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Il Club GAMeC Prize va a Namsal Siedlecki

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BERGAMO

Il Club GAMeC Prize va a Namsal Siedlecki

Namsal Siedlecki. Trevi, 2019. 88 monete, 100x70 cm. 4500 Euro. Galleria Magazzino
Namsal Siedlecki. Trevi, 2019. 88 monete, 100x70 cm. 4500 Euro. Galleria Magazzino

Namsal Siedlecki (1986) ha vinto la quarta edizione del Club GAMeC Prize, premio acquisizione di 3.000 euro assegnato ogni anno ad un artista italiano Under 35. L’artista di madre italiana, nato negli States ha la doppia cittadinanza e ha sempre vissuto in Italia, ha vinto con l'opera vincitrice «Trevi, 88 monete», 100 x 70 cm, dal valore commerciale di 4.500 euro verrà donata al museo GAMeC di Bergamo. La Giuria era composta da Lorenzo Giusti, direttore della Gamec, Manuela Valentini, Stefano Raimondi, Giancarla Bonaldi e Sergio Beretta, un mix equilibrato di curatori e collezionisti.

La selezione dei finalisti è stata affidata quest'anno ad Ilaria Gianni (curatrice tra l'altro, il prossimo novembre della sezione Present Future di Artissima) ed oltre al vincitore comprendeva Benni Bosetto, Roberto Fassone e Corinna Gosmaro. Ilaria Gianni afferma che la selezione non è avvenuta ricercando una coerenza tematica delle opere, ma piuttosto valutando la poetica degli artisti e la solidità di una visione artistica che, nonostante la giovane età, è già per tutti definita ed articolata. L'idea di badare di più al valore degli artisti che ad una effimera coerenza espositiva è una mossa azzeccata in un contesto i cui fruitori sono soprattutto collezionisti.
L'opera vincitrice consiste in una serie di 88 monete gettate nella fontana di Trevi ed acquistate dall'artista. Gettare monete nell'acqua esprimendo un desiderio si rifà ad un gesto ancestrale e poetico che facevano già i Galli 2.000 anni fa (in quel caso pezzi di legno in una sorgente).

L'artista in questo modo unisce passato e presente parlando della vocazione umana ad invocare la fortuna affidando i propri desideri all'ignoto. Il tutto con una capacità compositiva accattivante e già ben recepita dal mercato. Non per nulla Siedlecki è rappresentato dalla galleria romana Magazzino e in questi giorni due sue opere sono presenti ad ArtBasel, un palcoscenico quindi, per artisti già affermati.
La novità di quest'anno per il Club GAMeC Prize è la presenza di uno sponsor, Banca Galileo che nelle parole del suo amministratore delegato Ezio Ronzoni vede nel supporto di artisti emergenti un atto coerente con la vision di una banca che guarda al futuro e pensa di sostenere l'iniziativa anche nelle edizioni a venire.
Le opere del premio erano esposte all'interno di Palazzo Camozzi a Bargamo e la vera opportunità per tutti gli artisti è stata quella di poter mostrare i propri lavori ad un parterre di collezionisti, tra soci del club e non, di alto profilo e molto attento alle nuove tendenze artistiche. Alcuni nomi dei presenti?

Giuseppe Casarotto, presidente globetrotter del Club GAMeC, Diego Bergamaschi, vice-presidente dello stesso e paladino dei giovani artisti italiani. E poi ancora Tullio Leggeri, che di artisti emergenti ha dimostrato di capirne qualcosa (negli anni '90 fu tra i primi a sostenere un tale Maurizio Cattelan), Giorgio Fasol che colleziona giovani artisti... dagli anni '60. Germano (Gerry) Bonetti, che su Instagram ha 70.000 followers, giusto qualche migliaia in meno dei visitatori di ArtBasel. E poi ancora Oliviero Falconi e Simona Leidi, Ermanno Tassi, Marco Paletta, Andrea Boghi, Cristiano Cavallo, Edoardo Monti e così via.

Un premio, soprattutto se dedicato ad artisti emergenti, ha senso solo (cifre a parte) nella misura in cui contribuisce a generare qualcosa, a dare visibilità e a creare un network coerente. Il primo vincitore del Club GAMeC Prize tre anni fa, è stato Diego Marcon, ai tempi neppure rappresentato da una galleria, se e come il premio effettivamente abbia contribuito al successo futuro di Marcon non è dato sapersi, ma almeno a quanto pare gli ha portato fortuna, quasi quanto gettare una monetina nella fontana di Trevi.

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