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A Euroluce l’illuminazione si trasforma, tra tecnologie Oled e nostalgia vintage

  • –di Antonella Galli

L'appuntamento biennale con Euroluce (a Rho dal 14 al 19 aprile) è uno dei più attesi nel mondo del design, per la spettacolarità dei padiglioni, per il carico di novità che la fiera porta con sé, soprattutto in questi anni di rivoluzione tecnologica targata Led (e Oled). E anche per l'eccellenza dei prodotti, sempre ben rappresentata dalle aziende italiane e dalla loro capacità di innovazione.

Eclettismo, sperimentazione tecnologica e qualche eco vintage e nostalgico sono gli elementi che, scorrendo le anteprime che si vedranno a Rho, caratterizzano le nuove tendenze. Come emerge dalle proposte di Artemide, che presenterà, tra le tante novità, l'eterea sospensione Chlorophilia firmata da Ross Lovegrove, improntata allo stile organico-tecnologico del designer inglese. Chlorophilia è caratterizzata da un corpo luminoso centrale a Led dal profilo ondulato, attorniato da elementi metallici simili a foglie leggere, che creano giochi di ombre tutt'intorno.

Il tema del lampadario classico, rivisitato e reinventato, è alla base della creazione Melting Pot di Sandro Santantonio per Axo Light: è una sospensione composta, come una novella torre di Babele, da un assemblaggio di sezioni di paralumi in diverse fantasie, montati l'uno sull'altro. Il tema dell'assemblaggio caratterizza anche il lampadario verticale Lincoln, firmato dallo studio Calvi Brambilla Architetti Associati per la storica azienda muranese Barovier&Toso: a un corpo centrale esagonale in alluminio, finito in oro rosa, sono applicate delle sfere in vetro soffiato lavorate con la tecnica del balotòn. Grazie a questa lavorazione, dall'effetto incrociato a rilievo, le sfere filtrano in modo ammaliante la luce dei Led interni. Ha agito per addizione anche il giovane designer norvegese Daniel Rybakken, che per Luceplan ha ideato il lampadario Stochastic, composto da un grappolo di sfere argentee e leggere in vetro borosilicato; la fonte luminosa, nascosta al centro, filtra delicatamente creando una scultura di luce.

Suggestioni poetiche e narrative hanno ispirato alcune delle nuove creazioni di Karman, come la sospensione Blackout progettata da Matteo Ugolini, in cui da un grande paralume a cupola in filamenti di vetroresina pende centralmente un elemento semisferico che ospita delle candele, unendo in un unico oggetto elementi antichi e contemporanei. Natura e fantasia hanno ispirato la lampada da parete June Bird, di Arik Levy, per Danese Milano. Così la racconta il designer: «June Bird nasce da un ready-made che prende una casetta degli uccelli e la unisce a una lampadina, creando una metafora: l'uovo d'oro che brilla al suo interno». Alzando il coperchio della piccola voliera si aumenta la luminosità della lampada. La natura è stata fonte di ispirazione anche per il duo LucidiPevere che per Foscarini ha progettato Lake, una lampada da parete minimale: è composta da un piano tondeggiante e irregolare, con una parte del bordo ripiegata verso l'interno, sotto cui si cela una fonte Led; i margini del piano contengono la luce e contemporaneamente la diffondono, come acqua in un bacino.

Nell'attuale era del Led, tra i progettisti della luce serpeggia una sorta di nostalgia verso il classico bulbo a incandescenza, la cui forma continua a ispirare creazioni, che pure utilizzano le ultime tecnologie: un omaggio gli è tributato da Ingo Maurer, che a Euroluce presenterà la sua ultima lampada da tavolo Monument for a Bulb, in cui una lampadina (alogena a bassa tensione) posata su un piano è circondata da figurine umane, come fosse un monumento in una piazza. Alla classica forma a bulbo fanno riferimento anche le nuove sospensioni Ciulifruli di Martinelli Luce, un progetto di Studio 5+1 e di Elsa Martinelli: sono come lampadine sospese, ma interamente in polietilene, neutro per il diffusore e in colori vivaci per il supporto.

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