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Il retail vuole tornare ai livelli del 2014

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Il retail vuole tornare ai livelli del 2014

  • –di Paola Dezza

È un momento dinamico per i centri commerciali sia per la vivacità nelle transazioni, con molti portafogli sul mercato, sia per l’arrivo a maggio della manifestazione Mapic Italy, organizzata da Reed Midem insieme a Cncc.

Oggi, invece, il Consiglio nazionale dei centri commerciali è impegnato nell’evento del retailers day, giornata di lavori voluta quest’anno a Il Centro di Arese per analizzare il settore, tendenze e casi di successo.

Quale lo scenario che il settore sta affrontando, in un momento in cui la crisi economica non demorde e i consumi, inutile negarlo, faticano a riprendersi? «Le vendite nei centri commerciali sono aumentate nel 2015 del 3,2% esclusi gli ipermercati - dice Massimo Moretti, presidente di Cncc -. I centri commerciali, più performanti dei dati Istat, hanno però registrato nel primo quarter 2016 solo un +1,8% di crescita, dopo sette quarter di crescita. Il settore in questi mesi sta riprendendo fiato». L’affluenza da aprile 2015 a maggio 2016 è stata stabile (+0,7%). «Le sfide del futuro, ovvero il rapporto articolato con il consumatore finale e l’interazione con l’ecommerce, ci spingeranno ad avere un dialogo sempre più intenso fra proprietà immobiliari e retailers - dice ancora Moretti -. L’altra grande sfida del futuro ruota interno alla capacità della nostra industry di trovare, lanciare e sviluppare nuove formule commerciali/retailers, nei settori in grande sviluppo (leisure, ristorazione e servizi) o come evoluzione di quelli tradizionali».

Il settore attira ancora investitori, per questo Eurocommercial e Klépierre hanno scelto di mettere sul mercato portafogli di centri commerciali proprio adesso. In termini di rendimenti, il net prime yield per gli shopping center prime è compreso tra il 5 e il 5,5%, un dato interessante, soprattutto dopo 12 mesi di compressione dei ritorni. Alcune previsioni sottolineano che il settore possa replicare i volumi del 2014. Guardando ai dati Cbre si stima una fine d’anno a quota 2,5 miliardi di euro di transato contro i 2,6 miliardi di due anni fa.

Il Centro di Arese - che ha scatenato polemiche dall’apertura per la pressione che esercita sui dintorni - ha dimostrato l’importanza di nuovi retailers come faro di attrazione. «Stiamo passando dal “mantra” location a quello retailer - dice Roberto Folgori, presidente commissione sviluppo retail Cncc -. Negli immobili retail il valore degli stessi sarà determinato sempre più dai retailer,dal loro mix , dalla loro creatività e dalla capacità economica. Anche il bacino di utenza si allagherà sempre più grazie al crescere della quota e originalità delle proposte Leisure presenti nel mix».

Ad Arese gli spazi erano sold out ben prima dell’apertura, un esempio per altri centri commerciali in difficoltà che tentano di ritrovare una “personalità” - e ce ne sono molti in Italia che non incontrano più l’interesse della clientela - o centri in pipeline che devono connotarsi di caratteristiche uniche per “sfondare”.

«Raccogliere le sfide e vincerle non è impresa facile - spiega Francesco Ioppi, direttore immobiliare gruppo Finiper -. Nel pensare a Il Centro abbiamo preso distanza dalle solite logiche: l’approccio intrapreso è stato quello di creare non un semplice contenitore di punti vendita, ma il valore dell’offerta è stata la nostra priorità. Poi abbiamo pensato a una struttura dove il visitatore non è un semplice acquirente ma una persona».

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