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Gallerie in corsa per i lasciti d’artista

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Gallerie in corsa per i lasciti d’artista

Continua la corsa ai lasciti d'artista da parte delle grandi gallerie. Solo questa settimana ne sono stati annunciati sette tra cui quelli di due italiani: Maria Lai, che è entrata nella scuderia di diMarianne Boesky di New York e sarà nel suo stand ad Art Basel Miami Beach con prezzi tra 30.000 e 200.000 euro (per il 2018-2019 sono previste anche mostre agli Uffizi di Firenze e presso Magazzino, lo spazio dei collezionisti Nancy Olnick e Giorgio Spanu nella Hudson Valley), e Antonio Calderara, artista autodidatta, noto per i suoi dipinti astratti degli anni ’50-60, preso in consegna daLisson Gallery che lo presenterà nella sua galleria di Londra a gennaio 2018. La stessa galleria ha annunciato che rappresenterà Ted Stamm, artista americano rappresentante della pittura monocroma e del Minimalismo.

Hauser & Wirth, che detiene il primato di lasciti tra le gallerie con un totale di 25 di cui 14 assunti negli ultimi sei anni, ha annunciato di aver aggiunto al suo portafoglio il lascito del grande scultore spagnolo Eduardo Chillida, e che nel 2018 riaprirà al pubblico il parco sculture da lui fondato vicino a San Sebastian, sviluppando insieme all'archivio un modello sostenibile incentrato su un programma di mostre temporanee. E poi, la galleria inglese Blain Southern ha annunciato che d'ora in poi rappresenterà il lascito del rumeno Avigdor Arikha, noto per i suoi dipinti realizzati in un solo giorno esclusivamente alla luce naturale, mentre la greca Kalfayan Galleries ha preso in mano il lascito di Nausika Pastra, inclusa quest'anno a Documenta ad Atene.

Lasciti e mercato. L'ingresso di queste potenti gallerie nel mercato degli artisti avrà un chiaro effetto sul mercato. Il riconoscimento del patrimonio artistico di un artista post mortem, infatti, si riflette sui prezzi solo se nulla viene lasciato al caso. Diversi sono gli “ingredienti' che concorrono a mantenere alta l'attenzione. Un ruolo fondamentale è svolto proprio dalla galleria che, in collaborazione con gli eredi, la fondazione o l'archivio, mette in atto alcune operazioni volte a promuovere il patrimonio artistico. Tra queste, le retrospettive nei musei, che aiutano a sostenere i valori di mercato anche in occasione di passaggi in asta. L'attenzione portata su Philip Guston durante la Biennale di Venezia con la mostra alle Gallerie dell'Accademia, per esempio, si è avvertita subito ad Art Basel, dove il primo giorno di fiera Hauser & Wirth, che gestisce il lascito, ha venduto “Scared Stiff” (1970) sui 15 milioni di dollari e “Untitled” (1969) a 2 milioni, ma anche nelle recenti aste di New York, dove “Untitled (Wall)” del 1971 daChristie's ha raddoppiato la stima di 400-600mila dollari per arrivare a 1.212.500 dollari, mentre “The Visit” (1955) e “Untitled” (1973) sono state vendute da Sotheby's rispettivamente 8.356.800 e 3.315.000 dollari.
La galleria Hauser & Wirth è tra le più attive in questo business. «In 25 anni di attività abbiamo sviluppato la conoscenza, l'esperienza e le risorse necessarie per gestire con competenza le responsabilità legate alla cura del lascito di un artista» commenta Iwan Wirth, co-fondatore della galleria. «All'interno del nostro team poniamo una forte enfasi sullo studio e abbiamo esperti per la ricerca e dipartimenti per le pubblicazioni, insieme ad una vasta portata internazionale e ottimi rapporti con le istituzioni di tutto il mondo. Abbiamo un approccio altamente individuale per ogni lascito e lavoriamo a stretto contatto con coloro che conoscevano l'artista per contribuire a dare forma alla loro eredità».
Puntale anche l'azione sul mercato dell'artista: «Analizziamo diligentemente il mercato di un artista - continua Wirth - e, lavorando a stretto contatto con la rispettiva famiglia o fondazione, progettiamo un piano a lungo termine per il loro mercato, sia primario che secondario. Siamo consapevoli che esiste un “effetto Hauser & Wirth”, per il quale il mercato risponde positivamente non appena annunciamo la rappresentazione di un nuovo artista o, in particolare, di un patrimonio artistico. Questo è ovviamente dovuto alla nostra esperienza e al nostro successo nel lavoro con artisti e artisti».

Un lavoro che inizia presto. Il lavoro della galleria inizia già quando gli artisti sono ancora in vita. È stato così per la maggior parte dei lasciti rappresentati da Hauser & Wirth, per esempio per Louise Bourgeois, Jason Rhoades e Maria Lassnig, che ha personalmente nominato Iwan Wirth come membro fondatore della Maria Lassnig Foundation nel suo testamento. Quest'anno a giugno si è aggiunto anche il lascito dell'ultranovantenne Geta Bratescu, figura chiave dell'arte concettuale rumena, schierata dal suo paese nel padiglione nazionale quest'anno a Venezia. Ad ArtBasel la galleria ha venduto almeno cinque sue opere a prezzi tra 15mila e 70mila euro.
Anche l'arte italiana è entrata nell'orbita della galleria svizzera. Da giugno di quest'anno, infatti, Hauser & Wirth ha siglato un accordo con la Fondazione Piero Manzoni per l'esclusiva mondiale, mentre da qualche anno ha già in portafoglio gli estate di Fabio Mauri e Fausto Melotti. L'indice di Artprice mostra che le sculture di quest'ultimo hanno avuto sempre un andamento positivo, con un rallentamento a partire dal 2013 e poi una graduale ripresa in concomitanza con l'ingresso nella blasonata galleria. Lo scorso aprile da Christie's a Milano, l'opera “Tema e variazioni I” del 1970 (3 ed.+1) ha raddoppiato la stima alta (200-300mila euro) ed è stata aggiudicata per 608.190 euro e, infine,Lévy Gorvy rappresenterà negli Stati Uniti François Morellet, attualmente in mostra alla Dia Art Foundation (la prima mostra negli Usa da 30 anni a questa parte).

Chi si è aggiudicato i lasciti nel 2017

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