
Un chiaro esempio di come progresso tecnologico e creatività siano legati a doppio filo lo offre la nuova generazione di lampade a led: utilizzando questa nuova sorgente, puntiforme e potente, dagli ingombri ridottissimi, sono stati progettati nuovi corpi illuminanti che superano definitivamente il modello del classico lampadario per arrivare a scomporre, decostruire e diffondere l’illuminazione nell’ambiente attraverso formazioni modulari che offrono grande libertà compositiva.
«È tutto cominciato con la necessità di inventare una luce ambientale usando una sorgente puntiforme come il led, là dove prima si utilizzavano i classici paralumi e le lampade a incandescenza»: così Antoni Arola, designer spagnolo, racconta la nascita della sua nuova lampada da sospensione Flamingo, realizzata con Vibia. In Flamingo gli elementi che compongono la sospensione sono scomposti e liberati da vincoli: ai cavi sono sospesi uno o due piccoli cilindri contenenti i led, che puntano verso l'alto e verso il basso, mentre i paralumi traslucidi, a forma di cono, sempre a coppie ma di diametro differente, possono essere allontanati o avvicinati alla sorgente, così da creare un’atmosfera luminosa rispettivamente più diffusa o più concentrata. In Flamingo, che si offre alla vista come un’eterea scultura luminosa, la scomposizione degli elementi permette di modellare l’effetto desiderato.
Alla scomposizione si abbina la modularità nella nuova creazione Acqua di Cini&Nils, ideata da Luta Bettonica, presidente e direttore artistico dell’azienda: Acqua è una lampada a sospensione caratterizzata da un rosone lungo e stretto, da cui scendono tre cavi; a questi possono essere agganciati fino a dieci moduli metallici a forma di goccia, che ospitano al loro interno le sorgenti led dimmerabili. Ciascuno dei moduli può essere sganciato e ricollocato su uno dei tre cavi grazie a un meccanismo di innesto rapido. Più rosoni montati in serie formano composizioni suggestive e gli stessi corpi a goccia, in base all'orientamento, creano affascinanti effetti luminosi.
Il minimo ingombro delle fonti led ha consentito al giovane designer tedesco Sebastian Herkner di elaborare per FontanaArte la lampada a sospensione Nebra, che si ispira al Disco di Nebra, un disco metallico risalente all'Età del Bronzo con applicazioni in oro che raffigurano simboli astronomici. Herkner ha composto la sua nuova sospensione con diverse sfere in vetro soffiato dalla sagoma schiacciata, più spesse al centro che ai bordi proprio come il Disco preistorico, ciascuna contenente una sorgente led. L’effetto scenico della sospensione è garantito dalla possibilità di comporre le sfere a diversa altezza, mantenendo comunque un ridotto ingombro complessivo.
Dislocare e distribuire la luce è anche l’obiettivo che si è posto Davide Groppi con la sua nuova creazione Simbiosi, una sospensione composta da quattro elementi tubolari contenenti una sorgente led, ciascuno sospeso a un cavo, da collocare liberamente e ad altezze diverse, in sequenza regolare o irregolare. Solo il primo elemento è collegato all’alimentatore, mentre gli altri sono connessi tra loro attraverso un sottile cavo rosso a vista, attraverso cui passa la corrente. Dal canto suo Francisco Gomez Paz ha quasi annullato il corpo del lampadario nel suo nuovo progetto Mesh per Luceplan, una sospensione di forma tondeggiante realizzata con una rete di cavi metallici, all’incrocio dei quali sono posizionate le sorgenti led. La struttura così si smaterializza, lasciando che siano le luci a tracciare la sagoma della sospensione, progettata – come afferma il designer – «utilizzando parametri simili a quelli identificati da Fibonacci in natura». In Mesh è possibile controllare, oltre all’intensità della luce, quali settori illuminare: un solo led, il settore inferiore o quello superiore, o solamente un anello di luce.
© Riproduzione riservata