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Mast, a Bologna trionfa la videoarte

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Mast, a Bologna trionfa la videoarte

La settimana dell'arte a Bologna, che vede l'esordio di Angela Vettese alla direzione di Arte Fiera, inizia intanto con un'imperdibile première, “Lavoro in Movimento”, la prima mostra della Fondazione MAST interamente dedicata alle immagini in movimento.

Acronimo per manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia, MAST è nota al grande pubblico per l'impegno sui temi della fotografia e del lavoro e, dalla sua apertura nel 2013 per volere dell'imprenditrice Isabella Seràgnoli, è anche l'organo promotore della Biennale Foto / Industria, giunta alla seconda edizione e curata da Francois Hebel, ex direttore dei Rencontres d'Arles.

Questa nuova mostra collettiva, “Lavoro in movimento”, porta la firma del curatore della Photo Gallery di MAST, Urs Stahel, e riunisce quattordici tra i più acclamati videoartisti degli ultimi anni, con scelte obbligate, come Harun Farocki, venuto a mancare nel 2014 e recentemente celebrato con mostre al Tàpies Foundation di Barcelona e alla Whitechapel Gallery di Londra, e più inedite come Chen Chieh-jen, artista taiwanese noto all'estero ma ancora sconosciuto al panorama istituzionale italiano.

Tra i temi affrontati c'è la robotizzazione dell'ambiente lavorativo, una delle maggiori cause della perdita di posti di lavoro, la straordinaria velocità del ciclo di introduzione e abbandono delle nuove tecnologie, e il senso di smarrimento e incertezza che ciò provoca nella quotidianità. Urs Stahel, insomma, coglie l'occasione per esprimere il rapporto inscindibile tra lavoro, identità e realtà, con un medium, il video, che è più immersivo ed emozionale della fotografia, e sta conquistando sempre più anche i collezionisti privati.

Tra gli artisti in ascesa presenti in mostra c'è Yuri Ancarani (1972), originario di Ravenna, con la trilogia dedicata al “lavoro invisibile” che lo ha reso famoso: “Il Capo” (2010), girato nelle cave di Carrara, “Piattaforma Luna” ( 2011), che mostra il lavoro negli abissi, e “Da Vinci” (2012), dove protagonista è la chirurgia robotica. L'artista, che tra i suoi sostenitori ha Maurizio Cattelan, è in mostra anche alla Galleria Zero di Milano, che lo rappresenta a prezzi di 6.500-30.000 euro, e presenterà in esclusiva internazionale il suo nuovo film “Whipping Zombie” al Rotterdam International Film Festival il 28 gennaio prossimo. Anche per Pieter Hugo (1976), noto fotografo e videoartista sudafricano, Stahel ha scelto un'opera decisiva, “Permanent Error” (2010), collezione di ritratti nella discarica altamente tossica di Agbogbloshie, alla periferia di Accra, capitale del Ghana, dove si bruciano i rifiuti elettronici per separare plastiche e metalli da rivendere. La videoinstallazione, su dieci monitor, è in vendita da Stevenson a Città del Capo e Priska Pasquer a Colonia per 10-15 mila dollari, e il 19 febbraio Pieter Hugo inaugurerà anche la sua prima mostra personale in Germania, al Kunstmuseum Wolfsburg. La mostra del MAST è un'occasione per vedere anche tre video seminali di Ali Kazma (1971) dopo la sua apprezzata partecipazione alla 55. Biennale di Venezia del 2013 in rappresentanza della Turchia e prima della sua personale al prestigioso Jeu de Paume di Parigi, in programma per l'autunno 2017. L'artista, che collabora con Francesca Minini a Milano a prezzi da 15-30.000 euro, espone “Household Goods Factory” (2008) e “Automobile Factory” (2012), in cui apre le porte al processo produttivo di due grandi aziende del panorama europeo, rispettivamente Alessi e Audi, quindi offre “O.K.” (2010), una videoinstallazione a sette canali ritmica e ripetitiva che ritrae un solo gesto, eletto a simbolo dell'alienazione dell'individuo nell'era industriale.
Chiude la mostra l'opera “Flocking” (2009) di Armin Linke (1966), in mostra al PAC di Milano fino all'8 gennaio scorso con una personale che ha messo d'accordo critica e pubblico. L'artista, che lavora con Vistamare a Pescara in due formati, 50x60 cm e 150x200 cm a prezzi di 6.000 e 12.000 euro, collabora da anni con scienziati e ricercatori di varie discipline che diventano a buon diritto co-autori dei suoi progetti, e possiede un archivio di ventimila fotografie per raccontare la società di oggi. “Flocking”, in particolare, è un progetto nato dalla collaborazione con il Centro per la Meccanica Statistica e la Complessità (SMC) dell'Università La Sapienza di Roma e le facoltà di Fotografia e Media Art 3D dell'Università delle Arti e del Design di Karlsruhe, e propone uno sguardo sul comportamento degli stormi di uccelli. L'attenzione, dunque, si sposta su modelli di comportamento naturali, con un richiamo forse alla riscoperta del ruolo della collettività nel mondo reale. Così, in attesa dell'inaugurazione della personale a Ludwig Forum di Aachen il 24 marzo prossimo, Linke ci invita a pensare al futuro senza dimenticare un passato in cui uomo e natura erano più simili e armonici.

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