la prima tranche di finanziamenti a sostegno delle innovazioni tecnologiche e dei processi aziendali. Per il sud Italia - Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - lo scorso settembre è stato lanciato il programma di finanziamenti Cultura Crea; il bando ha un plafond totale di 114 milioni di euro e tre obiettivi principali: sostenere la creazione di nuove imprese culturali (41,7 milioni), lo sviluppo delle imprese culturali turistiche già esistenti (37,8 milioni) e sostenere le imprese del terzo settore (27,4 milioni).
I bandi regionali. Questa tipologia di bandi è attivata dalle regioni grazie ai finanziamenti diretti che provengono dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (PON-FESR) che, nel quadriennio 2014-2020, ha tra i principali asset lo sviluppo innovativo dei territori: una capacità ampiamente riconosciuta al settore culturale e che per questo motivo riesce a beneficiarne. Tuttavia, intorno a queste iniziative, c'è un forte scetticismo da parte degli operatori culturali che non vedono rispecchiate nella finalità del bando le proprie necessità e non si riconoscono nei criteri di ammissione. Per esempio, sono escluse dalla partecipazione le organizzazioni culturali costituite in associazioni che tanto contribuiscono alla produzione culturale italiana; inoltre, si tratta di contributi di natura prettamente economica, una modalità di sostegno che la dice lunga sulla conoscenza del settore e delle sue necessità da parte del pubblico.
I bandi dal basso. Molto differenti, invece, sono i bandi promossi dalla associazioni, dalle fondazioni bancarie e dalle imprese; questi vanno al di là del semplice contributo finanziario e offrono veri e propri programma di empowerment mirati a formare i giovani imprenditori culturali. Inoltre, soprattutto attraverso le giornate di formazione, queste iniziative puntano a creare una vera e propria comunità di innovatori culturali. Tra le esperienze più significative su scala nazionale, citiamo in primo luogo CheFare : il precursore dei bandi sull'innovazione culturale nato nel 2012 come risposta alla crisi; con una dotazione finanziaria di 150.000 di euro, il bando ha acquisito sempre maggior notorietà tra gli operatori culturali che nell'ultima edizione (2015) si sono candidati in 700.
Le Fondazioni. Dal mondo delle fondazioni bancarie, in prima linea, troviamo Fondazione Cariplo con iC- Innovazione Culturale, un bando che nelle due edizioni passate ha già finanziato 24 progetti su un totale di 709 partecipanti. Il bando ha un focus particolare sul concetto di imprenditorialità e utilizza il milione e mezzo di euro in dotazione sia come contributo finanziario per le imprese vincenti e costituitesi legalmente in Lombardia o nelle province di Novara e di Provincia del Verbano Cusio Ossola, sia per le 360 ore di mentorship e formazione destinate alle 30 imprese pre-selezionate.
Fondazione Unipolis promuove ormai da tre anni Culturability, un'iniziativa con un plafond annuo di circa 400.000 euro e finalizzata a sostenere progetti culturali innovativi per rigenerare spazi urbani. Al bando possono partecipare organizzazioni no profit e imprese private con un organo di gestione di maggioranza under 35, team informali e reti di partenariato anche transnazionali. Anche in questo caso, i 15 progetti pre-selezionati accedono a una fase di formazione finalizzata ad avviare la loro idea di business, ma solo cinque ricevono un finanziamento a fondo perduto di 50.000 euro. In tre anni 2.353 progetti hanno partecipato alla selezione, 824 nel 2013-2014, 996 nel 2014-2015 e 533 nel 2016.
Anche Funder35 propone un supporto fiscale, tecnico e amministrativo precedente alla selezione dei progetti vincenti; il bando sostenuto da ben 18 fondazioni bancarie ha già supportato nella prima edizione (2012-2014) un totale di 57 imprese con un contributo erogato per progetto tra i 20.000 e i 90.000 euro. Nella seconda edizione (2015-2017) i numeri sono in crescita, già nel 2015 sono stati 50 i progetti ad essere finanziati, mentre nel 2016, 180 progetti sono stati ammessi alla fase di valutazione per l'erogazione del contributo finale.
La Compagnia di San Paolo, invece, propone Open una call a sostegno della sperimentazione di nuove forme di public engagement; la dotazione economica di oltre 1 milione di euro serve a coprire sia la parte di contributo finanziario che un percorso di accompagnamento, di rifinitura dei progetti e di monitoraggio. In due edizione sono stati finanziati 24 progetti da realizzare in Piemonte, Liguria e Val d'Aosta per un totale di 316 partecipanti.
Un fenomeno in crescita. Il gran numero di bandi nati negli ultimi anni in Italia rende sicuramente più leggibile il complesso panorama dell'imprenditoria culturale, gettando luce sulle dimensioni del fenomeno e sui suoi bisogni. Sebbene sia necessario dare tempo ai progetti che hanno vinto questi bando di crescere, possiamo dire di essere sulla soglia di un nuovo ecosistema imprenditoriale con forti potenzialità nella diffusione dell'innovazione, ma con altrettanta incapacità operativa e una svantaggiosa tendenza al localismo. Risulta necessario, ora più che mai, costruire una visione d'insieme per individuare le fragilità del sistema e colmarne le lacune.
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