A cento anni dalla morte, Vienna si prepara a celebrare uno dei suoi più grandi artisti, Egon Schiele ( 1890-1918). Quando morì nel 1918 all'età di 28 anni di influenza spagnola, l'artista era ormai visto come uno dei più importanti pittori viennesi del su tempo. Al Rudlolf Leopold Museum , istituzione viennese che ospita 40 dipinti e cir-ca 180 opere su carta di Schiele, la più ampia e prominente collezione al mondo di opere del pittore espressionista, Jane Kallir, la più autorevole esperta del pittore, co-direttrice della galleria St. Etienne di New York , ha annunciato l'imminente pubblicazione online del catalogo ragionato del maestro, aggiornato e ampliato grazie a nuove ricerche. Il progetto è stato sponsorizzato dal Kallir Research Institute, ente senza scopo di lucro, e finanziato da un anonimo donatore.
La catalogazione scientifica e la piattaforma digitale
La prima fase del progetto online sarà lanciata entro ottobre 2018, anniversario della morte del pittore, e presenterà un aggiornamento relativo alle informazioni di autenti-cazione delle opere schedate; mentre la seconda parte del progetto offrirà un aggiornamento ancor più completo delle provenienze, con prove e documenti giustificativi, che andranno ad arricchire le informazioni indicate nella pubblicazione scientifica del 1990. La catalogazione online, a differenza delle pubblicazioni cartacea, ha il pregio di permettere il costante aggiornamento della schedatura delle opere.
Il corpus pittorico del maestro oggi è composto da circa 3.000 opere tra dipinti ad olio, acquerelli e disegni. Il catalogo dalla sua prima pubblicazione nel 1990 si è arricchito di oltre cento opere scoperte negli ultimi 27 anni, identificate e archiviate. La prima catalogazione risale al 1930. A spingere l'esperta a ideare questa piattaforma digitale è il persistente problema della ricostruzione delle catena dei passaggi di proprietà delle opere e della tracciabilità delle diverse provenienze. Il Leopold Museum, dove si è tenuta la presentazione del nuovo progetto di archiviazione e che ospita tra l'altro l'Egon Schiele-Documentation Centre dedicato alla ricerca del lavoro del pittore, si è trovato più volte in imbarazzo e costretto, dopo lunghe battaglie legali, a restituire opere di Egon Schiele, sequestrate dai Nazisti alle famiglie ebree quando invasero l'Austria. Nel 2010 dovette pagare ben 19 milioni di dollari per risarcire gli eredi della gallerista Lea Bondi Jaray e poter continuare a disporre del “Ritratto di Wally Neuzli” del 1912, modella e amante del pittore. Le restituzioni, ha spiegato l'esperta, sono un problema aperto accanto ai falsi che ciclicamente fanno la loro comparsa sul mercato, dati gli elevati valori di mercato ormai raggiunti non solo dai rari dipinti su tela tele, ma dai molti disegni e acquerelli su carta. Dopo le opere su carta di Picasso, quelle di Egon Schiele sono ritenute le più costose in assoluto tra i maestri del XX secolo.
Il delicato lavoro di archiviazione e autenticazione richiede esperti che sappiano “leggere” il livello qualitativo delle opere e distinguere quelle autografe da quelle fal-se. Ma, secondo Janne Kallir, molti esperti sono senz'occhi: “Oggi siamo di fronte a una carenza di connoisseurship. Gli storici dell'arte non sono stati addestrati a guardare”.
Il nonno dell'esperta, il commerciante d'arte Otto Kallir, nato a Vienna, fu autore del primo catalogo di Schiele nel 1930 e aprì la Galerie St Etienne , a New York, nel 1939, specializzata appunto in Austrian and German Expressionism ,di cui Jane Kallir è co-direttrice.
Egon Schiele in asta
Vienna all'inizio del XX secolo è stata il centro della modernità in cui si svolgevano le ricerche sull'inconscio e sui sogni, una città culturalmente molto viva e sofisticata che si contrapponeva a Parigi. I protagonisti sono scrittori, filosofi, pittori e architetti che si ritrovano nei caffè e per le strade della città: Arthur Schnitzler, Adolf Loos, Oskar Kokoschka, Gustav Klimt, Hogo von Hofmannsthal e altre figure di spicco del Novecento. Klimt, nel cruciale 1913, ha cinquant'anni ed è già un pittore affermato (risale al 1907 il ritratto del “periodo d'oro” della modella dell'alta borghesia viennese, “Adele Bloch-Bauer I”, acquistato da Ronald Lauder per 135 milioni di dollari nel 2006, oggi conservato alla Neue Gallerie di a New York, dal passato anch'esso opaco), mentre Schiele, ha solo ventitré anni e nei pochi anni che gli rimangono da vivere cercherà di affermarsi.
Il suo gallerista dell'epoca faticava ancora a vendere quei corpi nudi, tormentati, mar-toriati e contorti, e in una lettera si lamenta scrivendogli: “Chi mai potrebbe comprare questi quadri? Ho davvero poche speranze”.
Oggi si fatica, invece, a trovarli, soprattutto i dipinti su tela. Nel 2006 le opere di Egon Schiele hanno fatturato 79 milioni di dollari in asta, si tratta del venduto più importante registrato dal pittore viennese, con 49 lotti scambiati. Nel 2016, invece, sono state aggiudicate 59 opere per un valore complessivo di 17,4 milioni di dollari, con una percentuale di invenduto pari al 31,4%.
Schiele eseguì un vasto numero di disegni negli ultimi due anni della sua vita (1917-1918): studi per ritratti su commissione e studi di vari modelli, come si può leggere nelle schede curate da Jane Fallir relative alle due opere su carta battute il 21 no-vembre a Vienna da Dorotheum durante l'incanto di Arte Moder-na. Il nudo femminile (Liegende Frau, 1917) dipinto a guazzo e gessetto nero su carta (45 x 29,7 cm), da una valuta-zione di 700.000-1.200.000 euro è stato aggiudicato per 2.345.000 di euro. Il sogget-to del disegno, impossibile da identificare con certezza, potrebbe essere una delle due sorelle del pittore Adele o Edith, o di nessuna delle due, secondo l'esperta. Il pittore, per ironia della sorte, raggiunse la vetta del successo professionale nel 1918. Quell'anno confermò Schiele come il maggiore artista austriaco, portandogli nuove commissioni: per la prima volta, un numero significativo di clienti erano don-ne. Il pittore non poté vivere abbastanza a lungo da realizzare neppure una di queste commissioni ad olio. Il secondo lavoro venduto in asta da Dorotheum è stato un dise-gno a gessetto nero, un volto femminile che appartiene proprio all'ultimo anno di vita di Egon Schiele (stima: 200.000 - 300.000 euro) battuto per 210.400 euro, quindi sot-to la stima massima.
Il Leopold Museum di Vienna e i record d'asta
Il prezzo più alto di aggiudicazione in asta per un opera di Egon Schiele è stato segnato nel 2011 da uno dei suoi rari dipinti su tela mai passati sotto il martello prima di allora. Si tratta di un paesaggio urbano che fino al 2011 era appeso alle pareti del Leopold Museum di Vienna. “House with colorful Laundry, Suburb II” eseguito nel 1915, venne aggiudicato per 24,7 milioni di sterline, sotto la valutazione massima di 30 milioni. Il dipinto fu acquistato nel 1952 da Rudolf Leopold (1925 -2010), collezionista d'arte austriaco, quando sul mercato si trovavano ancora opere del pittore a prezzi convenienti. La collezione, composta da oltre 5mila opere, venne comprata dallo Stato austriaco e successiva-mente andò a formare il Leopold Museum di Vienna. La tela “House with colorful Laundry, Suburb II” venne messa all'incanto dal Leopold Museum per rientrare dei 19 milioni di dollari versati agli eredi di Lea Bondi Jaray l'anno prima. Ma non è l'unica opera ad essere stata venduta dal museo. Nel 2013 una gouache e penna su carta, “Lovero - Self-Portrait With Wally”, tra i capolavori su carta di Schiele offerti in asta, ha toccato 9,1 milioni di euro (47 x 30 cm). Anch'essa proveniva dalla raccolta del Leopold Museum di Vienna, insieme ad altre opere su carta i cui ricavati andarono a rimpinguare le casse del museo.
© Riproduzione riservata