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indagine sulle famiglie

Nomisma: due milioni di famiglie interessate a comprare casa, ma 1 su 4 fatica a pagare il mutuo

  • –di Emiliano Sgambato

A fronte di miglioramenti, seppur modesti, nella condizione economica delle famigli italiane, sono ancora molte quelle che fanno fatica a onorare la rata del mutuo o che vorrebbero accedere al mercato della casa ma non possono permetterselo o comunuqe hanno timore di poter far fronte a un impegno così gravoso.

L’indagine sulle famiglie di Nomisma «conferma i modesti miglioramenti delle condizioni economiche delle famiglie osservati da Istat, ma nella prima parte del 2016 sembra essere aumentata la consapevolezza delle fragilità del sistema Paese e della transitorietà di alcuni innegabili segnali positivi registrati nell'ultimo anno (dalla caduta dei prezzi delle materie prime a quello degli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni)». Più persone all’interno dei nuclei percepiscono un reddito, tuttavia l’istituto nota un sostanziale “congelamento” delle intenzioni di acquisto della casa – in particolare come bene di investimento – e con un incremento della percentuale di famiglie che non riescono a pagare il mutuo o risparmiare.

Gli acquisti immobiliari
Pur in presenza di un aumento delle compravendite nel 2015 (+6,5% rispetto al 2014) e nel primo trimestre 2016 (+20,6% rispetto al primo trimestre 2015), l'indagine restituisce un parziale “raffreddamento” delle intenzioni d'acquisto di abitazioni dichiarate all'inizio del 2016, dopo l'entusiasmo espresso nel 2015 (le famiglie interessate sono passate dal 12,2% all'8,8%). La flessione più rilevante si riscontra in corrispondenza dei nuclei che esprimono «un’intenzione di acquisto nei prossimi mesi», passati dall'8,8% al 5,5%. Una riduzione di domanda potenziale, da 2,5 a 2 milioni di famiglie, dovuta, secondo Nomisma, alla mancanza di condizioni finanziarie prospettiche adeguate.

Nel 2015 gli acquisti di abitazioni hanno riguardato 1,8% del totale delle famiglie (464 mila). Il dato è in linea con i due anni precedenti, «seppur in virtù di un aumento di seconde case per uso del nucleo familiare plausibilmente per far fronte ai bisogni delle nuove generazioni. Il dato relativo alla domanda potenziale di seconde case per uso familiare è nell'ordine del 48,6% rispetto al 35,4% del 2015».

«Non è un caso – nota Nomisma – che nel 2016 la domanda residenziale sia massicciamente rappresentata da una componente di acquisto di seconda casa per uso familiare. È quindi evidente che questo stia avvenendo grazie al supporto che le famiglie di origine garantiscono ai figli, superando così il gap che rende difficile per la gran parte dei giovani nuclei affrontare l'investimento per l'acquisto di una abitazione».

I mutui
Rimane comunque una forte “dipendenza” dai mutui. Con una domanda che, nonostante i miglioramenti delle condizioni praticate e le maggior aperture delle banche, «resta solo parzialmente soddisfatta».

A conferma delle persistenti difficoltà emerge un dato significativo: in un anno si è passati dal 14,4% al 22,8% di famiglie che dichiarano difficoltà a far fronte al mutuo. Quasi una famiglia su quattro, quindi, che potrebbe portare un potenziale aumento di stock di sofferenze bancarie (npl), dopo che per anni la capacità di tenuta su questo fronte era stata nettamente superiore a quella delle imprese.

Il 73% delle domande di mutuo non accolte riguarda la mancanza di garanzie sufficienti. Le domande respinte riguardano anche i rifiuti che le banche compiono a livello informale ancor prima di aprire un'istruttoria. La domanda non accolta riguarda in particolare i genitori singoli con figli (7,6% della categoria) e nuclei numerosi (6,1% della categoria) con disponibilità economiche esigue.

Le ristrutturazioni
La fatica delle famiglie a sostenere spese di importo considerevole si riflette anche sulle intenzioni di ristrutturazione per il prossimo anno: Nomisma evidenzia come solo una famiglia su quattro intende procedere con investimenti di ristrutturazione e di queste il 40% dichiara che ricorrerà a un prestito bancario per sostenere l'investimento. Per l'istituto bolognese questa situazione dovrebbe indurre il mondo dell'industria e della finanza a offrire prodotti e liquidità per alimentare un mercato non pienamente concretizzato.

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