Casa24

Incidenti domestici: causa elettrica in un caso su tre. Cavi…

  • Abbonati
  • Accedi
sicurezza in casa

Incidenti domestici: causa elettrica in un caso su tre. Cavi più sicuri con il nuovo marchio Ce

  • –di Dario Aquaro
(Corbis)
(Corbis)

In ambito domestico, secondo l'Istat, ogni anno in Italia si verificano circa 4 milioni di incidenti, di cui 241mila imputabili a cause elettriche. Un numero ancora elevato, che tiene alta l’allerta nei confronti del rischio incendio. Basti pensare che nel 2013 (ultimi dati disponibili, Annuario statistico 2014) i Vigili del Fuoco sono intervenuti in oltre 33mila edifici a domare fiamme che in un terzo dei casi sono state originate proprio da un problema all'impianto elettrico.

Sovraccarichi, corto circuiti, cattivi e falsi contatti, sovratensioni, problemi ai fusibili e agli interruttori sono tra le principali cause. «E spesso alla base ci sono errori elementari – commenta Michele Mazzaro, dirigente nucleo investigativo antincendi del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco –. Un problema nel contatto di morsetti o spinotti o in connessione spina-presa può infatti portare un aumento di calore che genera facilmente combustioni se nelle vicinanze c'è ad esempio del materiale plastico».

La cura degli elettrodomestici
I casi “di scuola” sono dunque i soliti, e per questo rimangono validi alcuni consigli elementari quali innestare correttamente le spine ed evitare l'utilizzo di adattatori su adattatori. Mentre fondamentali restano manutenzione e cura (l’annerimento dei morsetti nella presa a spina si rivela dall’annerimento della presa stessa, che spesso viene scambiato per semplice sporcizia).

«Notiamo poi sempre più che il problema è dovuto dagli elettrodomestici, i cosiddetti “utilizzatori” come tv e lavatrici: in caso di guasto, pensiamo anche a piccole sovracorrenti, i dispositivi di protezione dell'impianto sono inefficaci». Ma da cosa può esser provocato il guasto? «I motivi sono vari – spiega Mazzaro – da un problema di ventilazione meccanica dell'apparecchiatura, alle deformazioni che modificano la geometria degli isolamenti, dall'accumulo di sporcizia fino alla penetrazione di corpi estranei. Oltre alla conformità del prodotto alle norme di riferimento, bisogna perciò far attenzione al degrado dei componenti e al raffreddamento degli elettrodomestici stessi: per intenderci, non posso incassare in un mobile un frigorifero esterno».

Il nodo degli impianti (e dei cavi) e il nuovo marchio Ce
Prevenzione e corretta progettazione devono essere i criteri guida. Perché i fumi e i gas emessi dai materiali che bruciano sono la causa di oltre il 70% delle morti durante gli incendi, come sottolineato all'incontro sul rischio incendio nell'impianto elettrico organizzato da Aice, l'associazione che all'interno di Anie rappresenta le aziende attive nei comparti dei cavi per energia e comunicazioni. L'incontro si è tenuto martedi 15 settembre a Expo, all'interno del padiglione dell'Unione Europea.

Al di là degli apparecchi, il nodo cardine rimane dunque quello degli impianti. Il recente Dm 3 agosto 2015, che entrerà in vigore a novembre, ha a tal proposito semplificato e razionalizzato l'attuale corpo normativo relativo alla prevenzione degli incendi, introducendo un unico testo organico e sistematico. Il decreto completa l'attuazione del regolamento europeo (305/11) sui prodotti da costruzione (Cpr), che definisce un nuovo concetto di responsabilità per la catena di produzione e facilita gli audit dei controllori. Se oggi i cavi elettrici utilizzati hanno la marchiatura Ce autocertificata dal produttore, domani il marchio Ce sarà “rafforzato”: certificato cioè da organismi accreditati circa la reazione al fuoco. «La Cpr rappresenta una rivoluzione copernicana per i costruttori», dice Dario Giordani, membro della task force Cpr di Europacable. Una rivoluzione che si traduce in maggior garanzia e sicurezza per l'utente finale. Trasparenza e affidabilità entreranno “normativamente” in un ambito assai delicato, perché i cavi senza particolari requisiti antincendio sono purtroppo ancora diffusi e commercializzati, evidenzia il presidente Aice, Stefano Bulletti. La nuova classificazione si applica a tutti i cavi installati permanentemente, a partire dal prossimo 1° dicembre, e l'Italia è uno dei primi Paesi a recepirla. La “vecchia” Ce rimarrà viva ancora per un periodo, in parallelo, fino a dicembre 2016 e poi cederà totalmente il passo. Dal punto di vista dei proprietari di casa, se ammodernare l'impianto obsoleto costituisce di certo un costo, c'è forse una ragione in più per render l'immobile più sicuro.

© Riproduzione riservata