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Italia, Paese di hotel a tre stelle: il 46% dei 33.290 alberghi…

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Italia, Paese di hotel a tre stelle: il 46% dei 33.290 alberghi non arriva alle categorie superiori

(Marka)
(Marka)

L'Italia è ancora un Paese di hotel a 3 stelle, lontano dagli standard internazionali e dalla domanda turistica estera, che chiede sempre più strutture dalle 4 stelle in su. Ben il 46,1% dei 33.290 alberghi italiani gode infatti della classificazione a tre stelle, mentre i 5 stelle sono solo 428, pari all'1,3% del totale. Non solo. Il 55% degli hotel italiani ha meno di 24 camere.

La fotografia del settore alberghiero nel nostro Paese è stata scattata da Reag advisory group e inserita nel contesto dell'andamento turistico, che _ anche grazie all'insicurezza internazionale _ sta mostrando un trend positivo per l'Italia. E, dunque, il contesto favorevole andrebbe sfruttato meglio, soprattutto per un Paese così attraente, a livello turistico, come il nostro.

Il sistema ricettivo. L'offerta ricettiva italiana è costituita, secondo il report di Reag, da strutture inadeguate dal punto di vista degli standard strutturali e dimensionali, delle dotazioni energetiche e dei servizi offerti rispetto alla media europea. Si segnala che nel corso degli ultimi anni è stato avviato un lento processo di adeguamento.
“Le aspettative della domanda e l'offerta si mantengono distanti, la scarsità
di prodotto di qualità e a reddito, oltre all'elevato impatto delle imposte
sulla proprietà, scoraggiano gli investimenti nel comparto italiano
dell'hotellerie da parte degli operatori istituzionali”, si legge nel report. In Francia o Germania la redditività netta garantita dagli asset ricettivi si attesta ntorno al 6-6,5%; in Italia la situazione è molto differenziata e i rendimenti lordi per ciascuna tipologia sono i seguenti: trophy asset dal 5,0% al 5,5%; prime location nei centri città di Roma, Milano, Venezia e Firenze dal 5,5% al 6,5%; semicentro e periferia delle prime location e città secondarie dal 6,5% al 7,5%; immobili turistici in località di mare, montagna e laghi dal 6,5% all'8,5 per cento.
Gli hotel in numeri. Il turismo in entrata in Italia è sempre più orientato, come accennato, a strutture ricettive di elevato standing in grado di fornire servizi adeguati e rispondenti alle richieste del viaggiatore internazionale. Nel 2014, ultimo dato disponibile su base annua per Reag, si è registrato un incremento di posti letto offerti in strutture di categoria 5 e 4 stelle, rispettivamente del 7,5% e 1,8%; negli hotel 3 stelle la situazione è sostanzialmente stabile, mentre si rileva una flessione dei posti letto di categoria economica (-2,8%). Gli esercizi alberghieri che hanno fatto parte della fotografia sono 33.290, dato sostanzialmente stabile su base annua (-0,1%) con 1.090.300 camere e 2.241.239 posti letto (+0,3%).
Il 16,5% delle strutture alberghiere si concentra nel Trentino Alto Adige
(5.487) e il 13,4% in Emilia Romagna (4.453); il maggior numero di posti
letto spetta invece all'Emilia Romagna (poco superiori ai 300mila). Alla
Toscana e alla Campania spetta il primato delle strutture a 5 stelle con, rispettivamente, 58 e 55 alberghi (gli hotel a 4 stelle primeggiano in Lombardia con 573 strutture). Il 46% degli esercizi alberghieri e il 43% dei posti letto appartengono alla categoria dei 3 stelle. Il 40,6% degli alberghi è di medie dimensioni e cioè dispone di un numero di camere compreso tra 25 e 99; il 55% ha meno di 24 camere.
L'alberghiero europeo. Nel 2015 nelle città europee selezionate è stato raggiunto un tasso di occupazione (“Toc”) medio pari al 75,2%. La città che ha registrato la performance migliore è Londra (82,2%) che ha segnato un +6,5% su base annua, mentre Vienna si posiziona in coda con un Toc pari al 73%. Parigi registra una variazione negativa del 4,8%, a causa degli attacchi terroristici che hanno ridotto in
modo sensibile gli spostamenti. Per quanto riguarda l'Adr (redditività media per camera) Parigi mantiene il primato con circa 255 euro/camera; le variazioni positive
maggiori sono state registrate da Londra, Amsterdam e Madrid con incrementi superiori al 10 per cento.
Il miglioramento italiano. Osservando il panorama internazionale emerge una riduzione del gap occupazionale delle principali città italiane con le altre località europee ed extraeuropee. Reag sottolinea che, di fatto, a livello di benchmark internazionale, su alcune tra le principali metropoli europee, pesa il tema sicurezza che incide negativamente sull'andamento del tasso di occupazione delle camere. Ad
esempio Bruxelles, il cui tasso si ferma al 55,8% registrando anche a maggio una robusta contrazione della variazione, pari al 28,7%. Ma anche Hannover che, con una riduzione del 10,3%, vede il tasso di occupazione attestarsi al 57,6%, e Parigi che segna una riduzione del 9,4% e un tasso di occupazione fermo al 73%.
I brand internazionali nel nostro Paese. Nel 2015 il gruppo alberghiero Marriott International ha registrato un incremento del 6,8% del numero di strutture, su base annua, seguito dal brand Hilton hotels con il 5%; chiude al terzo posto, evidenzia Reag, Starwood Hotel&Resorts con il 4%. Rispetto al 2010 i medesimi brand hanno
registrato incrementi rispettivamente del 24%, 21% e 23%. L'unica performance negativa è quella del gruppo Best Western che vede un calo di strutture pari al 3,6% su base annua.
La fusione da prima pagina. Nel mese di aprile 2016 è stata ufficializzata la fusione tra le catene Marriott International e Starwood Hotels&Resorts, che ha dato vita al più grande gruppo alberghiero al mondo. Inizialmente una cordata capitanata dal colosso assicurativo cinese Anbang Insurance Group aveva tentato di acquistare Starwood con una serie di controfferte, ma poi a sorpresa laproposta di acquisto finale di 14 miliardi di dollari è stata ritirata. Marriott gestisce oltre 4.400 alberghi in 87 Paesi e ha registrato ricavi per 14 miliardi di dollari nell'esercizio fiscale 2015. Ai suoi 19 marchi, tra i quali il Ritz-Carlton e Bulgari, unirà quelli di Starwood.
Gli investimenti. L'Italia storicamente rappresenta mediamente circa il 6% dell'ammontare totale delle transazioni realizzate in Emea (Europa, Medio Oriente e
Africa) nel settore alberghiero. A fine 2014 i volumi investiti si sono attestati a circa 510 milioni di euro, di poco inferiore al 3%, ben al di sotto della media storica delle transazioni Emea, pari a 21,5 miliardi di dollari. In Italia, nel 2015, il fatturato degli investimenti immobiliari alberghieri si attesta a 800 milioni di euro, corrispondenti al 4% del totale Emea che ammonta a 22,6 miliardi. Su base annua si registra un incremento che supera i due punti percentuali. Il 2016 sarà un altro anno positivo e ci si attende, secondo Reag, di tornare sui livelli pre-crisi. Il dinamismo del settore è confermato da nuove aperture, ristrutturazioni e cambi di gestione, sia nella fascia di lusso che sulle categorie intermedie, tutte orientate verso un'elevata qualità.
Il 2015 in Italia. Nel 2015 il territorio italiano è stato interessato da 18 interventi per
un totale di 2.300 camere. In particolare si segnala l'apertura di 3 strutture a 5 stelle (1 a Venezia e 2 a Milano per circa 570 camere), 3 hotel a 4 stelle (a Milano, Torino e Trento per circa 355 camere) e 2 hotel a 3 stelle (a Firenze e Milano per circa 140 camere). In base ai dati diffusi da Str, per quanto riguarda la pipeline dello sviluppo
alberghiero in Europa, la fetta italiana è molto piccola. Sono solo 17 gli hotel e 2.983 le camere previste entro il 2019, suddivisi tra Roma (6), Sicilia (3), Milano (2), Centro Italia - tra Toscana, Umbria, Marche e Lazio (2) _, 1 nel Sud Italia (esclusa la Sicilia), 1 in Veneto, 1 a Firenze e 1 in Lombardia (esclusa Milano).
Gli indicatori tecnici. I dati di Str Global relativi al tasso di occupazione camere nel 2015 confermano gli ottimi risultati raggiunti dalla città di Milano. Il Toc del capoluogo milanese si è attesta al 69,4%, segnando +9,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, inferiore a Firenze di circa 5 punti percentuali (74,4%), che ha però registrato un incremento ridotto pari all'1%. Napoli è la seconda città, dopo Milano ad aver conseguito un aumento importante (+9%); seguono Torino (+7%) e Bologna (+4,4%).
I flussi turistici. Il settore turistico rappresenta l'11,8% del prodotto interno lordo italiano. A contribuire all'andamento positivo è l'aumento del turismo interno (+1,8% nel 2015) ma, soprattutto, quello proveniente dall'estero. Negli ultimi 10 anni l'incoming in Italia è cresciuto del 32,2%, in linea con il trend del mercato turistico globale che nel 2015 ha fatto registrare 1,1 miliardi di arrivi, destinati a raggiungere quota 1,8 miliardi nel 2030. L'Italia si posiziona al 5° posto a livello mondiale, rappresentando il 4,3% del movimento internazionale, e al terzo posto a livello europeo dopo Francia e Spagna, entrambe con poco più di 400 milioni di presenze. Nel 2015 gli arrivi nelle strutture ricettive, alberghiere ed extra alberghiere, sono stati
109 milioni e le presenze 384 milioni, rispettivamente +2,7% e +1,9% nei confronti del 2014. Negli ultimi 10 anni sono in aumento i flussi provenienti dalla Russia (dall'1,2 al 3,7%), dalla Polonia (dall'1,3% al 2,3%) e dalla Cina (dallo
0,9% all'1,9%). Si prevede per l'Italia un ulteriore rafforzamento con un +3,3% per il 2016, e un +3,6% nel 2017.
La spesa turistica in Italia. I dati di Banca d'Italia indicano che nel 2015 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a 35.556 milioni di euro, è cresciuta del 3,8% su base annua (si tratta di 1.300 milioni di euro in più). L'incremento della spesa è maggiore se si considerano solo i viaggi “leisure” (+5,8%) o solo il soggiorno presso alberghi e villaggi (+5,5%). Nel periodo gennaio-marzo 2016 è stata rilevata una variazione tendenziale pari a +3,3%, raggiungendo i 5.840 milioni e confermando il trend positivo del 2015. La spesa pro-capite più elevata è quella dei turisti giapponesi con 194 euro al giorno, seguono i cinesi con 184 euro e gli americani con 169 euro.
Arrivi e presenze in Italia. Nel 2015 nelle strutture ricettive alberghiere e complementari si è registrato un incremento degli arrivi pari al 2,7% ed un aumento più contenuto delle presenze dell'1,9% in ragione d'anno. Rispetto al 2014 gli arrivi della componente residente sono aumentati del 2,1%, e quelli della componente non residente del 3,2%. Negli esercizi alberghieri aumentano sia gli arrivi (+2,4%), che le presenze (+1,8%). Gli arrivi e le presenze italiane rappresentano rispettivamente il
51,4% e il 50,2% del totale. Gli arrivi negli esercizi extra-alberghieri corrispondono al 21% del totale (+3,5% sul 2014) mentre le presenze al 33% (+2% sul 2014). I dati relativi al 2015 confermano la tendenza strutturale, manifestatasi negli ultimi dieci anni, alla riduzione della permanenza media nelle strutture ricettive, che passa da 4,1 notti del 2003 a 3,5 del 2015.

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