L’ onda lunga della ripresa dell’immobiliare residenziale, partita da Milano città, inizia a farsi sentirsi con una certa chiarezza anche nell’hinterland. Ben inteso: se sotto la Madonnina il mercato inizia recuperare terreno a livello di volumi, l’area che circonda il capoluogo si sta risvegliando lentamente. Non a caso se i volumi di compravendite a Milano città hanno chiuso il 2015 con un + 11,9% di scambi rispetto al 2014, il resto della provincia ha incassato un rimbalzo positivo, ma si è fermata al +8,7% (elaborazione Fimaa Milano, Monza, Brianza su dati agenzia delle Entrate).
Questione prezzi: nel secondo semestre del 2015, la provincia ha lasciato sul terreno un altro 3,7% per gli immobili usati (mentre più contenuta la perdita di valore per gli immobili recenti: -2,7% e per i nuovi in classe energetica A o B: -1,6%). «Non vediamo, a breve termine, uno scatto in avanti dei valori – commenta Vincenzo Albanese, presidente Fimaa Milano Monza e Brianza – il mercato ha comunque svoltato, anche se i volumi di compravendite dei primi due mesi di quest’anno sono inferiori rispetto alla chiusura positiva del 2015». Un mercato che rischia un andamanto a singhiozzo, quindi, dove però non mancano segnali positivi. Vedi i tempi di vendita che stanno lentamente ripiegando verso una media di 9 mesi, dopo aver toccato il record di 10 mesi nella prima parte del 2014. Niente inversione di tendenza, invece, sul fronte delle trattative sul prezzo, dove la forbice tra cifra di incarico e cifra di chiusura oggi ha toccato quota 17 per cento. I canoni d’affitto hanno aperto l’anno con un trend stabile, dopo la discesa degli ultimi 5 anni che ha limato verso il basso la redditività (oggi sul 3-4% lordo l’anno). Il tutto a fronte di richieste di locazione che rischiano di perdere un po’ dello slancio degli anni passati per lasciare spazio alla domanda di acquisto.
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