ArtEconomy24

Banca Generali: art advisory per clienti sempre più informati

  • Abbonati
  • Accedi
private banking

Banca Generali: art advisory per clienti sempre più informati

Banca Generali private, marchio della rete Banca Generali, ha il 70% delle masse gestite, pari a oltre 42 miliardi di euro su quasi 60, riconducibili a clienti oltre il mezzo milione di disponibilità finanziaria. Da tre anni ha sviluppato servizi di consulenza e protezione patrimoniale che vanno oltre la mera analisi degli investimenti finanziari e grazie ad esclusive partnership nelle soluzioni di wealth management, si estende all'intera sfera patrimoniale. L'approccio olistico nel wealth management comprende la cura dei beni immobiliari, dei patrimoni di impresa e le dinamiche legate alle sfide successorie, così come la consulenza per le valutazioni e le strategie da adottare di fronte ai patrimoni artistici. In questa intervista Franco Dentella, responsabile wealth management Banca Generali, spiega le caratteristiche del servizio di Art Advisory.
La richiesta di servizi per l'arte dei clienti private com'è cambiata negli ultimi tre anni?
Nel corso degli ultimi anni abbiamo osservato alcune costanti nei servizi richiesti della clientela. I clienti che non hanno un profilo di collezionista, e spesso hanno ereditato le opere dalle generazioni precedenti, chiedono di conoscere il valore delle opere d'arte e ricercano canali utili per la compravendita. I clienti collezionisti, invece, che conoscono il mercato e sanno muoversi all'interno di esso, chiedono servizi più approfonditi come la valorizzazione delle opere, la certificazione presso l'archivio dell'artista, il trasporto e la logistica per esposizioni. Negli ultimi anni sono aumentate le richieste di clienti che chiedono di effettuare verifiche su alcuni aspetti specifici delle proprie opere, ad esempio verifica della provenienza, del corretto stato di conservazione, dell'archiviazione e della valorizzazione.

Quali sono i servizi che la clientela richiede maggiormente?
I servizi maggiormente richiesti sono la compravendita, tramite case d'asta o trattative private, e le valutazioni come elemento di partenza per stabilire le scelte sulla gestione del patrimonio.

Potete indicare le preferenze in ordine di scelta e motivare le ragioni?
La compravendita è sempre molto richiesta, poiché il mercato dell'arte per quanto sia di nicchia, ha una certa liquidità e vi sono molti operatori attivi. La ragione è spesso connessa al tema del passaggio generazionale, nell'ottica della trasmissione di opere d'arte. Spesso le generazioni che ricevono le opere vogliono conoscerne il valore ed eventualmente venderle. Questo caso riguarda sia le situazioni di clienti che condividono l'interesse per l'arte sia che intendono alienare il patrimonio artistico.

Nei portafogli dei vostri clienti private in che percentuale è presente l'arte (immaginiamo una torta con i diversi asset)?
Attualmente non abbiamo una visione in grado di clusterizzare gli asset della clientela e i casi affrontati sono molto personali. Ma da quello che osserviamo possiamo dire che la nostra realtà si allinea con quanto descritto dall'AIPB (Associazione italiana private banking) – 44% patrimonio finanziario, 37% patrimonio immobiliare e 19% patrimonio reale (opere d’arte, terreni, veicoli, barche, gioielli) - con una quota più piccola del portafoglio che riguarda questi asset.

Quali sono i periodi artistici preponderanti?
C'è grande interesse per il moderno e contemporaneo, periodi che attraggono sempre grande attenzione grazie al fatto che sono spesso trattati dai mezzi di comunicazione e diventano così status simbol da esibire nelle abitazioni. Rimangono sempre stabili le richieste relative all'arte classica, spesso ereditata dalle generazioni precedenti. La parte del leone è fatta dalle opere pittoriche, ma spesso riceviamo richieste relative a sculture e passion investment.

Sono acquisti recenti o provengono dal patrimonio di famiglia?
Trattiamo casi molto variegati. Spesso le richieste riguardano patrimoni artistici costituiti nell'arco di generazioni, ma ci capita di incontrare clienti collezionisti che hanno sviluppato l'interesse per l'arte in tempi recenti.

Valorizzate (comprate e vendete) l'arte nei portafogli della clientela?
Sì, l'attività della compravendita fa parte dei servizi che offriamo alla nostra clientela. Siamo in grado di coinvolgere diverse case d'asta, che si diversificano per tipologia di oggetti, valore delle opere e target di acquirenti. Selezioniamo insieme ai nostri partner la casa d'asta più idonea al caso specifico con l'obiettivo di massimizzare il risultato per il cliente. Attraverso i nostri servizi è possibile compravendere le opere anche tramite trattative private. Questo avviene per beni con un interesse per collezionisti oppure nel caso in cui il cliente preferisca non procedere con case d'asta.

Se sì, come viene fatta la valutazione, con il supporto di chi (art advisor, banche dati, società di valutazione indipendenti)?
Ci avvaliamo dell'esperienza di alcuni partner con i quali abbiamo solide relazioni di fiducia comeOpen Care. Trattiamo le richieste dei nostri clienti lavorando fianco a fianco con i nostri partner e dando sempre un supporto concreto.

I vostri private banker propongono l'arte come asset alternativo alla clientela wealth?
La nostra rete, grazie ai servizi offerti ed agli strumenti in possesso, è in grado di supportare i clienti al 100% per quanto riguarda le richieste relative all'arte.

Il servizio di Art Advisory viene fatto pagare o rientra nella consulenza a 360 gradi per la clientela Private?
Il servizio di Art Advisory rientra nei servizi compresi all'interno del nostro pacchetto di consulenza evoluta offerta alla clientela.

Avete mai pensato di strutturare fondi d'investimento sull'arte e di proporne? O di offrirne strutturati da altri?
Si, esistono progetti in corso per valutare se strutturare e sviluppare fondi d'investimento legati all'arte e poi proporli alla clientela. Al momento si tratta di un progetto in cantiere che richiederà ulteriori sviluppi.

© Riproduzione riservata