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Inu a congresso: fari puntati sulla rigenerazione urbana

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architettura

Inu a congresso: fari puntati sulla rigenerazione urbana

  • –di Paola Pierotti

Progetto Paese: dall'inurbamento alle periferie degradate, dall'inadeguatezza delle infrastrutture all'assenza di servizi, un viaggio nei luoghi italiani fatto di dati, progetti e criticità per proporre linee guida per l’agenda politica. L’Istituto Nazionale di Urbanistica ha annunciato oggi 5 aprile a Roma il suo Congresso Nazionale in programma a Cagliari, nella due giorni 28-29 aprile 2016, dove sarsnno presentate anche le anticipazioni del Rapporto dal Territorio 2016, realizzato con il Cresme.

Scenari e resoconti statistici dal territorio italiano, con focus e confronti tra le diverse regioni, sotto le lenti di categorie come la capacità di stimolare l'attrattività e lo sviluppo economico, le tendenze demografiche, il fabbisogno abitativo e la capacità di contrastare il rischio, sismico e idrogeologico. «A Cagliari faremo un punto sulle vicende urbanistiche del nostro Paese e sulla storia delle città. Vogliamo recuperare lo spirito di servizio dell'Inu parlando di urbanistica – ha spiegato Silvia Viviani, presidente dell'Istituto – tra adattamenti climatici e sociali, innovazioni tecnologiche e nuove geografie istituzionali».

Tre gli hashtag #innovazione #geografia #adattamento con focus su riforme e diritti. «Siamo in un momento di nuova rivoluzione, dobbiamo progettare le città in cui vorremo vivere. E se le città sono motori di sviluppo non si può non dare una risposta concreta alle masse che si spostano, alla domanda di servizi urbani e di sicurezza, alle nuove aspettative di partecipazione alle scelte». L'Inu accende un faro sul tema delle città, «essendo produttive e attraenti si confermano una risorsa preziosissima».

Secondo l'Inu oggi le città italiane soffrono di un degrado culturale e fisico. «Negli ultimi 15 anni c'è stato uno scarsissimo investimento politico ed è una priorità ormai trattare le città diversamente da oggetto di misure edilizie - ha precisato il presidente Viviani -. La casa, ad esempio, è un'emergenza e un diritto che deve tornare centrale nell'agenda nazionale. Per affrontare in modo innovativo il tema bisogna prevedere un rinnovamento delle filiere e dei soggetti. La casa richiede una risposta pubblica».

Comprendere il cambiamento e intervenire con proposte concrete per gli edifici vuoti e gli alloggi invenduti, per le aree dismesse, per dare seguito ai tanti progetti rimasti sulla carta è una priorità che l'Inu ha portato anche all'attenzione della deputata e responsabile Ambiente del Partito Democratico Chiara Braga. «Oggi il Paese è interessato dal disegno profondo di una riforma complessiva che incide direttamente su temi come il governo del territorio, il consumo di suolo, l'attenzione all'economia circolare e all'uso di materia ed energia. Usare strumenti innovativi offerti dalla tecnologia per rileggere i mutamenti, aiuterà anche il legislatore nelle sue scelte», ha commentato l'onorevole Braga.

Il riferimento è diretto al nuovo sistema informativo demografico sviluppato con il Cresme con l'intento di avanzare scenari e previsioni per il territorio nazionale. «Abbiamo considerato 168 indicatori – ha spiegato il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini – verificati per gli 8mila comuni italiani. Tra i temi che meritano particolare attenzione c’è quello dell'invecchiamento della popolazione che va considerata una priorità al pari dell’immigrazione e degli squilibri economico-sociali. Questo sistema permetterà di misurare anche gli effetti delle politiche, per capire le conseguenze delle scelte».

L'Inu cerca di riportare l'attenzione del Paese sull'urbanistica, traducendo le riflessioni in termini decisionali e operativi. «La nuova urbanistica – ha concluso Viviani – deve pensare a nuovi standard, a misure fiscali, a integrare tutti i mezzi a disposizione. Come Inu abbiamo proposto qualche tempo fa ad esempio l'ecobonus urbano per far convergere risorse pubbliche e private su progetti di rigenerazione urbana, nella convinzione che la città debba essere parte attiva dei cambiamenti».

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