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Sotheby's si tutela dai falsi con Orion Analitycal

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Mercato dell'arte

Sotheby's si tutela dai falsi con Orion Analitycal

«Il falsario vuole uscire dal proprio tempo per entrare nella mentalità del passato. Questa è l’idea del falsario... Quello che conta è l’occhio del conoscitore» sosteneva lo storico dell’arte Federico Zeri. Tuttavia molte volte le contraffazioni sono così complesse e sofisticate che neanche l’occhio dell’esperto riesce a smascherarle. Ecco perché Sotheby’s ha costituito un nuovo dipartimento di ricerca scientifica per contrastare l’infiltrazione dei falsi all’interno del mercato dell’arte, acquistando la Orion Analitycal, una società che si occupa di analisi scientifiche diretta da James Martin, che guiderà il dipartimento, dopo aver condotto per 20 anni indagini sui reati di frode per il Federal Bureau of Investigation e insegnato presso il Getty Conservation Institut e lo Smithsonian’s Museum Conservation Institut.

La cifra trattata per l’acquisizione non è trapelata, ma a spingere la casa d’aste in questa direzione è stato il caso del presunto dipinto attribuito a Frans Hals (1580-1666), un ritratto virile sbucato fuori dal nulla nel 2008, privo di ogni documentazione scientifica, venduto privatamente da Sotheby’s per 10 milioni di dollari ad un collezionista di Seattle e ritenuto successivamente un formidabile falso, dopo che le analisi effettuate dallo stesso Martin della Orion hanno rinvenuto materiali nel pigmento risalenti al XX secolo, stabilendo che il dipinto era «undoubtedly a forgery». Il quadro aveva persino convinto gli esperti di pittura olandese del Louvre che ne bloccarono l’espatrio, dichiarando la tela tesoro nazionale. Il dipinto farebbe parte di una mezza dozzina di opere contraffatte circolate sul mercato dell’arte individuate in marzo, alcune trattate da rinomate gallerie come Bernheimer Colnaghi, tra cui un piccolo dipinto su tavola raffigurante una Venere simile all’esemplare conservato Frankfurt’s Städel Museum, attributo a Lucas Cranach il Vecchio, che nel 2013 il gallerista acquistò, forse inconsapevolmente rivendendolo poi al Principe del Liechtenstein per 7 milioni di euro.

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