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Per i due Rubens e Renoir rubati cinque ordinanze di custodia cautelare

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Per i due Rubens e Renoir rubati cinque ordinanze di custodia cautelare

“Le fanciulle sul prato” di Pierre- Auguste Renoir (1841-1919) olio su tela  e la “Sacra Famiglia” di Pieter Paul Rubens (1577-1640), olio su tavola
“Le fanciulle sul prato” di Pierre- Auguste Renoir (1841-1919) olio su tela e la “Sacra Famiglia” di Pieter Paul Rubens (1577-1640), olio su tavola

Se fosse andato a segno, si sarebbe trattato di un colpo da ben 26 milioni di euro. Cinque persone sono state accusate di aver rubato, infatti, due preziosissimi quadri: una “Sacra Famiglia” dipinta su tavola dal pittore di Anversa Pieter Paul Rubens (1577-1640) e un raffinata composizione su tela attribuita alla mano del maestro dell'Impressionismo Pierre- Auguste Renoir (1841-1919) intitolata “Le fanciulle sul prato”. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale(TPC) di Monza, nelle prime ore di questa mattina, hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di quattro italiani ed un croato ritenuti responsabili del furto. I “militari dell'arte” hanno, infatti, eseguito cinque arresti, tre persone sono finite in carcere e due ai domiciliari, in base a un'ordinanza del gip di Monza per furto aggravato. I quadri erano stati rubati nell'aprile 2017 a un mercante d'arte a Monza e ad oggi non sono ancora state ritrovate, ma non si esclude che siano già finte all’estero. Sono, naturalmente, presenti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando Carabinieri T.P.C. Le indagini per risalire alle opere, coordinate dal pm Salvatore Bellomo, sono ancora in corso e sono scaturite dalla denuncia presentata nell'aprile dello scorso anno da un commerciante d'arte cagliaritano ai Carabinieri del Nucleo TPC di Monza che ha raccontato ai militari dell'Arma che quel pomeriggio, al termine di una trattativa durata alcune settimane per la compravendita dei due dipinti, uno di sua proprietà l'altro di una 65enne gallerista piemontese, si era accordato con l'acquirente, un sedicente alto rappresentante della comunità ebraica milanese, nonché diplomatico con passaporto israeliano, per incontrarsi presso un'abitazione privata di via Quintino Sella a Monza. Secondo la ricostruzione il luogo non era stato scelto a caso, ma oculatamente individuato in virtù della presenza al piano superiore della sede del Consolato Onorario d'Albania, per rendere più credibile le potenzialità economiche dell'acquirente delle opere, per le quali era stata pattuita la somma complessiva di 26 milioni di euro.
Nel corso delle attività riguardanti la formalizzazione documentale degli atti di acquisto, i dipinti sono stati caricati a bordo di un mezzo con il quale repentinamente il sedicente diplomatico si è dato alla fuga, dileguandosi.
Le indagini hanno consentito di identificare il reo in un 44enne croato di Trezzano sul Naviglio (MI), nonché coloro i quali avevano messo a disposizione i locali ove era si era consumato il furto, ovvero due fratelli monzesi di 52 e 59 anni.
Le successive attività investigative hanno permesso di individuare altri due correi, padre e figlio, rispettivamente un 62enne domiciliato a Vigevano (PV) ed un 33enne dimorante a Seregno (MB), che avevano fornito all'indagato straniero il supporto logistico e le utenze telefoniche mobili utilizzate per organizzare la simulata compravendita. Il cittadino croato ed i due fratelli monzesi sono stati associati presso la Casa Circondariale di Monza, mentre gli altri due indagati sono stati posti in regime di arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni. Altri due complici, un 60enne residente in provincia di Brescia ed un 80enne residente a Milano, sono stati, infine, denunciati a piede libero dai Carabinieri per aver avuto un ruolo secondario di mediazione nell'attività delittuosa.

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