Pierre Valentin, avvocato e partner presso Constantine Cannon LLP a Londra, dirige un team di avvocati specializzati in diritto d'arte, che presta consulenza a collezionisti d'arte, case d'asta, mercanti, gallerie, artisti e musei.
In che cosa consiste la vostra attività?
Il nostro lavoro è un mix di transazioni (per esempio compravendite, prestiti d'arte e prestiti su opere d'arte), consulenze (ad esempio riguardo alla proprietà intellettuale, all'esportazione e importazione d'arte, all'Iva) e contenziosi (per controversie ad esempio sulla proprietà o l'autenticità).
Ci può fare un esempio di casi che trattate?
Per motivi di riservatezza non posso parlare di casi attuali, ma posso raccontare un caso di alcuni anni fa, quando un collezionista italiano acquistò un dipinto da Sotheby's descritto come di de Chirico. La Fondazione de Chirico a Roma rifiutò di riconoscere il dipinto come autentico. Il mio cliente (l'acquirente) chiese a Sotheby's di riavere i soldi, la casa d'asta rifiutò perché il dipinto era stato accettato come autentico da Paolo Baldacci, l'altro esperto di de Chirico. Questo è un buon esempio della situazione che può verificarsi in presenza di più di un esperto riconosciuto per un determinato artista. Alla fine, Sotheby's accettò di annullare la vendita e riprendersi il dipinto, ma ci vollero mesi, minacce di procedimenti giudiziari e spese legali significative prima che Sotheby's si decidesse ad annullare l'aggiudicazione.
Quali sono i soggetti coinvolti nell'autenticazione di un'opera?
Certamente gli esperti, gli accademici e i lasciti che rilasciano l'autentica, ma anche le case d'asta e i dealer, benché questo non sia il loro lavoro, perché se hanno un nome autorevole, il mercato tende ad accettare la loro opinione. Anche i musei hanno un ruolo importante in questo senso se includono un'opera in una mostra temporanea. È il caso del Salvator Mundi di Da Vinci incluso nella mostra alla National Gallery di Londra nel 2011 e poi venduto ad un magante russo (Dmitry Rybolovlev, ndr) nel 2013 per 127,5 milioni di $.
Che cosa succede se acquisto un'opera non autentica?
Spetta al compratore fare il lavoro di due diligence. È il principio del “caveat emptor” che attribuisce al compratore la responsabilità di controllare l'autenticità. Questo è il principio valido nei paesi che seguono il common law, che vige anche nei paesi che seguono il civil law.
La differenza?
Nei paesi del civil law è forse più semplice per il compratore cancellare la vendita una volta scoperto l'errore e riavere i soldi indietro rispetto ai paesi regolati dal common law più severi verso il compratore non abbastanza attento.
E se vendo?
Stesso discorso. Per esempio, eredito un'opera e la vendo a 10.000 € come copia di Raffaello o Scuola di Raffaello. Se, poi, invece, si rivela essere un originale di Raffaello, nei paesi regolati dal common law ci sono opzioni limitate a disposizione del venditore per annullare la vendita e ottenere la restituzione dell'opera autentica. Nei paesi regolato dal civil law, invece, ci sono casi in cui il venditore è riuscito ad ottenere l'annullamento della vendita sulla base dell'”errore sostanziale”.
E se vendo attraverso una casa d'aste o un altro professionista?
In quel caso, sia nei paesi common law che in quelli civil law si può fare causa all'intermediario se si riesce a dimostrare che ha sbagliato l'attribuzione dell'opera per negligenza.
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