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Unesco

Creative Cities Conference 2019: il ruolo della cultura nelle città del futuro

In occasione della XIII edizione dell'Unesco Creative Cities Conference, i rappresentanti di 150 città da tutto il mondo si incontrano da oggi a Fabriano per confrontarsi sulle strategie future dell'Unesco con l'intento di avviare nuovi progetti di cooperazione sul tema dello sviluppo a base culturale. L'Unesco Creative Cities Network è un programma nato nel 2004 proprio con l'intento di promuovere la collaborazione tra le città che hanno identificato nella cultura e nella creatività il motore del proprio sviluppo. Da una parte, questo network favorisce lo scambio e il posizionamento di prodotti dei territori sui mercati nazionali e internazionali, dall'altra permette alle singole città di interagire con i policy maker su tematiche condivise. Le 180 città mondiali che costituiscono il Network sono riunite in sette categorie a seconda del campo della creatività in cui eccellono: Artigianato e Arti Popolari, Design, Film, Gastronomia, Letteratura, Musica e Media Arts. Ad oggi, le città italiane che hanno ottenuto il riconoscimento di “Città Creativa” sono nove e dal 2016 sono riunite in un coordinamento che rappresenta il “Sistema Italiano della Creatività Unesco”: per l'Artigianato e le Arti Popolari sono state scelte Fabriano e Carrara, per il Design Torino, per il Cinema Roma, per la Gastronomia Parma e Alba, per la Letteratura Milano e per la Musica Pesaro. È importante però sottolineare che sono le singole città a dover procedere con la candidatura e, proprio per questo motivo, alla lista mancano molte altri territori che sono, invece, tradizionalmente riconosciuti per il loro potenziale creativo. Le selezioni per diventare Città Creativa Unesco nell'annualità 2019 sono ancora aperte; è possibile candidarsi fino al 30 giugno al seguente sito.

L'evento
L'Annual Conference è l'appuntamento più importante organizzato dal Network delle Città Creative Unesco. Per questa edizione (10-15 giugno 2019), la città marchigiana di Fabriano si trasformerà in un grande laboratorio a cielo aperto dove oltre 400 ospiti, delegati Unesco, istituzioni e personalità provenienti da ogni parte del mondo, si riuniranno per ragionare sulle sfide della città del XXI secolo alla luce luce dell'Agenda ONU 2030. Proprio secondo l'ONU, entro il 2050, il 68% della popolazione mondiale vivrà in agglomerati urbani: questo significa che in pochi decenni, oltre 2 miliardi e mezzo di persone lasceranno i piccoli centri abitati per spostarsi nelle città, riscrivendo così l'economia, i modi di vivere, le culture e la geografia mondiale (World Urbanization Prospects 2018). L'Agenda ONU 2030 invita ad ottimizzare attraverso le nuove tecnologie i servizi essenziali, a promuovere l'uso sostenibile delle risorse, muovendosi sul delicato rapporto tra cultura e creatività, fragilità e resilienza, riqualificazione e rigenerazione, innovazione e lavoro. Partendo proprio dagli orientamenti dettati dall'Agenda ONU 2030, quest'anno il tema conduttore dell'evento è “la Città Ideale”: una città antifragile che va oltre la resilienza e reagisce ai disastri ambientali e sociali attraverso la rivalutazione del proprio patrimonio culturale. Il momento principale della Conferenza è il Forum dei Sindaci: una giornata interamente dedicata al confronto tra le amministrazioni delle 150 città creative partecipanti e provenienti da 64 paesi diversi. Durante l'evento Fabriano ospita anche sette padiglioniespositivi, ognuno dei quali è rappresentativo delle categorie in cui è suddiviso il Network e che presenta, attraverso progetti e prodotti, le peculiarità creative delle città del cluster che lo compongono. Tra le iniziative speciali bisogna citare il Padiglione RINASCO, uno spazio dedicato al racconto dei luoghi che hanno saputo reagire ai cataclismi della natura o alle violenze dell'uomo grazie all'innovazione culturale. Il Padiglione ospita, infatti, le città dell'Appennino colpite dal terremoto, Mosul città simbolo dell'Unesco per la ricostruzione, Palmira e Aleppo che presenteranno i progetti di cooperazioni e ricostruzione che stanno realizzando in collaborazione con le Università marchigiane di Camerino, Macerata, Ancona e Urbino, con lo IUAV di Venezia, con l'Università del Gran Sasso di L'Aquila, con La Triennale di Milano e l' ISTAO di Ancona.

In Europa
Il tema dello sviluppo a base culturale non è nuovo fra le istituzioni internazionali, ma solo con l'Agenda Europea della Cultura (2018) è diventato una delle azioni prioritarie delle politiche europee. A sostegno di queste nuova direttiva, la Commissione ha lanciato il Cultural and Creative Cities Monitor: un'analisi quantitativa e qualitativa sullo stato delle città, con il fine di offrire ai governi nazionale un pool di dati comparabili per sperimentare pratiche di scambio e cooperazione. Nel report l'aspetto statistico è catturato attraverso 29 indicatori riferiti a 3 principali macroaree 1) la Cultural Vibrancy, che misura la presenza di infrastrutture culturali e la partecipazione 2) la Creative Economy, che raccoglie i dati relativi all'occupazione e alla capacità del settore di creare nuovi posti di lavoro 3) Enabling Environment ovvero i beni tangibili e intangibili che aiutano la città ad attrarre talenti creativi e a stimolare la partecipazione alla cultura. Delle 168 città analizzate dalla prima edizione del Cultural and Creative Cities Monitor (2017) sono 22 le Città Creative Unesco ad essere state prese in considerazione. Tra quelle che costituiscono il Sistema Italiano della Creatività, Milano domina sia per la capacità di attrarre pubblico che per le strutture e i servizi ad uso delle attività culturali. Dal report emergono anche gli ottimi risultati raggiunti da Torino e Firenze per la loro vivacità culturale e da Parma per la sua capacità di sviluppare un'economia incentrata sul settore creativo. A questo sito è possibile scaricare l'intero report e confrontare le performance di tutte le città prese in analisi; la seconda edizione del monitor è prevista per ottobre 2019.

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