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Il design gioca in trasparenza

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arredamento

Il design gioca in trasparenza

  • –di Antonella Galli

Intramontabile il fascino di arredi e oggetti che si lasciano attraversare dallo sguardo: un’illusione generata da vetro e policarbonato progettati in forme scultoree e suggestive. I materiali che consentono di “vedere attraverso” portano con sé un fascino misterioso e antico, che seduce anche nell’era del virtuale: i blasonati vetro e cristallo, insieme al più contemporaneo policarbonato, sono le fonti di ispirazione per progetti di arredo che portano nelle nostre case l’incanto della trasparenza. Un effetto che punta a smaterializzare l’oggetto, che dona leggerezza visiva e regala respiro agli spazi domestici.

Tra le aziende che maggiormente sperimentano nell’ambito degli arredi in vetro e cristallo c’è Glas Italia, che ha presentato quest’anno complementi e arredi dal tratto contemporaneo e visionario. Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka, i fratelli Bouroullec, Piero Lissoni sono tra i grandi nomi coinvolti; tra loro anche Philippe Starck, che ha progettato Boxinbox, una serie di contenitori, tavolini e mobili a giorno in cristallo basati sul principio delle scatole cinesi: ciascuno dei pezzi della collezione è costituito da un box esterno in cristallo trasparente, squadrato e minimale, che ingloba un secondo contenitore in cristallo trasparente in tinte di tendenza come il giallo, il viola, l’arancio, il verde, i grigi. L’insieme poggia su un basamento in acciaio inox lucidato a specchio, che non interrompe il gioco delle trasparenze.

Tra i pionieri dell’arredo in vetro c’è anche l’azienda Fiam, fondata da Vittorio Livi, che ha saputo trasformare il vetro in lastra curvato in uno dei protagonisti del design d’autore. Ne è un esempio il nuovo tavolo allungabile Kayo, in vetro temperato, progettato dal designer indiano Satyendra Pakhalè: scultoreo e al contempo tecnologico, è composto da cinque elementi in vetro – le due gambe curvate, il piano rettangolare e le due prolunghe del piano, di cui due sofisticati meccanismi in acciaio a vista consentono la posizione estesa o la rotazione sotto al piano.

La passione per il vetro in lastra applicato al progetto di design è tratto peculiare anche di Tonelli, specializzato nella saldatura delle lastre con collante trasparente; nel suo portfolio l’azienda vanta il vulcanico designer Karim Rashid. Ed è per festeggiare i dieci anni del sodalizio che è nato un progetto che possiede tutto il carisma del creativo newyorkese: è il mobile bar Kart, un totem domestico ispirato ai carrelli per le bevande in voga negli anni Sessanta, in cui due grandi ruote in vetro fanno da elementi portanti del vano contenitore, dotato di vassoi e ripiani. Oggetto iconico, da esibire in soggiorno, adempie con garbo alla sua funzione. Che il vetro sia un materiale attrattivo anche per le nuove generazioni lo dimostrano le proposte di Madii, brand fondato da Elisa Audisio e Thomas Zangaro (entrambi ventenni), che produce arredi made in Italy interamente in vetro. La collezione include una serie di complementi per tavola e cucina, dai vassoi ai portauova, e pezzi d’arredo come il tavolo Folk, dal piano quadrato o rettangolare, caratterizzato dalla forma delle basi, due fasce trapezoidali in cristallo dal profilo distorto che movimentano il tavolo con un curioso effetto ottico di destabilizzazione.

Fratello giovane e dinamico del vetro, il policarbonato è l’altro materiale che vanta tra le sue caratteristiche la trasparenza, oltre alla leggerezza e alla resistenza che ne hanno segnato la fortuna. Policarbonato è, nell’ambito del design, quasi sinonimo di Kartell, che sulla ricerca applicata ai materiali plastici ha fondato la sua brillante storia: l’esaltazione delle qualità visive ed estetiche del policarbonato avviene con la nuova sedia Dream’air di Kartell, firmata da Eugenie Quitllet, in cui su di un telaio in legno bianco o nero, dal profilo geometrico minimale, poggia una seduta trasparente, un guscio etereo in policarbonato, dalle forme sinuose. Un gioco degli opposti, una sfida a “sedersi nel vuoto” che rinnova la magia della trasparenza.

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