Talia Chetrit, Invernomuto, Diego Marcon: questi i nomi dei finalisti del Maxxi Bulgari Prize, che dal 3 giugno al 4 novembre 2018 sono in mostra al museo Maxxi di Roma. Presentati poco più di un anno fa presso il Bulgari Hotel di Londra, durante la settimana di Frieze Art Fair, gli artisti hanno lavorato tra ottobre e maggio scorsi ai lavori in mostra, sulla cui base il prossimo 26 ottobre verrà nominato il vincitore da una giuria composta da David Elliott, Yuko Hasegawa, Hans Ulrich Obrist, Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi. L'opera selezionata entrerà a far parte della collezione del museo, a fronte di un'acquisizione di 15mila euro.
La partnership con Bulgari. Questa è la prima edizione del Maxxi Bulgari Prize, ma l'ottava considerando l'ormai storico Premio Maxxi, premio biennale
volto alla promozione e alla valorizzazione della giovane arte contemporanea che ha dato vita al nucleo fondante della collezione
del museo. Sotto la direzione di Bartolomeo Pietromarchi – dal 2016 direttore del Maxxi Arte e precedentemente del Macro –,
il premio si è rinnovato. Il Maxxi Bulgari Prize è infatti una vera e propria evoluzione del Premio Maxxi, una continuazione
della sua storia in un'ottica di crescita, che da questa edizione ha assunto il nuovo nome in virtù della collaborazione del
museo con la casa di moda Bulgari.
Una partnership e non una sponsorizzazione, ci tiene a sottolineare Pietromarchi: “La differenza con gli anni passati è di
scala. In altre vesti, ho seguito personalmente le altre edizioni del premio. Come direttore ho pensato di farlo crescere
ancora di più, dandogli una dimensione internazionale e cercando un partner che fosse all'altezza in temine economici, di
riconoscibilità e di prestigio, come nel caso di altri premi internazionali. Abbiamo avuto l'opportunità di poterlo fare con
Bulgari”.
La partnership tra il Maxxi e Bulgari è: “basata su valori comuni quali memoria, innovazione, passione, creatività e sperimentazione
e sulla consapevolezza dell'importanza del sostegno alla cultura e del ruolo strategico dell'alleanza pubblico/privato” come
da documenti ufficiali. L'incontro tra il Maxxi e Bulgari è avvenuto nel 2014, in occasione della mostra “Bellissima. L'Italia
dell'alta moda 1945-1968”, di cui la maison era main partner. L'intervento a favore dell'arte a Roma, città in cui è stata
fondata la casa di moda nel 1884, si era già visto in alcune occasioni, tra cui, nel 2014, il restauro della scalinata di
Trinità dei Monti – con un contributo di 1,5 milioni di euro – e nel 2015 il restauro dei mosaici pavimentali policromi della
palestra occidentale d'ingresso delle Terme di Caracalla.
Con Bulgari al fianco del museo, si è potuto progettare un premio sul modello di quelli internazionali – seppur con risorse
economiche differenti –, come l'Hugo Boss Prize del Guggenheim, il Prix Marcel Duchamp del Centre Pompidou, il Turner Prize della Tate Gallery.
L'investimento economico è di circa il doppio rispetto alle scorse edizioni: 400mila euro, ripartiti al 50% tra Maxxi e Bulgari.
Vi sono poi contributi tecnici da parte di Enel, primo socio fondatore privato della Fondazione Maxxi, che affianca la Fondazione in un piano di efficientamento energetico
del museo, e SKY ARTE HD, media partner dal mese di ottobre 2017 delle produzioni originali raccontano le principali mostre della stagione.
Gli artisti del Premio Maxxi dal 2000 a oggi. Dalla prima edizione del 2000 ad oggi, il premio ha portato alla collezione permanente del Maxxi numerose opere, e un totale di 42 artisti. Fino alla IV edizione tutti i lavori dei partecipanti entravano a far parte della collezione mentre dal 2010 il museo acquisisce solo l'opera del vincitore. Dai 14 artisti dell'edizione 2000/2001 (Mario Airò, Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Bruna Esposito, Stefania Galegati, Miltos Manetas, Margherita Manzelli, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Paola Pivi, Alessandra Tesi, Vedovamazzei, Francesco Vezzoli) si è passati ai tre di quest'ultima edizione. Quattro erano gli artisti della seconda e terza edizione (Charles Avery, Avish Khebrehzadeh, Sara Rossi, Carola Spadoni e Carolina Raquel Antich, Manfredi Beninati, Loris Cecchini, Lara Favaretto). Nel 2010 ha vinto Rossella Biscotti, nel 2012 Giorgio Andreotta Calò (visto poi nelPadiglione Italiaalla scorsa Biennale di Venezia), nel 2014 Marinella Senatore, nel 2016 ZAPRUDER filmmakersgroup.
Le quotazioni degli artisti. Il valore economico dei tre artisti in lizza al Maxxi Bulgari Prize vanno dai 1.500 ai 20mila euro. Le fotografie di Talia Chetrit (New York, 1982), prodotte in 5 copie + 2 prove d'artista, sono comprese tra i 7mila e i 9mila dollari. I lavori degli Invernomuto (Simone Bertuzzi, Piacenza, 1983 e Simone Trabucchi, Piacenza, 1982) vanno dai 1.500 euro per quelli più piccoli, 8mila per
le sculture e le fotografie, fino ai 20mila per i video. I lavori di Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985) oscillano tra i 5mila e i 15mila euro.
Il budget di produzione conferito dal museo a ciascun artista per l'opera per il premio equivale a 15.000 euro, e comprende
spese di produzione, viaggi, alloggi, collaborazioni tecniche, ecc. A carico del Maxxi è anche l'allestimento della mostra,
curata da Giulia Ferracci. Invernomuto ha presentato un'installazione composta da diverse opere collegate al film “Calendoola: SURUS”, Diego Marcon
il video “Ludwig” e Talia Chetrit il progetto fotografico e video “Amateur”.
Calendoola: SURUS degli Invernomuto ha richiesto un budget di produzione più alto di quanto stanziato dal museo; con l'ausilio
della galleria Pinksummer e di Gluck50 sono stati trovati dagli artisti altri fondi attraverso finanziatori privati. Il lavoro, che consiste in un'unica installazione
che comprende diverse opere in relazione tra loro (un'installazione video, una scultura e un profumo), ha infatti previsto
l'affitto di un elefante, di una location cinematografica a Cinecittà e attrezzature tecniche particolari.
Sono rientrati nel budget di produzione Diego Marcon e Talia Chetrit. “Ludwig” di Diego Marcon, realizzato interamente in
CGI (computer-generated imagery), è un video loop di un minuto che presenta 8 loop con piccole variazioni. Marcon si è avvalso
di un animatore CGI, di un compositore e sound designer e ha collaborato con il Coro di Voci Bianche dell'Accademia Teatro alla Scala. Sono state realizzate 5 edizioni del video, il cui costo si aggira intorno ai 20mila euro.
Il corpo del lavoro del progetto fotografico “Amateur” di Talia Chetrit è stato prodotto appositamente per il premio: una
grande installazione composta da diverse opere, di cui alcune erano preesistenti. Il budget ha coperto interamente la produzione,
che includeva la stampa delle fotografie a New York e la loro incorniciatura in Europa, oltre alle spese di viaggio a Roma.
Trattandosi di un'opera unica, non sono state vendute fotografie in mostra, ma alcune edizioni di singole foto sono state
vendute in passato.
“Tutti gli artisti esposti hanno già vinto” sottolinea Bartolomeo Pietromarchi. La mostra, realizzata per la prima volta
nella Galleria 4 del museo e il catalogo, che comprenderà non solo l'artista vincitore ma tutti e tre i selezionati, sono
segni di una rinnovata attenzione rivolta ad un premio che vuole essere sempre più di respiro internazionale.
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