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Parla il fondatore del gruppo immobiliare

Paolo Bottelli:«Kryalos punta a crescere nel core Asset in gestione per tre miliardi»

  • –di Paola Dezza

È arrivata rapidamente a tre miliardi di asset in gestione – con 22 deal in poco più di due anni – il gruppo immobiliare di Paolo Bottelli. Kryalos, realtà indipendente nata nel 2013 alla quale si è aggiunta la Sgr con l'acquisizione della società di gestione di Henderson, è oggi attiva in diversi ambiti del real estate, dal fund management all'asset management e advisory. L'obiettivo di raccolta è stato raggiunto con il recente trasferimento di cinque fondi da un miliardo di euro da Idea Fimit, Prisma Sgr e Bnp Paribas.

Adesso Paolo Bottelli, finora considerato l'uomo di Blackstone real estate in Italia, guarda avanti e vuole crescere in proprio. «Con Blackstone abbiamo scommesso sul mercato immobiliare italiano e accumulato un patrimonio di oltre 2,5 miliardi - dice Bottelli, che ha sempre lavorato sotto traccia, in linea con un carattere poco incline ad apparire e portato a parlare se supportato da fatti e numeri -. Tra gli asset il palazzo del Corriere della Sera, l'ex sede di Meliorbanca e l'ex sede del Banco di Sicilia, tutti in centro a Milano, oltre all'ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio. Oggi Blackstone rappresenta circa l'80% dei nostri asset in gestione e porteremo ancora avanti la strategia di acquisizioni sul mercato italiano. Altro cliente importante è York, per la quale abbiamo acquistato due immobili da Ubs a Milano e Bergamo per complessivi 30 milioni». La strategia di Bottelli è di affiancare al patrimonio opportunistico, categoria sulla quale è fortemente esposto, clienti che cercano immobili a reddito. Come appunto York, che ha appena acquistato immobili per 750 milioni di euro dall'immobiliarista Sergio Scarpellini. «L'idea è acquisire asset per asset - spiega - visto che non si trovano portafogli di qualità ma singoli immobili da 50-70 milioni».

L'elevata liquidità sul mercato crea pressioni proprio sul segmento a reddito, dove si concentrano le scelte. Ma Bottelli afferma: «Non manca l'offerta, bisogna spostarsi dalle quattro vie centrali di Milano e Roma». La competizione è elevata. Arrivano in cerca di buoni rendimenti (in Italia gli yield del real estate sono ancora di 1-1,5 punti percentuali più alti che in altri Paesi europei) società di private equity, family office, assicurazioni, fondi pensione e fondi sovrani. Questi ultimi, in alcuni casi, stanno prendendo profitto sul mercato londinese dove avevano investito all'inizio della ripresa.
Bottelli è stato il primo a scommettere pesantemente su Milano. Il trend gli ha dato ragione. Ora Milano è la prima piazza dove fare shopping immobiliare in Italia, recepita come Capitale economica del Paese.
Avverso alle Siiq dalla prima ora, Bottelli oggi non esclude di scegliere questa strada. Se il segmento però decolla, trend del quale non si ha alcun segnale dopo l'ultimo rinvio della Ipo di Idea real estate. «Una Siiq per attirare investitori deve essere liquida e avere una dimensione importante. Basti pensare che i primi tre Reit in Uk hanno una capitalizzazione di mercato di 30 miliardi di euro, le prime tre Siic francesi di oltre 40 miliardi, le tre italiane 2,5 miliardi», conclude.
Intanto sono partite due sfide importanti: la riqualificazione degli uffici del Corriere della Sera in via Solferino e a breve il via ai lavori nell'ex Palazzo delle Poste di piazza Cordusio che diventerà un complesso moderno di uffici e retail.

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