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4/7 Deka: «Cerchiamo occasioni in Italia»

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    sei guru mondiali

    I sei guru del real estate mondiale: ecco come vediamo il mercato italiano

    Gli investitori cercano più stabilità e trasparenza. Per questo puntano sulle grandi città, meglio se di Nazioni politicamente sicure e in crescita

    4/7 Deka: «Cerchiamo occasioni in Italia»

    In un clima di cautela generalizzata sul mercato italiano da parte degli investitori internazionali, Deka Immobilien conferma il proprio interesse per il nostro Paese. Con i dovuti distinguo.
    «Siamo stati investitori in Italia per molti anni e abbiamo ancora un portafoglio immobiliare, soprattutto a Milano e a Roma. Non è un portafoglio di grandi dimensioni se paragonato con quello che abbiamo in altri Paesi». Così che fotografa la presenza in Italia Stefan Scholl, head of sales & acquisitions Europe di Deka Immobilien.

    «L'Italia è un mercato difficile, perché ci sono molti compromessi ai quali bisogna tenere conto quando si decide di investire in Italia. Ci sono rendimenti interessanti, ma la qualità degli edifici non è così alta, anche a Milano se paragonata ad altre importanti città europee. Il nostro focus restano comunque le location di Milano e Roma. La nostra opinione è abbastanza positiva». Per Scholl il mercato rimane interessante nonostante il tema politico che porta con sé qualche dubbio.
    «Abbiamo acquistato la scorsa primavera a Milano gli edifici MAC 5,6,7 del Maciachini park, un asset decisamente buono, ci piacciono l’edificio e la location» spiega. L’acquisto è stato completato per 115 milioni, acquisendo l'asset da Doughty Hanson. Si tratta di un complesso affittato a dieci tenant di diversi settori, il principale è Hearst Magazines Italia del Gruppo Hearst media group.
    Deka ha 445 proprietà in 26 Paesi per un totale di otto milioni di mq di spazi per uffici, retail, hotel e logistica. Circa 28 miliardi di euro di asset under management. Nel 2015 la società ha transato immobili per 4,3 miliardi.
    La view resta comunque positiva sull’Europa continentale, nonostante non si riescano a quantificare e definire gli effetti della Brexit.

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