L'artista svizzera Sophie Mirra Grandjean, classe 1986, e l'olandese Aliki van der Kruijs, classe 1984, sono le vincitrici rispettivamente nella sezione Arte e Design della terza edizione del premio dedicato alla
ceramica contemporanea Open to Art, l'unico in Italia dopo quello storico del Mic di Faenza, organizzato dalleOfficine Saffi, galleria milanese specializzata nella ceramica artistica. La premiazione si è svolta il 13 febbraio di fronte agli artisti
e alla giuria composta da Felicity Aylieff (artista, head of programme Royal College of Art), Laura Borghi (Officine Saffi), Flaminio Gualdoni (giornalista, critico d'arte e professore all'Accademia di Brera), Tom Morris (editor e consultant specializzato in design, interiors e architettura), Isabelle Naef Galuba (direttrice delMuseo Ariana), Elisa Ossino (architetto, stylist), Ranti Tjan (direttore di EKWC) e Matteo Zauli (curatore, direttore del Museo Carlo Zauli). La mostra dei finalisti rimane aperta al pubblico fino al 18 aprile 2019 (ingresso gratuito).
Il premio. Le due artiste, che ricevono 5.000 euro ciascuna, sono state scelte tra 24 finalisti, di cui 19 per la sezione Arte e cinque
per la sezione Design, a loro volta selezionati tra 400 candidati. La partecipazione al concorso è aperta a tutti senza limiti
d'età, la quota di iscrizione al premio è di 50 euro, con un'agevolazione per i partecipanti sotto i 30 anni (30 euro). Molti
sono stati i partecipanti sotto i 35 anni e le adesioni sono arrivate da 45 nazioni su cinque continenti, per cui il premio
rappresenta veramente un'occasione per scoprire nuovi talenti in questo genere di espressione artistica che tra gli artisti
contemporanei ha raggiunto un'elevata popolarità, smarcandosi definitivamente dalle arti decorative. Le opere in mostra sono
in vendita con prezzi da 600 a 13.500 euro.
I contributi degli artisti riflettono la varietà di soluzioni e la versatilità di questo materiale affascinante. La vincitrice
della sezione Arte, Sophie Mirra Grandjean, ha vinto con la serie di opere “Les Souffles”, 2016-2018, lastre di ceramica sulle cui superfici l'artista registra un soffio, un piccolo movimento dell'aria eseguito
da un ospite del suo studio mentre racconta una storia personale davanti ad una tazza di tè o di caffè. Molto poetica anche
l'opera con cui Aliki van der Kruijs ha vinto la sezione Design: una serie di piatti realizzati in Giappone sui quali l'artista
ha immortalato le gocce di pioggia. Sul retro del piatto, la registrazione del luogo e dell'ora esatta in cui quelle gocce
sono cadute.
Le residenze. Oltre ai primi due premi principali sono stati assegnati sei premi-residenza in collaborazione con importanti centri internazionali.
Tommaso Corvi Mora, gallerista italiano a Londra ma anche artista, classe 1969, andrà in residenza aSundaymorning@ekwc in Olanda. Ha partecipato con un vaso che si rifà alla ceramica tradizionale, con riferimenti formali al Bauhaus ma anche agli antichi vasi della Daunia e una caratteristica croce bianca che ricorda Beuys. L'americanaLinda Lopez, classe 1981, con le sue ceramiche che sembrano peluche, parteciperà ad una residenza presso l'International Ceramic Research Center Guldagergaard in Danimarca, mentre Giulia Bonora, italiana, classe 1986, andrà al Museo Carlo Zaulia Faenza. Da poco laureata, ha iniziato a lavorare con la ceramica sul rapporto organico-inorganico e ha presentato una scultura
che ricorda un intestino ma è in un colore blu che non appartiene al corpo umano. La tedescaSarah Pschorn, classe 1989, andrà in Giappone all'International Ceramic Art Festival Sasama. Nella sua ricerca associa alla ceramica oggetti di recupero, come vecchi piatti in vetro o mattoni. Virginia Leonard, neozelandese, classe 1965, che andrà in residenza adAmforaa Seinäjoki in Finlandia, ha partecipato con dei vasi molto barocchi che funzionano come autoritratti in cui l'artista rappresenta
la propria condizione di sofferenza dopo un incidente che le ha provocato danni permanenti. Il lavoro sulla ceramica rappresenta
per lei una terapia. Infine Cecil Kemperink, olandese, classe 1963, andrà al Museo della Ceramica di Mondovì grazie ad una coperta realizzata con anelli di ceramica.
In gara c'erano altri due italiani nella sezione Arte,Salvatore Arancio, classe 1974, che da tempo lavora con la ceramica e ha già partecipato alla Biennale di Venezia, e Andra Sala, classe 1976, che invece ha scoperto questo materiale di recente e ha partecipato con una scultura molto difficile da realizzare
ispirata ad un radiatore, che inganna la vista sul materiale e si sorregge grazie ad un gioco di equilibri. Entrambi sono
rappresentati dalla galleria Federica Schiavo. Altri due italiani nella sezione Design: Yves Perrella, di base in Argentina, che ha partecipato con dei vasi serigrafati, e Claudio Pulicati, che invece vive ad Ischia e ha presentato dei vasi monofiore la cui superficie sembra fatta, anch'essa, di roccia vulcanica.
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