Casa24

Rigenerazione urbana e sociale, inaugura Ortoalto Le Fonderie Ozanam

  • Abbonati
  • Accedi
a torino

Rigenerazione urbana e sociale, inaugura Ortoalto Le Fonderie Ozanam

  • –di Maria Chiara Voci

Si chiama Ortoalto Le Fonderie Ozanam e promette rigenerazione urbana e ambientale, inclusione sociale e alimentazione genuina. È uno dei primi esempi italiani di orto pensile urbano comunitario e sarà inaugurato domani pomeriggio (28 maggio) a Torino, sul tetto di Casa Ozanam, in via Foligno 14, nel contesto di uno storico complesso anni Trenta, progettato dall'architetto bulgaro Nicolaj Diulgheroff e destinato un tempo a uso produttivo.

L'iniziativa è della start up torinese Orti Alti, lanciata da due giovani professioniste, Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito, a partire dallo studio e dall'osservazione di analoghe esperienze portate avanti all'esterno. L'obiettivo dei due architetti è creare una vera e propria rete di orti pensili sui tetti dei palazzi torinesi (visto che il 20% delle superfici urbane è occupato attualmente da tetti di catrame, non utilizzati e scarsamente accessibili), per poi esportare l'idea in altre parti d'Italia.

Sviluppato su una superficie di 300 metri quadri, di cui 150 coltivabili, l'innovativo giardino pensile permetterà la coltivazione in loco di verdure fresche per tutto l'anno, andando ad arricchire con prodotti a “centimetro 0” il menù del Ristorante Le Fonderie Ozanam, presente all'interno della struttura e gestito da persone disagiate. Lo spazio sarà, però e soprattutto, un luogo di socializzazione e incontro per gli abitanti del palazzo e del circondario e punta a diventare un primo determinante tassello di riqualificazione urbanistica e di rilancio sociale per l'intero quartiere di Borgo Vittoria.

Al di là dell'aspetto propriamente architettonico, Ortoalto rappresenta infatti un'occasione importante di lavoro e formazione per le persone della Cooperativa Sociale Meeting Service, a cui è affidato il compito di curare e coltivare lo spazio. Senza contare i benefici ambientali, che si tradurranno nella riduzione dell'isola di calore e delle emissioni di CO2, nel risparmio dei consumi, previsto intorno al 10 - 30%, nell'efficientamento energetico dell'edificio, nell'assorbimento delle acque piovane e nella diminuzione dell'inquinamento acustico. «L'Ortoalto – spiegano infatti Elena Carmagnani e Emenuela Saporito – deve essere visto come un'opportunità con diverse ricadute. Sotto l'aspetto estetico, migliora la qualità degli edifici, ma ne modifica anche il comfort abitativo e diventa un fulcro per la socialità».

L'immobile scelto per la prima realizzazione pratica dell'ambizioso progetto è di proprietà del Comune e al suo interno operano diverse realtà, come la Cooperativa Sociale Meeting Service, che si è resa partner della realizzazione, insieme ad Agridea e Quattrolinee. L'intervento è stato inoltre sostenuto con il contributo della Compagnia di Sanpaolo e della Fondazione Magnetto, di Baghi, Imam Ambiente e Unipol Sai. Sponsor tecnici sono stati, infine, la Harpo Verde Pensile, Leroy Merlin, Edilspe - Incip, Arte e Giardini.

© Riproduzione riservata