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Sei virgola sette miliardi di dollari. Tanto vale il mercato dell'arte e delle antichità cinesi a livello globale. È il dato che emerge da uno studio pubblicato da Artnet in collaborazione con l'associazione delle case d'aste cinesi China Association of Auctioneers. Una cifra che rappresenta un terzo del mercato dell'arte complessivo (37%).
Ma che indicazioni ci dà sulla salute del mercato di questo segmento?
Secondo il rapporto, basato su dati d'asta del 2016 e giunto alla quinta edizione, rispetto all'anno precedente c'è stato solo un leggero calo del 5%, ma sono lontani i tempi in cui il mercato dell'arte cinese cresceva internamente del 500% (nel triennio 2009-2011) fino ad arrivare ad un totale di arte venduta all'asta a livello globale pari a 11,5 miliardi di dollari nel 2011. Da allora il calo è stato del 41% e il 2016 è il terzo anno consecutivo di declino.
Valori totali in miliardi di dollari delle vendite all'asta di arte e antichità cinesi a livello globale dal 2009 al 2016. (Fonte: Courtesy Artnet e China Association od Auctioneers)
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I trend. Il mercato si è sviluppato secondo due linee differenti all'interno della Cina e a livello internazionale. In Cina, infatti, la contrazione è iniziata nel 2012 dopo il triennio boom del 2009-2011 in seguito al rallentamento della crescita dell'economia cinese. In quell'anno il valore delle vendite all'asta all'interno della Cina è sceso del 46% da 9,3 a 4,9 miliardi di dollari, e da quel momento non si è più registrata una crescita sostanziale, con valori più o meno stabili fino ai 4,8 miliardi del 2016 (rappresenta un +7% sul 2015, anno in cui il mercato è arrivato a 4,4 miliardi).
All'estero, invece, il mercato dell'arte cinese ha seguito un'altra evoluzione: anche dopo il triennio di crescita 2009-2011, che aveva registrato un +278% fino a 2,1 miliardi, è continuato il trend positivo fino ad arrivare a 2,6 miliardi di dollari nel 2015 (significa una crescita del 163% dal 2009 al 2015). Nel 2016, però, si è registrata una generale contrazione del mercato dell'arte che ha investito anche il segmento dell'arte cinese, che in totale all'estero ha visto scendere del 27% gli scambi d'asta fino a 1,9 miliardi di dollari.
Il mercato in Cina. All'interno della Cina nel 2016 il mercato ha goduto della forza del segmento di fascia alta: la percentuale di valore derivata dai lotti aggiudicati sopra i 10 milioni di Renminbi (150.000 dollari circa) è arrivata al 29%, più del doppio rispetto a due anni fa, per cui il prezzo medio delle opere vendute all'asta in Cina è costantemente cresciuto dal 2013 fino ad arrivare ai 19.000 dollari attuali. Le case d'asta cinesi si sono concentrate più sulla qualità dei lotti che sulla quantità. L'offerta, infatti, è diminuita, con 499.260 lotti offerti nel 2016: il 6% in meno rispetto al 2015 e il 29% in meno rispetto al 2013. In compenso, è aumentata la percentuale di lotti venduti fino a 51% dal 47% del 2015 (ma è ancora lontana dal 58% del 2010 o dal 61% del mercato internazionale). Quindi quella leggera crescita sul 2015 (+7%) sembra basarsi più sulla qualità che sulla quantità, com'era successo, invece, nel 2013, grazie ad una comunità di collezionisti più ampia, più varia in quanto a gusti e più selettiva. Anche le aziende hanno avuto una parte più importante nel mercato, contribuendo all'innalzamento del prezzo medio (sono state responsabili per molte delle vendite sopra i 100 milioni di Renminbi, circa 15 milioni di dollari).
Il problema dei pagamenti. Resta il problema, ormai diventato cronico, dei mancati pagamenti, che pesa soprattutto nella fascia alta del mercato. Secondo lo studio, solo la metà dei 4,8 miliardi di dollari di arte venduta all'asta è stata effettivamente pagata (il 51% del valore, nel 2015 era il 58%). E la percentuale risulta ancora più bassa nella fascia alta del mercato, dove è pari al 47%. Anche il diamante rosa venduto da Sotheby'sad aprile a Hong Kong per il prezzo record di 71,2 milioni di dollari al conglomerato Chow Tai Fook non è stato ancora incassato, secondo quanto ha riportato Sotheby's nel suo rendiconto semestrale.
Il mercato all'infuori della Cina. All'estero, dicevamo, il mercato dell'arte e delle antichità cinesi si è contratto nel 2016 del 27% in seguito ad un generale ridimensionamento del mercato dell'arte internazionale (che ha perso il 24%). Inoltre è calato il numero delle case d'asta internazionali che offrono questa categoria: per la prima volta da sette anni è sceso da 332 del 2015 a 324 del 2016, così come è calato il numero dei lotti offerti (-13%) e quello dei lotti venduti (-6%). Il mercato dell'arte cinese tende a concentrarsi sempre di più in Cina, con le case d'asta internazionali che spostano i loro dipartimenti ad Hong Kong (la quota d'arte venduta in Nord America e Europa è scesa dal 33% del 2011 al 21% del 2016, mentre il valore dell'arte venduta a Hong Kong è aumentato da 66% al 78%). I collezionisti cinesi, infatti, hanno mostrato sempre più interesse per l'arte che arriva dall'estero per la sua provenienza pulita e i prezzi relativamente più bassi, e se prima c'erano alti costi di transazione (12% di tassa d'importazione e 17% di Iva), ora la tassa d'importazione è scesa al 3%.
I segmenti. Con la contrazione del mercato internazionale per l'arte cinese, c'è stata anche una concentrazione nelle mani delle top cinque tra le case d'asta: Poly International, Beijing Council e China Guardian, tutte e tre di Pechino, seguite da Sotheby's Asia e Christie's Asia sono responsabili per il 46% delle vendite globali.
Per quanto riguarda i diversi segmenti dell'arte cinese, la categoria Fine Chinese Paintings and Calligraphy (dipinti e calligrafie cinesi) è stata quella più forte in Cina sia in termini di valore (63,3%) che di volume (42,3%), mentre a livello internazionale hanno dominato le antichità cinesi (40,2%). Nell'arte contemporanea cinese c'è stato un calo in termini di volumi di vendita dal 2014 in seguito alla paura di una bolla, ma in compenso sono aumentati i lotti di questa categoria venduti nella fascia alta del mercato.
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