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Ottima accoglienza in asta per antiche monete in oro e argento

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Ottima accoglienza in asta per antiche monete in oro e argento

Nella combo da destra: il 20 lire oro emesso nel 1860 a Bologna durante la transizione verso l'unità italiana nazionale (solo 159 esemplari coniati) base 50mila euro realizzo 170.800 euro e le 100 lire oro Aratrice del 1926, Zecca di Roma, solo 40 es. coniati, base 20mia euro, realizzo 85.400 euro
Nella combo da destra: il 20 lire oro emesso nel 1860 a Bologna durante la transizione verso l'unità italiana nazionale (solo 159 esemplari coniati) base 50mila euro realizzo 170.800 euro e le 100 lire oro Aratrice del 1926, Zecca di Roma, solo 40 es. coniati, base 20mia euro, realizzo 85.400 euro

In aprile e maggio si sono tenute in Italia alcune aste di numismatica che hanno confermato la solidità del mercato nazionale e internazionale, in particolare sulle antiche monete in oro e argento. Tra questi incanti svetta la vendita di Aste Bolaffi di Torino del 30 e 31 maggio che per la prima volta ha totalizzato oltre 5 milioni di euro confermando la leadership della società sul mercato nazionale. Alla vendita torinese hanno partecipato collezionisti di tutto il mondo, inclusi degli Emirato Arabi, sempre più presenti sul mercato, e dei paesi dell'Est Europa. “Gli acquirenti – ha spiegato Gabriele Tonello, responsabile dipartimento Numismatica di Aste Bolaffi, – sono tutti privati, collezionisti e operatori del settore, nessuna istituzione pubblica si è fatta avanti.

La vendita torinese di Aste Bolaffi è caratterizzata dalla “Collezione Zante”. La prima parte, costituita da Antichi Stati, Prove e Progetti, era già stata dispersa in precedenti vendite. Ora è stata proposto il nucleo più consistente della collezione stessa, le monete del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia. I risultati sono stati eclatanti: Guanti Bianchi per la raccolta di 250 monete, 100% di venduto, con un realizzo totale superiore a 2,3 milioni di euro. Particolare successo per le rarità in eccellente stato di conservazione, tutte acquistate con decine di rilanci. Hanno quadruplicato le basi d'asta sia la serie di quattro valori in oro dell'Aratrice del 1927 (10 lire oro Zecca di Roma, solo 30 es. coniati, base 10mila euro, 20 lire oro Zecca di Roma, solo 30 es. coniati, base 10mila euro, 50 lire oro Zecca di Roma, solo 30 es. coniati, base 15mila euro, 100 lire oro Zecca di Roma, solo 30 es. coniati, base 20mila euro) acquistata a 317mila euro. Tra gli esemplari unitari, il 50 lire oro di Vittorio Emanuele II del 1864, Zecca di Torino, solo 103 es. coniati, tra i migliori come stato di conservazione apparsi in asta, base 100mila euro, realizzo 225.700 euro. E tra gli esemplari preunitari, il 20 lire oro emesso nel 1860 a Bologna durante la transizione verso l'unità italiana nazionale (solo 159 esemplari coniati) con base 50mila euro e aggiudicato a 170.800 euro. Offerto pure un 100 lire oro Aratrice del 1926, Zecca di Roma, solo 40 es. coniati, base 20mia euro, realizzo 85.400 euro. Tra le grandi rarità anche una moneta d'argento, la rupia per la ex Colonia Somalia italiana coniata dalla Zecca di Roma nel 1921, in alto stato di conservazione, proposto con una base di 20mila euro e volata a 103.700 euro.
La vendita tradizionale di numismatica proponeva un catalogo di oltre duemila lotti, con coniazioni dall'antichità ai giorni nostri. (monete greche, monete romane repubblicane e imperiali, monete medievali, rinascimentali, papali, Savoia, Regno d'Italia). Come ha commentato Gabriele Tonello, i risultati sono stati buoni, complice soprattutto l'ottimo stato di conservazione, quasi tutti provenienti da una storica raccolta messa insieme con grande gusto e sapienza. Una rarissima moneta “Prova” del Regno d'Italia del 1925,, il 100 lire oro “Vetta d'Italia” Zecca di Roma, offerta con una base di 5mila euro ne ha realizzati 79.300.
In fondo al catalogo sono state offerte molte rare banconote italiane del XIX e XX secolo. Come ha commentato Gabriele Tonello, “il mercato delle banconote non è al suo massimo splendore. Tuttavia quando compaiono le grandi rarità ci sono sempre collezionisti agguerriti pronti a fare offerte importanti, come dimostrato anche in questa vendita”: il biglietto di banca da 1000 lire “Grande M- Matrice” del 1897 è stato aggiudicato a 39mila euro contro una base di 5mila, mentre l'unico esemplare conosciuto del biglietto di banca da 1000lire “Grande M- Matrice” con decreto del 9.12.1899, proposto nell'asta di novembre 2018, era volato fino a 73.200 euro, dieci volte la base, vero record di aggiudicazione per una banconota in una vendita pubblica”.

Il 28 maggio si era tenuta un'altra vendita nel settore, presso Pandolfini di Firenze che ha confermato l'orientamento dei collezionisti verso la qualità conservativa in modo trasversale in tutte le sezioni della vendita. Una qualità premiante la selezione di medaglie rinascimentali e barocche, quelle papali con le rappresentazioni “urbiche” di Roma e quelle con i ritratti, tra i quali spicca la vendita per 14.375 euro delle 21 Medaglie Celebrative del Concilio Vaticano II del 1962 per un totale di 455 grammi oro. Grande attenzione per tutte le monete in oro a partire da quelle fiorentine (Fiorini, Zecchini e Rusponi) a quelle dei Savoia che hanno fatto registrare dei record di realizzo per alcuni marenghi e loro multipli. Per la Casa Savoia i prezzi più contesi sono stati per una moneta da 100 lire Vittorio Emanuele III del 1903 con aquila sabauda aggiudicata per 9mila euro e per un 100 lire oro Vetta d'Italia del 1925 che ha chiuso la gara a 8mila euro. Per la zecca di Firenze un Ruspone del 1859 Governo della Toscana è stato aggiudicato per 5mila euro. Exploit per il “Sigillo di cera rossa del Duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza” unico apparso sul mercato contenuto nella sua teca in bronzo incisa col motto e i simboli dell'importante famiglia meneghina (se ne conoscono altri due esemplari nell'Archivio Segreto Vaticano) che da 500 euro di stima ne ha realizzati 23.750.

La Casa Varesi di Pavia ha organizzato ultimamente due aste, la prima il 29 aprile e la seconda, vendita straordinaria con la collaborazione della Casa svizzera Numismatica Ars Classica, il 28 e 29 maggio. Fatturato per la prima di 978.580 euro con l'80,93% di lotti venduti (849), per la seconda fatturato di 1,516.875 euro. Top lot nella prima, una moneta di 8 Doppie di Parma del 1786 di Ferdinando I di Borbone, offerta per 13mila euro e aggiudicata per 20.650, e il Ducatone in Argento di Lucca del 1596, con base 10mila euro e aggiudicato a 20.060. Nella seconda ottimi risultati per le monete asiatiche, con diversi personaggi cinesi presenti in sala (un dollaro in argento del 1916 Yuan Shih-kai offerto con una base di 6mila euro ne ha realizzati 21.236, mentre una moneta da 500 Yuan del 1994, coniata in soli 99 es., da una base di 6.400 euro ne ha realizzati 24.270. L'asta straordinaria di medaglie napoleoniche presentava esemplari di spicco in oro, in particolar modo una medaglia per l'attentato alla vita di Napoleone I del 1800 da una base di 28mila euro ha più che raddoppiato, fermandosi a 60.675 euro, mentre una medaglia per la sua Incoronazione a Milano nel 1805 ha quasi triplicato la stima di 12mila euro, fermandosi a 33.978 euro.

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