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Contestata a Genova mostra Modigliani. Si accende la guerra dei cataloghi…

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Contestata a Genova mostra Modigliani. Si accende la guerra dei cataloghi ragionati

(Ansa)
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Non c’è pace per Amedeo Modigliani (1884-1920): sulla mostra a Palazzo Ducale fino al 16 luglio a Genova è in corso un’inchiesta penale, dopo la denuncia del collezionista Carlo Pepi – noto per aver sventato la burla delle sculture nei fossi di Livorno del 1984 – che ha segnalato, a suo parere, la presenza di un certo numero di opere false attribuite a Modì. Rudy Chiappini, curatore della mostra, si è difeso con un dossier in attesa che si pronunci Mariastella Margozzi, perito della procura di Genova. Intanto dalla Francia la nuova bordata è a firma dello storico dell’arte Marc Restellini che contesta otto dipinti in mostra, tra cui il «Nudo disteso» del 1918 di Céline Howard e il ritratto di Chaïm Soutine.

Nella disputa sull’autenticità dell’opera dell’artista è in arrivo una nuova voce: lo studioso Kenneth Wayne – curatore del Portland Museum of Art, dell’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo e vicedirettore del Museo Noguchi di New York, al suo attivo mostre su Modigliani e gli artisti di Montparnasse – sta progettando una «variante del tradizionale catalogo ragionato» dell’artista: il catalogo di Ambrogio Ceroni, pubblicato per la prima volta nel 1958 e aggiornato nel 1970, è sì considerato il punto di riferimento, ma con alcune lacune, poiché la lista di 337 opere comprende solo quelle visionate personalmente da lui. Il «Progetto Modigliani» di Wayne ha lo scopo di fare nuova luce su un mercato pieno zeppo di falsi e di false autentiche. L’invenduto in asta ne è la prova senza appello con picchi del 45% negli ultimi 15 anni. «Prevediamo di pubblicare un supplemento al Ceroni entro il 2020 con circa 50 opere» ha dichiarato Wayne al The Art Newspaper. Da Parigi anche Restellini ha dichiarato a Vanity Fair che l’Institut Restellini intende promuovere un nuovo catalogo a pagamento online dei dipinti Modigliani entro fine anno.

A quasi 100 anni dalla morte dell’artista non esiste un catalogo ragionato che ne censisca scientificamente e in modo esaustivo la produzione su tela e su carta. I certificati rilasciati dalla figlia del pittore Jeanne Modigliani, erede morale dell’opera del padre, morta a 66 anni nel 1984, sono oggi totalmente screditati. Alla guida degli Archives Légales Amedeo Modigliani di Parigi la figlia nominò nel 1983 Christian Parisot e il Tribunale di Roma sancì che la nomina di archivista era legale. Ma questo non ha sanato la situazione, su Modì gravano troppi interessi: dopo l’exploit in asta del 2015 con un turnover di 223,6 milioni di dollari, raggiunto grazie al record da 152 milioni (170,4 con le commissioni) del «Nu couché» del 1917-18, già parte della collezione Mattioli, comprato in asta da Christie’s da Long Museum di Shanghai del miliardiario cinese Liu Yiqian, il collezionismo delle opere di Modigliani – composto da disegni e acquarelli e poche tele – va a caccia di opere autentiche e la mostra alla Tate Modern dal 23 novembre al 2 aprile 2018 aiuterà a fare ulteriore luce .

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