ArtEconomy24

La Biennale di Liverpool trasforma la città in meta turistica

  • Abbonati
  • Accedi
Musei e biennali

La Biennale di Liverpool trasforma la città in meta turistica

Ai Weiwei Web of Light, 2008 - Installazione, Exchange Flags Liverpool Biennial 2008 Photo Adatabase
Ai Weiwei Web of Light, 2008 - Installazione, Exchange Flags Liverpool Biennial 2008 Photo Adatabase

La Biennale di Liverpool, andata in scena dal 9 luglio al 16 ottobre 2016, non smette di far parlare di sé. Torna, infatti, per annunciare le date della decima edizione, attesa dunque dal 14 luglio al 28 ottobre 2018, ma soprattutto i risultati di una ricerca condotta da Bop Consulting, agenzia internazionale specializzata in eventi e attività culturali, che ha analizzato la partecipazione alla manifestazione artistica e ne ha decretato il successo. “La Biennale di Liverpool è il maggiore ente a commissionare opere di arte contemporanea in Gran Bretagna, e dimostra altresì un raggio d'azione, un'attenzione per la diversità e un impatto economico in crescita” ha stabilito l'agenzia.
Un risultato incoraggiante per il panorama artistico contemporaneo in generale, in una città che ha scommesso sull'arte come agente di rinascita arrivando nell'ultima edizione a investire 800mila sterline per 44 progetti artistici inediti in 22 siti. Tra gli artisti coinvolti, c'erano i più affermati Hito Steyerl – che vedremo prossimamente a Skulptur Projecte Munster – e Mark Leckey, Turner Prize 2008 e in mostra al MoMA PS1 fino al 5 marzo – accanto ai più emergenti, ma nondimeno noti Ian Cheng, Oliver Laric e Lawrence Abu Hamdan.

Secondo la ricerca, 1,2 milioni di persone hanno fatto esperienza della Biennale di Liverpool attraverso un'opera d'arte nello spazio pubblico, e di questi 100.000 visitatori hanno visto in media sei installazioni o sculture. È inoltre da notare che il pubblico era estremamente giovane: il 40% aveva tra i 20 e 34 anni, i ventenni sono in crescita e la maggioranza ha mostrato una predilezione per le opere installate in quartieri meno abbienti, certificando così la capacità dell'arte di rimettere in circolo le energie di una città anche laddove il turismo tradizionalmente non arriva.
Infatti, dato uno zoccolo duro di visitatori residenti a Liverpool, il 60% sono turisti e anche se solo il 9% proviene dall'estero, si segnala una decisiva partecipazione da aree geografiche diverse dall'Inghilterra nord occidentale quantificata in 5,5 milioni di £ di profitti all'interno della regione. Non solo: il 90% dei visitatori ha affermato che la città dovrebbe essere “orgogliosa della sua scena artistica” e ha riconosciuto che la manifestazione “è la biennale inglese di riferimento, l'unica capace di raggiungere un audience internazionale”. A ciò si aggiungono i dati sui contenuti digitali, che la Biennale produce in abbondanza, con documentazioni video sia di singole opere che di percorsi possibili visionate 8,5 milioni di volte.
Certo l'arte contemporanea incide raramente nell'economia di una città non votata tradizionalmente al turismo se manca un apparato infrastrutturale e ricettivo, ma in questo caso la Biennale ha potuto contare su un intervento esterno. Secondo un articolo del Financial Times pubblicato l'estate scorsa, Liverpool ha beneficiato di una crescita del turismo in tutto il Nord dell'Inghilterra facilitata da investimenti nella rete ferroviaria per un valore di 800 milioni di £. A ciò si deve aggiungere l'apertura recente di un centro espositivo da 40 milioni di £, più un hotel da 26 milioni di £ che ha arricchito e rinnovato l'offerta alberghiera.

© Riproduzione riservata