L'obbligo di iscrizione degli agenti immobiliari nel Registro delle imprese e nel Rea – che ha fatto seguito alla soppressione del vecchio Ruolo – avrebbe dovuto offrire certezze, tra l'altro, sul numero di mediatori qualificati e attivi sul territorio nazionale. A oggi però, a circa tre anni dall'entrata in vigore delle nuove regole (e a più di un anno e mezzo dal termine ultimo per aggiornare le posizioni), appare ancora un'impresa impossibile sapere quanti siano i professionisti dell'intermediazione immobiliare in esercizio in Italia. Senza contare abusivismo e attività in nero, che continuano a rappresentare un'incognita.
Mettendo infatti a confronto i dati disponibili sugli agenti in attività non si ottengono risposte univoche. La fonte principale da cui attingere informazioni sono i registri tenuti dalle Camere di commercio. Secondo dati Unioncamere – aggiornati a novembre – gli operatori transitati dal vecchio Ruolo (soppresso con Dlgs 59/2010) ai nuovi elenchi sono 31.438, ai quali si aggiungono 4.732 nuove iscrizioni: in totale, dunque, i mediatori attivi sarebbero poco più di 36mila. A questi si sommano 8.490 soggetti non esercitanti e iscritti nell'apposita sezione del Rea: sono i cosiddetti “dormienti”, che hanno mantenuto i requisiti pur non praticando la professione. I conti, tuttavia, non tornano con i risultati ricavabili su Registroimprese.it, l'archivio online delle Camere di commercio. Qui, selezionando la categoria «Attività di mediazione immobiliare» – con informazioni aggiornate a fine dicembre – vengono fuori 43.427 imprese attive: in questo caso, spiegano da Infocamere, si tratta di agenzie con sede sul territorio nazionale. Alle quali, dunque, dovrebbe corrispondere un numero almeno pari di agenti operativi. I conteggi ricavabili dal sistema camerale, sebbene diversi tra loro, risultano, in ogni caso, sensibilmente inferiori rispetto ai numeri desumibili dal vecchio Ruolo, non solo considerando i 240mila iscritti (inclusi i “dormienti”) ma anche considerando le stime “prudenziali”, che individuavano in circa il 30% di questi – quindi tra 50 e 70mila unità – la quota di agenti immobiliari effettivamente in esercizio. Dove sono finiti, allora, gli iscritti al vecchio Ruolo? Secondo Paolo Righi, presidente Fiaip, «gli agenti sono tuttora sui 70mila: ai circa 40mila del registro imprese, si aggiungono 30mila abusivi che lavorano nelle agenzie e che non sono transitati nei nuovi registri, anche per evitare l'incompatibilità per legge con altre attività». Proprio per limitare questo fenomeno, aggiunge Righi, «sosteniamo la revisione della legge 39/89, in discussione alla Camera, in modo che, tra l'altro, faccia scattare il reato penale alla prima sanzione amministrativa e non dopo la terza, come con la disciplina in vigore, per chi svolge la professione senza averne i requisiti».
Per Paolo Bellini, presidente di Anama, i mediatori immobiliari con qualifica professionale sarebbero addirittura «circa 118mila, anche se 30mila non sono operativi». E il grande differenziale con gli iscritti ai registri camerali si spiegherebbe anche «con il fatto che, solo per partire, occorre una spesa di almeno 5mila euro». Più cauto Valerio Angeletti, numero uno di Fimaa, in linea con i dati delle Camere di commercio: «Gli agenti in esercizio non sono più di 35mila – afferma – e non potrebbe essere altrimenti, considerando il mercato: le compravendite nel residenziale in Italia, nel 2014, sono state 220mila e quelle intermediate sono poco più della metà. Ciò vuol dire che, già così, ciascun agente avrebbe concluso, in media, meno di quattro transazioni». Lo stesso Angeletti, però, ammette l'esistenza «di una fetta importante di abusivi, non iscritti ai registri». L'ultimo paradosso, infine, è che – cifre alla mano – gli iscritti dichiarati dalle tre principali associazioni di categoria (15.200 agenzie per Fiaip, 11.450 Fimaa e 9.870 agenti Anama) sarebbero praticamente pari ai soggetti attivi risultanti dal Registro delle imprese.
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