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Tirelli-Nomisma: a Milano transazioni su immobili di pregio cresciute del 30%

  • –di Madela Canepa

Expo ha portato bene a Milano, almeno se si guarda al mercato degli immobili di prestigio. Dopo diverse edizioni da dimenticare, il tredicesimo Osservatorio delle Residenze Esclusive realizzato da Tirelli&Partners e Nomisma, evidenzia, per il secondo semestre 2015, segnali positivi anche se parziali. «Risultati ottenuti anche grazie ad acquirenti stranieri – ha spiegato Marco Tirelli, senior partner della struttura - attirati a Milano dalla definizione che le è stata attribuita dai media internazionali: the place to be”. È un cinese, ad esempio, ad aver firmato per nove milioni di euro la transazione più interessante del semestre e degli ultimi anni.

Nel 2015 si registrano un più 29% per numero delle transazioni e a più 41% in loro valore rispetto al 2014. Diversi i perimetri in miglioramento, a cominciare dall'indice di assorbimento che, arrivando al 10,4%, porta la media annuale (10,6%) oltre la soglia della decina. «Il dato è rassicurante se confrontato con quello dei momenti peggiori nei quali era sprofondato al 3%», ha fatto notare Gabrilele Torchiani, direttore commerciale e socio, illustrando i dati. Migliora nel semestre anche il dato relativo al prezzo – da 6.748 (media minima) a 8.374 (media massima) – che cresce dell'1,3% su base annua.

A migliorare il parametro del prezzo ha contribuito la contrazione del margine di sconto, passato all'11,5% dal 14,9 del precedente semestre. Era al 20% nel 2010. Oggi, va riconosciuto, sul mercato arrivano case a prezzi più adeguati di quanto non succedesse negli anni passati, anche se ancora troppo legati alla location. Mentre le abitazioni non corrispondono abbastanza alle esigenze della clientela, anche straniera, che richiede un prodotto pronto all'uso.

Anche se migliorato nel suo complesso grazie anche a una minor selettività delle banche e alla decompressione del fabbisogno creatosi negli anni di crisi più acuta, il contesto immobiliare residenziale, così come illustrato da Luca Dondi di Nomisma, resta lento. A questa edizione dell'Osservatorio, l'unico dato in serio peggioramento riguarda il tempo medio di vendita: 32,6 mesi. Era 29,5 nel primo semestre 2015 e 19,3 nel primo semestre 2014; nel 2003-2004, si parlava di quattro o cinque mesi, anche se le quotazioni erano quasi la metà di quelle odierne. «Sul mercato ci sono oggetti ancora troppo prezzati e per questo difficili da vendere. Alcuni sono in attesa di un compratore da cinque anni - ha osservato Tirelli -. Noto anche, però, che nel semestre rilevato, il 16% delle transazioni concluse è andato a buon fine nello spazio di sei mesi. Un dato che ci fa sperare».

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