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domotica

Alla casa un quarto dell’Internet of Things. Mercato da 1,15 miliardi e 8 milioni di oggetti connessi

  • –di Emiliano Sgambato

Sono 8 milioni gli oggetti interconnessi in Italia tramite rete cellulare, con una crescita annuale di oltre un terzo e un valore di mercato di circa 1,15 miliardi di euro (+28% su base annua). Con la smart home in continua crescita: il 46% dei proprietari intende acquistare prodotti “intelligenti”, soprattutto per migliorare la propria sicurezza o aumentare il risparmio energetico. E se l’Internet of Things (IoT) si applicasse alle smart city – ad esempio grazie a illuminazione intelligente, gestione della mobilità e raccolta rifiuti – ogni anno sarebbe possibile risparmiare 4,2 miliardi di euro, tagliare 7,2 milioni tonnellate di emissioni di anidride carbonica ed evitare a ogni utente delle città 5 giorni di coda nel traffico.

Sono i principali risultati diffusi dall’Osservatorio Internet of Things della School of management del Politecnico di Milano, secondo cui «il 2014 è stato l'anno di svolta per l'IoT, diventato elemento centrale per il business con la prospettiva di rappresentare un fenomeno ancora più dirompente nei prossimi anni. Proliferano le divisioni aziendali dedicate, crescono del 90% annuo i finanziamenti ricevuti dalle startup del settore, entrano in campo grandi player globali. E in Italia il mercato raggiunge complessivamente il valore d i 1,55 miliardi di euro, trainato sia dagli ambiti tradizionali che utilizzano la connessione tramite rete cellulare sia da applicazioni che sfruttano altre tecnologie di comunicazione».

A questo mercato legato alle tradizionali Sim, va sommato quello «delle applicazioni che si appoggiano a tecnologie di comunicazione diverse, come Wireless M-Bus, WiFi, Reti Mesh Low Power, Bluetooth Low Energy, pari a 400 milioni di euro. Gli ambiti per cui si attende la maggiore crescita nel 2015 sono in particolare Smart Car, Smart Home e Smart City. L’ambito Smart Car, in particolare, rappresenta il 55% del totale degli oggetti connessi tramite Sim e il 38% del mercato, in crescita più del 50% sia per diffusione che per valore di mercato. Ma cresce anche lo Smart Home Building, che «con applicazioni di videosorveglianza, sistemi di antintrusione e di telecontrollo degli impianti di climatizzazione e riscaldamento rappresenta l'8% degli oggetti e il 23% del mercato».

Più in particolare, la casa intelligente «si propone sempre più come il centro del nuovo ecosistema IoT, grazie al ruolo della casa nella vita delle persone, al valore di nuovi prodotti e servizi, al fatto di essere interfaccia verso altre applicazioni». Nell'ultimo triennio – nota l’Osservatorio del Politecnico – sono cresciute del 40% le startup che offrono soluzioni per la Smart Home e nello stesso periodo l'entità dei finanziamenti erogati da investitori istituzionali è cresciuta del 270%. Si registra l'entrata nel mercato di numerose aziende con un'ampia base di clienti consumer che in molti casi hanno acquisito startup. L'interesse dei consumatori italiani verso soluzioni per la casa connessa inizia a essere diffuso.

La survey dell’Osservatorio, svolta in collaborazione con Doxa, mostra come un proprietario su quattro disponga già di almeno un oggetto intelligente per la sua abitazione e uno su due abbia intenzione di acquistarne in futuro. Le applicazioni più desiderate sono quelle che portano benefici tangibili, come quelle per la sicurezza, che interessano al 47% dei proprietari, o per il risparmio energetico: il 46% è interessato a soluzioni per la gestione del riscaldamento, il 33% per il monitoraggio consumi energetici e il 31% per la gestione da remoto degli elettrodomestici. L'interfaccia preferita dagli utenti è l'App (69%), a dimostrazione di come smartphone e tablet abbiano un ruolo chiave nell'avvicinare il consumatore alla tecnologia. Sono importanti inoltre «le potenziali sinergie con il mondo dei “wearable”: il 41% dei proprietari vorrebbe in futuro poter monitorare e gestire gli oggetti intelligenti presenti in casa tramite dispositivi indossabili».

Un limite si riscontra nella scarsa integrabilità dei dispositivi: «ben l'87% delle soluzioni censite infatti è verticale, non integrabile con altre soluzioni simili e tantomeno con prodotti di altri fornitori».

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