La casa d'aste torinese Bolaffi, specializzata in filatelia e numismatica, nel 2017 ha sostanzialmente mantenuto i risultati dell'anno precedente (+1,6%), realizzando 19,2 milioni di euro con la vendita di 11.113 lotti in 16 aste (15 nel 2016). Le percentuali di venduto sono state pari al 72% per lotto e 71% per valore. Il settore a più alto aggiudicato è stato la numismatica (6 milioni di euro), ma il top lot è stato registrato nel settore dei gioielli con un anello in diamante taglio smeraldo (ct 10,40, colore F, purezza VVS1), venduto il 5 aprile a 430.000 euro (base d'asta 300.000 euro). Tra le principali novità del 2018 c'è la prima asta di “Auto e moto classiche”, in programma il 23 maggio nel circuito de La Pista di Lainate, alle porte di Milano, dove aveva sede la storica Alfa Romeo. ArtEconomy24 ha intervistato l'ad Filippo Bolaffi sull'anno appena concluso.
Com'è andato l'anno 2017 rispetto al 2016?
Il bilancio è positivo, con un lieve aumento del fatturato, ma un notevole aumento dei clienti. Le ragioni sono state il numero crescente degli oggetti posti in vendita in ogni asta e, contemporaneamente, la mancanza di grandi picchi come avvenuto nell'anno passato. Abbiamo registrato l'ulteriore crescita – per il terzo anno consecutivo - del dipartimento dei vini, l'apertura al design e il consolidamento del settore dei “football memorabilia” in cui siamo pionieri assoluti in Italia. Il 2017 ci ha regalato anche la soddisfazione di una vendita numismatica da oltre 4 milioni, un record per il dipartimento. Infine, il debutto di alcune aste “internet live” per abituare i clienti a un acquisto virtuale con la stessa fiducia della presenza in sala.
Quali segmenti crescono e quali calano?
Si confermano trainanti la numismatica e la filatelia mentre, asta dopo asta, cresce costantemente il dipartimento dei vini pregiati e distillati. Il settore che fa più fatica è quello della fotografia, in cui è molto difficile reperire materiale interessante.
Qual è la percentuale di acquirenti stranieri? Da quali nazioni? In quali aste partecipano maggiormente e che cosa comprano?
La percentuale di acquirenti stranieri è di circa il 44% con clienti da 65 nazioni diverse, soprattutto Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Svizzera, Spagna, Belgio, Russia, Cina e Australia. Le aste maggiormente partecipate dai collezionisti internazionali sono principalmente numismatica, filatelia, vini pregiati e distillati, libri rari e autografi.
Qual è la fascia di prezzo in cui vendete di più?
Tra i 5mila e i 10 mila euro.
Come cresce il mercato online? Che tipo di lotti si vendono sul web e in che fascia di prezzo?
Si espande in maniera significativa, anche grazie al primo anno di piena funzionalità della nostra piattaforma proprietaria astebolaffi.it che ha spostato l'acquisto di tanti clienti affezionati dalla sala d'aste al web. Sono stati venduti online oggetti di tutti i dipartimenti. Dove la visione lotti è meno necessaria, come nel caso dei vini e dei manifesti, il numero di acquirenti online è maggiore.
Quali sono i pro e i contro che avete incontrato nell'applicazione della nuova legge sulla circolazione delle opere d'arte all'estero (L. 4 agosto 2017, n. 124)?
Ad oggi non si vede alcun “pro pratico” di una legge che sulla carta avrebbe dovuto migliorare leggermente la situazione; lo scollamento che esiste tra la legge e la sua applicazione pratica da parte degli uffici esportazione, non ne fa ravvisare ancora alcun beneficio.
Quali effetti potrebbe avere sulla vostra attività l'ipotesi d’introduzione del capital gain sull'arte, proposta alla Camera nella manovra di Bilancio, ma poi cassata?
Questa volta la proposta non è passata, ma è probabile che quello che è uscito dalla porta rientri dalla finestra. Se la legge viene scritta in modo chiaro e ha un'applicazione oggettiva e non soggettiva, a fronte di una tassazione equilibrata non vedo alcuno sconvolgimento nel nostro settore. Il problema è che in Italia le leggi si scrivono senza una conoscenza pratica e diretta della materia, quindi poi, quasi sempre, la loro applicazione è diversa dalla ratio del legislatore. Se succedesse in questa materia sarebbe drammatico.
Il disegno di legge AS2864 al Senato, che riforma la disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio, prevede una pena per mendaci dichiarazioni in sede di esportazioni di beni culturali e un aumento delle pene per i reati di furto di beni culturali, appropriazione indebita di beni culturali, ricettazione di beni culturali, riciclaggio di beni culturali, illecita detenzione di beni culturali, violazioni in materia di alienazione di beni culturali, uscita o esportazione illecita di beni culturali, contraffazione di opere d'arte, attività organizzate per il traffico illecito di beni culturali. Se questo disegno di legge verrà ripreso dal prossimo governo in che modo potrebbe influire sulla vostra attività?
Questa legge è giusta ma scritta molto male, come quando equipara gravissimi reati di ricettazione internazionale e veniali omissioni amministrative in un'attività svolta in modo lecito. Per fortuna a questo punto il testo deliberato alla Camera non può più essere approvato dal Senato. La legge è perfetta nella sua ratio e non pregiudicherebbe minimamente la nostra attività, però andrebbe scritta diversamente, onde evitare che diventi troppo rischioso operare per gli operatori professionali, i quali si esporrebbero a pene gravissime per eventuali piccoli illeciti dovuti alla quantità di beni trattati, solo perché di natura culturale.
© Riproduzione riservata