È accaduto più di una volta, nel corso della storia dell'Occidente, che ci si rivolgesse a culture figurative extra-europee per recuperare forme, colori e simboli capaci di contrastare il distacco emotivo e la ripetitività di cui talvolta soffre la nostra produzione. Anche oggi non sono rari, nel settore dell'arredo, i designer che attingono a quel bacino d'ispirazione, dichiarando così la loro predilezione per oggetti dalle forme ancestrali, evocative, vicine alla natura.
Non hanno esitato a cogliere questo spunto i due designer di Studio Job, Job Smeets e Nynke Tynagel, per la nuova collezione del brand olandese Moooi. Il loro grande tappeto circolare L'Afrique riproduce un fitto intreccio di foglie tropicali tra cui si nascondono idoli, maschere, serpenti, in un vortice regolare di linee e colori, che i designer interpretano come un rifugio fantastico in cui viaggiare e smarrirsi senza uscire di casa.
Il tratto grafico tribale, nella sua semplicità incisiva, ha conquistato anche il designer Emilio Nanni, che ha progettato la collezione di tavolini Ink per Zanotta: i piani di Ink, in forme rettangolari o quadrate, sono rivestiti con un tessuto a motivi tribali, romboidali o a righe, applicato e integrato al supporto grazie all'utilizzo di una speciale resina all'acqua. Le sottili gambe in tondino di acciaio e le tinte fango e nero dei piani conferiscono ai tavolini Ink una personalità decisa e contemporanea, ma dai rimandi ancestrali.
Paola Navone, dal canto suo, ribadisce in ogni progetto il legame creativo con civiltà lontane, di cui sa trasformare i temi estetici in elementi di design contemporaneo: un metodo di lavoro che ha portato alla nascita della collezione Brick per Gervasoni. Gli arredi Brick presentano una forte connotazione primitiva, che la designer interpreta in modo leggero e ispirato: ci sono gli specchi, di forma tondeggiante e irregolare, con segni bianchi a vernice che ricordano decorazioni tribali; c'è la serie di tavoli rettangolari, quadrati o tondi con il piano in lamiera di ferro cerata e la base costituita da una porzione di tronco di Wrightia, scortecciata e intagliata, utilizzata anche per realizzare tavolini e sgabelli da accostare ai divani.
Il legno massello è anche il punto di partenza della collezione di design I Massivi che Itlas, produttore veneto di parquet di pregio, ha avviato con la collaborazione degli architetti Marco Casamonti (Archea) e Doriana e Massimiliano Fuksas. In particolare, I Massivi ideati dai Fuksas risentono di forti richiami tribali, che i due progettisti hanno voluto imprimere ai loro arredi domestici, ricavati come sculture dal puro massello di quercia: tra essi una sedia lunga, costituita da due tavole incastrate, con lo schienale lavorato a rombi intagliati; un tavolo e un tavolino di forma ovale, in cui sono palesi gli innesti delle gambe tonde nel piano e la giuntura a zigzag delle due sezioni di cui il piano è composto. Alle maschere tribali fa dichiarato riferimento il designer spagnolo Jayme Hayon per la sua collezione Maskhayon, maschere-sculture in ceramica smaltata e decorata con metalli preziosi, prodotte dal laboratorio ceramico Bosa, in cui si fondono tratti immaginari e animaleschi in sagome evocative e curiose.
Anche nei rivestimenti le culture tribali hanno ispirato nuove creazioni: come la collezione Tierras di Patricia Urquiola per Mutina, che nella sezione artigianale presenta cinque elementi tridimensionali prodotti in terracotta naturale e ispirati a mattoni, tegole e gelosie, antichi elementi propri delle civiltà mediterranee. Patricia Urquiola li ha trasformati in elementi di forte impatto grafico e volumetrico, con cui rivestire pareti e pavimenti o realizzare divisori traforati secondo antichissimi schemi costruttivi. Mentre per la collezione African Dots dell'azienda di ceramica VitrA il designer russo Dima Loginoff è partito dall'arte degli indigeni d'Africa e dai celebri motivi a puntini con cui si decorano oggetti e tessuti: le sue piastrelle presentano, su base bianca o nera, linee sinuose di puntini a contrasto che catturano l'occhio e ravvivano lo spazio con leggerezza.
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