Arte e scienza, due mondi solo apparentemente lontani popolati da soggetti visionari, che il Cern di Ginevra mette in dialogo grazie al programma Arts @ Cern. Dal 2011, infatti, alcuni artisti contemporanei vengono invitati a trascorrere periodi di residenza nel più famoso laboratorio di fisica delle particelle al mondo per imparare dagli scienziati e, viceversa, per ispirare i ricercatori con il loro approccio artistico alla realtà. Anche quest'anno viene rinnovato l'appuntamento con quattro artisti internazionali: Laura Couto Rosado, Cheolwon Chang, Tomo Savić-Gecan e Haroon Mirza, che parteciperà insieme a Jack Jelfs che fa parte del suo studio hrm199.
Fatta eccezione per Haroon Mirza, inglese di origini pakistane, classe 1977, noto per aver vinto il Leone d'argento alla Biennale di Venezia nel 2011 e per far parte dallo stesso anno della scuderia di Lisson Gallery (che non ci rivelato il price range per le sue opere), si tratta di nomi nuovi al mercato dell'arte. Cheolwon Chang è un artista coreano, classe 1984, che finora ha esposto prevalentemente nel suo paese (nel 2014 ha avuto una personale alla Absinthe Gallery di Seoul) e che al Cern lavorerà sulle proprietà geometriche della natura e su come la matematica influenza la nostra comprensione dell'universo. La sua residenza è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l'Arts Council Korea.
Laura Couto Rosado, invece, designer della Geneva School of Art and Design (HEAD) di Ginevra, esplorerà la relazione tra la fisica e il design a partire dalle particelle fondamentali. È nota nel mondo del design per il suo poetico progetto “Le Chant des Quarz”, che fa cantare dei cristalli sfruttando le proprietà piezoelettriche. La sua residenza è promossa da Pro Helvetia.
La ricerca spazio-tempo sarà al centro di un progetto che il croato Tomo Savić-Gecan, classe 1967, svilupperà espressamente per il Cern grazie alla collaborazione con il Ministero della cultura croato e il Kontejner Bureau of Contemporary Art Praxis di Zagabria. L'artista non è rappresentato da una galleria, ma ha già avuto diverse mostre istituzionali di cui una personale co-prodotta dal Jeu de Paume di Parigi e dalla Kunsthall di Bergen. La sua assenza dal mercato è principalmente dovuta al suo modo di lavorare, caratterizzato dall'assenza dell'oggetto fisico a favore dell'intervento sullo spazio, il suo vero “materiale”, nel quale l'artista crea relazioni con l'osservatore e riflette sulla dematerializzazione. Per esempio una sua edizione del 2005 consiste in un foglietto di carta che recita la frase “Ogni visitatore del museo stabilirà il prezzo del biglietto d'ingresso del prossimo visitatore”, stimolando così la riflessione sul significato e il funzionamento dell'istituzione. L'opera è stata venduta all'asta da Christie's ad Amsterdam nel 2009 per 212 euro da una stima di 100-150 euro in occasione di una vendita di beneficenza del Witte de With e del de Appel per finanziare nuovi progetti.
Il risultato del lavoro di Haroon Mirza, invece, è molto più materiale e d'effetto nonostante si basi sull'intervento dell'artista sulle onde sonore, la luce e l'energia elettrica al fine di creare installazioni immersive e veri e propri djset con musica elettronica. Grazie alla collaborazione con la Liverpool FACT - Foundation for Art and Creative Technology, Mirza e Jack Jelfs trascorreranno due mesi al Cern e uno nell'istituzione a Liverpool per sviluppare il loro lavoro sul tempo, la trasmissione dei dati e i new-media.
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