Nato tra le province di Parma e Piacenza, ilDucato Prize apre quest'anno le porte alla sua prima edizione. Il premio è articolato in due sezioni: premio Arte Contemporanea, che consiste
in un premio acquisto di 7.000 euro, e premio Accademia, ovvero tre premi acquisto di 500 euro l'uno che verranno assegnati
a tre autori, under 25, iscritti presso istituti d'arte, nazionali e internazionali, pubblici e privati. Sarà assegnata inoltre
una menzione speciale, sempre onerosa, di 2.500 euro. La giuria, quest'anno composta da Attilia Fattori Franchini, Marina Dacci, Claudia Losi, Domenico Quaranta e Alberta Romano, si è riunita lo scorso 13 aprile in vista della proclamazione dei vincitori che avverrà il prossimo 18 maggio. ArtEconomy24 ha intervistato Michele Cristella, collezionista piacentino, appena trentenne, ideatore del premio, che racconta come è nata la sua collezione e come si è
sviluppata l'idea del Ducato Prize, svelandoci in anteprima i nomi dei finalisti.
Quale è stata la scossa iniziale che ti ha portato ad interessarti all'arte contemporanea e a decidere di dare vita ad una
tua raccolta?
L'interesse verso l'opera d'arte si è fatta strada durante gli anni del liceo artistico. Non avevo grande dote nel disegno
dal vero ma, guardando i disegni lasciati da alcuni degli alunni già diplomati nelle cassettiere delle classi, iniziai a “recuperare”
quelli che più apprezzavo e mi incuriosivano. Negli stessi anni ero solito frequentare la galleria di Lino Baldini, storico gallerista e fondatore di Placentia Arte, e l'ambiente dell'arte milanese. Fu così che venni in contatto con la galleria Zero, dove feci un breve periodo di stage universitario, è quello fu un momento davvero importante. La collezione poi è nata nel
2014 con l'acquisto di un opera dell'artista cileno Felipe Rivas San Martin. L'obiettivo era quello di iniziare a collezionare opere che ponessero la riflessione attorno ad internet e alle problematiche
della visione sociale come tema fondamentale. Con il tempo ho perseguito questa linea, rendendomi conto dell'importanza di
tale riflessione nella nostra contemporaneità. Recentemente ho sviluppato inoltre un forte interesse per l'ambito pittorico,
ingiustamente trascurato. La collezione ad oggi è composta da circa 40 opere prevalentemente di artisti italiani e americani.
Tra loro: Irene Fenara, Luca De Leva, Lucia Cristiani, Quel Quinn Wolf, Amalia Ulman, Luca Pozzi, Elisa Giardina Papa, Riccardo Baruzzi,
Miltos Manetas, Aria Dean, Kamilia Kard, Elmgreen & Dragset, David Horvitz, Mara Oscar Cassiani, Rafael Rozendal, Stefano
Serretta e Priscilla Tea.
Attualmente quali sono i tuoi principali riferimenti in campo galleristico?
Chertludde di Berlino,Chateau Shatto a Los Angeles,James Fuentes eJack Barrett a New York, Galleria Zero e Galleria Castiglioni a Milano e, infine, la galleria UNA di Piacenza.
Qual è l'ultimo acquisto fatto per la tua collezione e quanto ti è costato?
L'ultimo acquisto l'ho fatto poche settimane fa durante i giorni di MiArt: una scultura dell'artista greco Vasilis Papageorgiu presa dalla galleria UNA al costo di 1.300 euro.
Dove è collocata attualmente la tua collezione?
È esposta prevalentemente negli uffici dell'azienda e le opere iniziano ad essere una parte importante della struttura. Non
è una corporate collection, ma una collezione personale, anche se la scelta espositiva regala una fruizione quotidiana per gli utenti dell'edificio. E
sono felice di avere la possibilità di parlarne con i collaboratori e le persone che entrano in contatto con noi, per ragioni
lavorative o anche solo per visitare la collezione. L'arte rende l'ambiente più stimolante.
Veniamo al Ducato Prize, quest'anno alla sua prima edizione. Come è nata l'idea di istituire questo premio?
L'idea è nata circa un anno fa parlando assieme ad uno dei giurati di questa prima edizione, Alberta Romano, che stava preparando
un piano di lavoro da sottoporre ad una nota azienda dell'Emilia Romagna per la realizzazione di un premio per l'arte. In
quel momento mi resi conto che quella poteva essere una positiva occasione per porre l'attenzione sulle dinamiche dell'arte
contemporanea nella mia provincia. Da qui è iniziato un lavoro di ricerca e sviluppo del premio, molto rapido ed entusiasmante,
dalla realizzazione dell'identità grafica, assieme allo studio Munari Design, fino alla selezione su invito della giura.
Chi copre i costi di produzione del premio?
Ducato Prize è istituito dall'associazione culturale Coil Art Motive, nata a gennaio scorso come costola di Coil il brand della mia famiglia per la distribuzione dei carburanti, con il prezioso sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, BnBiz Coworking Hotel a Fiorenzuola D'Arda e con il patrocinio del Comune di Castell'Arquato.
In che percentuali le cifre sono coperte da Coil rispetto agli altri finanziatori e sponsor?
Coil Art Motive, supporta e promuove per la maggior parte l'evento. Le percentuali sono: Coil Art Motive 65% , il resto tra
Fondazione di Piacenza e Vigevano e BnBiz Coworking Hotel.
Abbiamo detto che si tratta di un premio-acquisizioni. Le opere vincitrici dunque entreranno tutte a far parte della tua collezione?
Entreranno a far parte della collezione di Coil Art Motive, l'associazione con la quale promuovo il premio che al momento
non ha alcun opera in stock poiché le prime saranno quelle dei vincitori del premio. L'associazione sostiene il premio acquisto
con le donazioni che riceve dal nostro brand, il quale non acquista direttamente le opere.
Di chi si parla invece quando si parla di Coil?
Coil è un brand giovane, nato nel 2012, ma porta con sé una storia lunga più di quarant'anni. Mio padre Angelo, insieme ai fratelli Vincenzo e Vito, fondò l'azienda, che a tutt'oggi opera nel settore del commercio dei carburanti e degli autotrasporti, negli anni Settanta
a Fiorenzuola D'Arda. Io mi occupo dell'azienda a 360 gradi, con particolare attenzione alla gestione dei punti vendita.
E in attesa della proclamazione dei vincitori che avverrà il prossimo 18 maggio, chi sono i nomi finalisti del premio?
I finalisti della prima edizione sono: Alessandro Di Pietro, Andreia Santana, David Casini, Enrico Boccioletti, Eva Papamargariti, Giulio Scalisi, Guido Segni,
Jennifer Taylor, Lito Kattou e Simone Monsi. La scelta è ricaduta sulle opere finaliste che senza dubbio meglio aderiscono ad alcune tematiche importanti della contemporaneità
come il rapporto tra l'uomo la tecnologia e l'ambiente, attraverso una formalizzazione che sprona l'osservatore ad una riflessione.
Michele, quale è il tuo futuro da collezionista?
Il mio futuro da collezionista è strettamente legato al futuro degli artisti che sono in collezione. Cresciamo di pari passo,
cerco di tenere con ognuno di loro un dialogo costante per aggiornamenti, consigli reciproci o anche solo sapere come stanno.
Al momento tra gli obiettivi futuri c'è quello di ampliare sempre la collezione e creare un contenitore adatto alle opere,
spero qui in Val D'Arda.
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