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Tblisi Art Fair strumento di promozione di una città in crescita

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la fiera georgiana

Tblisi Art Fair strumento di promozione di una città in crescita

Thea Gvetadze, To Rajden Gvetadze, 2019. 6.000 euro. Galleria LQ QUEISSER
Thea Gvetadze, To Rajden Gvetadze, 2019. 6.000 euro. Galleria LQ QUEISSER

Ebbene sì esiste una fiera di arte contemporanea a Tblisi, in Georgia: laTblisi art fair(TAF). La seconda edizione si è svolta lo scorso weekend, dal 15 al 19 maggio. TAF è stata fondata da Kaha Gvelesiani imprenditore georgiano tra i proprietari dell'ente fiera di Tblisi e diretta da Eric Schlosser, curatore e manager culturale francese con una lunga esperienza lavorativa nelle repubbliche ex sovietiche. Tra i propositi di Schlosser vi è, infatti, quello di creare un network di fiere regionali di qualità che si alimentino a vicenda, promuovendo la condivisone di know how ed iniziative tra TAF,

Vilnius Art Faire Photo Kiev.
Parte del budget necessario alla messa in opera della fiera, circa 200.000 euro vengono coperti grazie a sponsorizzazioni pubbliche, sia dal Comune di TIblisi che dal ministero del turismo georgiano. Parte di queste sponsorizzazioni vengono utilizzate per invitare dall'estero collezionisti, media e professionisti del settore. La fiera funge da biglietto da visita e la città si presta perfettamente accogliendo al meglio il visitatore straniero.
Sempre nelle parole del direttore, si capisce come questo impegno pubblico venga giustificato in quanto la fiera diventa uno strumento per attivare e sviluppare il sistema artistico-culturale locale e allo stesso tempo per contribuire positivamente al posizionamento della città come brand, oltre che a creare un indotto economico diretto. A tal proposito la fiera si è fatta anche promotrice di varie mostre in città come la personale di Jeff Walker “30 works” al MOMA Tblisi. Teoricamente non fa una piega, chi ha mai messo piedi a Basilea lontano dalla settimana di ArtBasel?

La fiera. Sono solo 29 le gallerie, di cui sei in un programma dedicato alla video arte. Per importanza spiccaKamel Mennourpresente con un progetto di Petrit Halilaj. Mennour afferma di non avere collezionisti georgiani, ma di trovare TAF il luogo perfetto per un progetto fortemente autobiografico dell'artista kosovaro che parla di migrazione e di confini. Le opere erano in vendita dai 6.000 a 20.000 euro, una delle quali acquistate dal MMOMA di Mosca, attraverso il suo direttore Vasili Tsereteli.
Tendenze e le relazioni internazionali si potevano comprendere osservando le gallerie locali: la scena è in crescita con aperture di qualità negli ultimi anni.
LC QUEISSERha aperto da un anno e nei giorni della fiera presentava in galleria una mostra di Thea Gvetadze, artista con alle spalle una lunga carriera in Europa e una qualità dei lavori molto alta. Nello stand, invece, esponeva, tra gli altri, opere di Ketuta Alexi-Meskhishvili che ha lavorato con gallerie del calibro di Andrea Rosen.
Project ArtBeat rappresentava alcuni degli artisti georgiani più interessanti tra cui Kepi Kapanadze (Tblisi, 1962) riconosciuta come (giovane) madre dell'arte concettuale in Georgia, che ha iniziato la sua pratica artistica durante l'Unione sovietica per poi diventare mentore di molti artisti della generazione successiva. Una sua installazione a parete, di grandi dimensioni, campeggiava nello stand ed era proposta a 12.000 dollari. un prezzo decisamente basso visto il valore storico dell'artista. Esempio lampante di come le quotazioni degli artisti che ancora non hanno trovato uno sbocco internazionale sono decisamente sottovalutati.
Altra galleria leader di Tblisi è Erti Gallery tra i vari artisti proposti in fiera anche Giorgi Chkeidze (Tblisi, 1983), presente con opere di piccolo formato accattivanti ed interattive a prezzi di 300 e 600 dollari, ideali per avvicinare il nascente collezionismo locale .

I collezionisti.La fiera ha avuto il merito di aver attivato un network internazionale importante, nell'advisory board ci sono anche i collezionisti belgi Marc Franco e Rita Janssen,che hanno onorato la loro presenza con vari acquisti tra cui un’opera di Kristina Alisauskaite dalla galleria The Rooster di Vilnius. L'identikit del collezionista locale, invece, è relativamente giovane, con ottimi mezzi economici, entusiasta e con un background internazionale. Esempio perfetto è Irakli Kiguradze, tra gli sponsor del padiglione georgiano alla Biennale di Venezia, che in fiera ha comprato un’opera della giovane artista Tamo Jugeli, in vendita da Project ArtBeat.
Sono al contempo emergenti e sperimentali le gallerie principali della scena georgiana. Linguaggi di ricerca diventano quindi anche i linguaggi di riferimento del mercato. L'artista simbolo dell'arte contemporanea georgiana, quella che insomma ce l'ha fatta, è Thea Djordjadze criprtica e minimalista, che a Tblisi non ha gallerie che la rappresentano, ma che chiaramente ha una grande influenza sugli artisti più giovani che guardano a Berlino e ad internet più che a qualche impronunciabile pittore sovietico come fonte di ispirazione.
È, infine, probabile che lo iato tra valore culturale e valore economico che ancora contraddistingue molti artisti georgiani, si appiani nei prossimi anni man mano che la scena locale diventerà sempre più internazionale, anche per merito della fiera.

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