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Torna Funder35, il bando a sostegno dell’imprenditoria culturale giovanile

Sebbene molto si parli della grande potenzialità dell'economia creativa, altrettanto poco si dà voce alla fragilità strutturale che attanaglia le imprese culturali. Recentemente, il centro di ricerca ingleseNesta ha analizzato le competenze richieste ai creativi negli annunci di lavoro pubblicati sul web. Secondo l'algoritmo utilizzato, ci sono cinque principali gruppi di competenze richieste: servizi al cliente, tecnologia, marketing, insegnamento e capacità creative. Quello che emerge dal report è quindi uno scenario estremamente complesso, in cui il mestiere del creativo richiede competenze gestionali ed economiche, che però spesso non si trovano nei percorsi formativi istituzionali. Quest'incapacità operativa caratterizza anche le imprese culturali giovanili, in cui le qualifiche gestionali delle singole componenti non permettono all'impresa di spingersi verso un livello più alto di autonomia, rimanendo troppo spesso legata al ciclo di vita dei progetti per cui riceve finanziamenti.

La sfida italiana. Da questo contesto, nel 2012, all'interno della Commissione per le Attività e i Beni Culturali dell'Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Italiane), nasce il bandoFunder35 con l'obiettivo di fornire strumenti tecnici alle imprese composte da under 35 e impegnate nell'ambito della produzione artistica, dei servizi di supporto alla conoscenza, alla valorizzazione e alla tutela beni culturali. Come afferma Marco Cammelli, presidente della commissione per i Beni Culturali dell'Acri: “il punto di forza di questo progetto è che non finanziamo attività a breve termine, ma aiutiamo le imprese a fare un salto di qualità; infatti non elargiamo solo un finanziamento, ma creiamo un vero e proprio percorso di accompagnamento sui temi maggiormente ostici come quelli fiscali, gestionali e contabili. Il nostro obiettivo è portare ordine nelle imprese e aumentare il livello di qualità organizzativa creando una comunità diffusa su tutto il territorio per favorire lo scambio e la cooperazione”. Proprio per questo motivo, il contributo si configura sia come un percorso di mentorship individuale e collettivo che come un incentivo economico diretto, che nel 2016 è stato pari a 45.000 euro di media per progetto vincente.

Se l'obiettivo del bando è rimasto costante nel corso dei sei anni di attività, è stato l'ingresso di nuove fondazioni ad aver fatto evolvere il programma sia da un punto di vista di aumento di risorse sia di partecipazione territoriale; per esempio, grazie alla partecipazione di Fondazione con il Sudil bando si è potuto estendere alle cinque regioni del sud Italia. Nel primo triennio di attività (2012-2014) il bando è stato sostenuto da 10 fondazioni bancarie: Fondazione Cariplo, Banco di Sardegna, Cariparma, CR Livorno, CR La Spezia, CR Lucca, CR Modena, CR Padova e Rovigo, CR Torino, Monte di Bologna e Ravenna. Nella seconda fase di vita (2015-2017), grazie all'intervento di altre otto Fondazioni, Compagnia di San Paolo, Cariverona, CR Ascoli Piceno, CR Cuneo, CR Firenze, Fondazione Friuli, Fondazione Sicilia e Fondazione con il Sud, i fondi stanziati sono saliti a 2,5 milioni; questa cifra ha permesso di sostenere fino ad oggi 107 imprese attraverso il finanziamento diretto e di poterne far accedere altre 27 a un percorso di formazione. Per il 2017, il budget complessivo è salito a 2.650.000 euro, di cui il comitato si riserva di accantonare, su richiesta delle singole imprese, una quota destinabile alla costituzione di un fondo di rotazione o di garanzia, che permetta alle imprese di beneficiare di forme agevolate di accesso al credito: questione che è emersa come la principale problematica durante il primo triennio del bando.

Da una valutazione condotta da Fondazione Fitzcarraldo sulle 54 imprese vincenti del primo triennio (2012-2014), emerge che 31 organizzazioni su 52 analizzate hanno assunto nuovo personale per ricoprire funzioni in precedenza svolte da personale non dedicato e oltre il 90% dei partecipanti ha dichiarato di aver acquisito nuove competenze fondamentali per l'organizzazione. In generale 6 su 10 hanno arricchito le proprie attività, ampliando e/o diversificando il proprio sistema di offerta, 8 su 10 hanno rafforzato in modo significativo il proprio brand e posizionamento, e 1 su 2 ha avuto accesso a nuovi mercati o a nuovi segmenti di pubblico. Sempre secondo il report, la maggiore criticità nel generare impatti è dipesa dalle condizioni di partenza delle imprese beneficiarie, che risultano estremamente diverse tra loro: in molti casi l'assegnazione del contributo è arrivata nel momento di passaggio da una realtà retta sul volontariato a organizzazione con un progetto di sostenibilità futura, mentre per altre più mature il bando ha rappresentato la possibilità concreta di sviluppare prodotti, relazioni, linee di servizio che in assenza di capitali da investire sarebbero stati difficilmente realizzabili.

Per l'invio dei progetti c'è tempo fino al 23 giugno tramite l'area dedicata sul sito, ma attenzione saranno ammesse solo le imprese che dimostrano di aver avuto negli ultimi anni un'attività regolare con un livello sufficientemente costante di ricavi, di avere un'adeguata struttura con incarichi formalizzati, di redigere un bilancio completo di stato patrimoniale e conto economico e che possono esporre un valore positivo di patrimonio netto prima della data di pubblicazione del bando, adeguati provvedimenti di ricapitalizzazione. Il processo di valutazione si baserà, oltre che sulla qualità dell'offerta culturale, sul piano di attività, sul mercato potenziale, sul budget, sull'analisi dei rischi e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati tramite specifici progetti di miglioramento d'impresa.

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