Un fondo nel quale far confluire gli immobili delle province per abbattere il loro debito. È il progetto che l'agenzia del Demanio sta portando avanti insieme a Invimit, la Sgr del ministero dell'Economia e delle Finanze, e che prevede di lanciare nel giro di due mesi, secondo quanto ha annunciato oggi a Milano il direttore dell'agenzia, Roberto Reggi, nel corso del Salone del Risparmio. “Per il 2015 l'obiettivo è di costituire il fondo e conferire i primi 500 milioni di euro di immobili - ha aggiunto - mentre nel 2016 verranno apportati beni per altri 500 milioni”.
In tutto cessioni per un controvalore di 1,5 miliardi di euro da qui al 2017. Gli immobili conferiti saranno “prefetture, questure, caserme dei vigili del fuoco e comandi provinciali delle forze dell'ordine che sono oggi in gran parte delle province”, ha spiegato Reggi. In questo modo si abbatterà il debito delle province che, destinate a sparire dopo l'ultima riforma, si sono lasciate alle spalle tre miliardi di debiti. Le quote del fondo saranno inizialmente acquistate da investitori istituzionali, ma “in un secondo momento il fondo potrebbe anche aprirsi al retail”, quindi al pubblico dei risparmiatori, ha sottolineato il direttore dell'Agenzia del Demanio. E proprio su questo fronte sono circolate voci di un interesse anche da parte investitori istituzionali, tra i quali il gruppo di George Soros, per diventare quotisti. Invimit sta anche lavorando a un fondo delle scuole, tema difficile perchè il portafoglio va costituito in modo tale da avere immobili che offrano rendimenti, perché è difficile avere ritorni interessanti da una scuola.
Reggi ha anche sottolineato l'intenzione di ridurre nei prossimi tre anni del 30% gli spazi utilizzati dalla pubblica amministrazione e del 50% le locazioni passive che oggi hanno un costo per lo Stato di 900 milioni di euro. Reggi ha ricordato che oggi le pubbliche amministrazioni hanno 200mila immobili con un valore di libro di 250 miliardi di euro. Solo lo Stato centrale possiede immobili per 60 miliardi. “Di questi 60 miliardi, l'80% è in uso governativo, il 10% è patrimonio storico artistico, il 5% è a servizio di istituzioni come le università e solo il 5%, circa 3 miliardi di euro, è disponibile per la vendita”.
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