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Art bonus, positivo il primo bilancio

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Art bonus, positivo il primo bilancio

Primo bilancio dell’art bonus dall’applicazione della legge n. 83 del 2014 e successiva modifica nella Legge di Stabilità del 2015 che ha reso permanente il beneficio fiscale del 65% sulle donazioni in denaro. Lo strumento è stato oggetto di un’indagine con il supporto di Ales, condotta dagli studenti del 10° Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni culturali della 24Ore Business School in collaborazione con lo CSAC - Università degli Studi di Parma ed NCTM Studio Legale. I risultati sono stati presentati giovedì 15 dicembre all’attenzione del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini nel convegno in Triennale a Milano su «Il ruolo dei Commercialisti nel rapporto tra politica e sistema culturale». Quali le evidenze? L’indagine ha fotografato – utilizzando i dati presenti sul sito artbonus.gov.it caricati da giugno 2014 al 30 settembre2016 – il numero dei mecenati, che risultano 3.158 (giovedì erano arrivati a 3.799) suddivisi in quattro categorie (persone fisiche, imprese, fondazioni bancarie ed enti non commerciali), il valore del dono è di 122,7 milioni (ad oggi oltre 133 milioni), il numero di beni richiedenti erogazione sul sito erano 764.

MECENATISMO D’IMPRESA

Sul totale erogato sono state in primis le imprese a donare alla cultura (49% per quasi 60 milioni di euro), seguite da fondazioni bancarie (31%), enti non commerciali (15%) e cittadini privati (5%). Mentre sul totale del numero di erogazione, pari a 3.158, sono le persone fisiche ad essere la maggioranza (66%). Ma la sfida culturale da giocare in futuro è la mappa dell’art bonus: oggi il nord fa il pieno d’interventi proposti (52% su 764) e di donazioni ricevute (83,3% sui 122,7 milioni), seguito dal centro rispettivamente 38% e 15,13% e fanalino di coda resta il sud con il 10% delle richieste e l’1,61% delle donazioni. Si comprende che un gran lavoro di comunicazione bisognerà farlo al sud presso gli enti pubblici, oltre che sensibilizzare il tessuto imprenditoriale e sociale.

Donazioni, mecenati e interventi sostenuti

CHI BENEFICIA DEL DONO

Nel dettaglio, dei 122,7 milioni di euro donati su 764 oggetti di erogazione 61,6 milioni (50,2%) sono stati destinati a 573 interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici (gruppo A) a fronte di 348,6 milioni euro richiesti, quasi 61 milioni (49,6%) per il sostegno di 181 tra istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione (gruppo B) a fronte di 1,1 miliardi richiesti e, infine, 139.400 euro (0,1%) per i 10 progetti per la realizzazione, restauro e potenziamento di strutture di enti e istituzioni pubbliche dello spettacolo (gruppo C) a fronte di 4,5 milioni richiesti dai progetti. C’era da aspettarselo che i mecenati più generosi fossero le imprese con quasi 60 milioni di euro donati (28% del numero di erogazioni) seguite dalle fondazioni bancarie (31%) con 37,6 milioni, gli enti non commerciali (15%) con 17,6 milioni e i privati (5%) con 6,6 milioni. Nei 573 interventi di manutenzione, protezione e restauro 230 beni hanno ricevuto le donazioni (40,1%) e 50 raccolte fondi si sono concluse, mentre 180 sonon ancora in corso; destinatari soprattutto i musei (39% in valore, situati per il 95% dei casi al nord), i monumenti (32%) e palazzi e teatri (22%). In primis ad usare l’art bonus (gruppo A) le fondazioni bancarie (49% del valore e Compagnia San Paolo in testa) seguite dalle imprese (44% in valore). Mentre su 181 richieste 104 istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione hanno ricevuto donazioni (57,5% di quelli richiesti per numero), sette raccolte si sono concluse e 97 sono in corso. Oltre 1,1 miliardi richiesti in questo segmento rientrano nel budget complessivo dichiarato dagli enti non riferito a un target specifico di Art Bonus, per questo così lontano dal raccolto di 61 milioni. A ricevere il dono le maggiori fondazioni liriche. Infine delle dieci richieste presenti nel gruppo C la metà ha ricevuto donazioni e solo una raccolta si è conclusa.

LE RISPOSTE

Un carotaggio qualitativo attraverso interviste ha consentito di verificare che la conoscenza dell’art bonus ha bisogno di formazione presso le pubbliche istituzioni e gli enti locali, mentre risulta uno strumento già rodato dalle associazioni ed enti no profit come il Fai che già si adoperano nel fund raising e hanno un network di riferimento. «Semplicità e trasparenza, una cultura della partecipazione al sostegno del bene culturale comune insieme a risultati nel 2016 in crescita rispetto al 2015 – spiega Carolina Botti, direttore centrale di Ales e madrina dell’art bonus - ci fanno ben sperare, anche perché questo nuovo istituto ha permesso a circa 500 comuni italiani anche piccoli di far uso per la prima volta delle erogazioni liberali».

PROPOSTE

L’istituto è giovane e potrebbe crescere: tra i limiti osservati i tetti del 15% del reddito imponibile per le persone fisiche ed enti non commerciali e del 5‰ dei ricavi per il reddito d’impresa. Dall’analisi comparativa con gli istituti simili inglesi, francesi e americani il nostro art bonus risulta circoscritto ai beni pubblici, mentre nei tre paesi il dono è legato a un principio pubblica utilità e fruizione più che alla titolarità del bene. Uno spunto ispirato alla Francia è il mecenatismo di competenza che prevede prestazione di servizi da parte di professionisti e imprese con la detrazione calcolata sulla base della retribuzione sul lavoro fornito. Una misura che potrebbe anche essere adottata per incrementare l’appeal dell’art bonus sarebbe prevedere che il credito d’imposta, che si ripartisce in tre quote annuali, si possa trasferire agli eredi di chi effettua la donazione. E questo, considerato che la legge non lo esclude, si potrebbe ottenere con un semplice provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, senza una modifica legislativa. L’Agenzia, infatti, tramite lo strumento della circolare interpretativa potrebbe affermare la trasmissibilità dell’art bonus, così come si è pronunciata sul bonus mobili nella circolare del 24 aprile 2015.

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