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Il real estate diventa digitale

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innovazione

Il real estate diventa digitale

La bolla del mercato immobiliare si è esaurita e il mercato è ripartito, come ormai risulta a più fonti, ma la categoria dei mediatori si sveglia dal brutto sogno con un problema. Fronteggiare il dilagante fenomeno della disintermediazione che, grazie a Internet, nel frattempo ha preso piede: oggi la metà circa delle compravendite registrate sul mercato italiano – il 45% secondo una stima di Immobiliare.it - avvengono senza intermediazione, con la classica modalità del “fai da te”.

Negli anni di crisi, gli italiani – budget permettendo - non hanno smesso di voler essere proprietari della propria prima abitazione: la posseggono nel 74,3% dei casi, mentre i tedeschi e i francesi, ad esempio, solo rispettivamente nel 54,3% e 61,3%. Per coronare il sogno hanno avuto a disposizione strumenti sempre più sofisticati come è stato chiaro dalle relazioni che si sono avvicendate durante un workshop organizzato a Milano da Boston Consulting Group, dedicato alla digitalizzazione del mercato del real estate.
Mentre quello immobiliare è rimasto un settore scarsamente predisposto all’innovazione del prodotto (la casa), e dei servizi ad esso correlati, i portali specializzati hanno smesso di essere semplici vetrine con descrizioni sgrammaticate e fotografie mal prese specializzandosi e dotandosi di strumenti innovativi, come la visita in 3D nelle case in affitto o in vendita, e servizi, ad esempio la stima dell’immobile. «Oggi il panorama è estremamente articolato – ha detto Ugo Cotroneo, partner e managing director di Bcg – e sono numerose le possibilità evolutive». I fenomeni più evidenti, ha continuato Cotroneo, sono rappresentati dallo spostamento delle attività degli operatori verso il genere data&analitics con ricchezza di dati e approfondimenti, ad esempio una sorta di guida sul quartiere nel quale si trova la casa in vendita, e verso l’offerta di tutta la catena del valore: dalla ricerca alla scelta del mutuo e poi degli artigiani per la ristrutturazione. Così il portale Immobiliare.it che dispone di un network di siti specializzati nei diversi segmenti del settore totalizzando 138 milioni di pagine viste al mese. O il portale Subito.it dalle cui pagine si compravendono e affittano diversi tipi di beni – e tra questi gli immobili, dalle case vacanza agli uffici - e che conta su 1,7 milioni di utenti unici al mese. Tra l’altro, metà (52%) dei navigatori di Subito.it interessati alla categoria immobile è costituita da agenzie. E nel primo semestre del 2016 ha ottenuto il 10,2% in più di nuovi annunci rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Oltre la metà del budget marketing delle agenzie immobiliari è investito su piattaforme di annunci – ha fatto sapere Melany Libraro, general manager di Subito –. Le tendenze che il nostro osservatorio individua riguardano l’aumento di interesse per gli affitti turistici. Il web è la primaria fonte a supporto di questo tipo di ricerca (38,8%)».
Del resto il mercato, nonostante la crisi, ha già dimostrato di avere un potenziale e di poterlo concretizzare grazie al digitale. «Abbiamo stimolato un cambiamento culturale importante per questo Paese – ha confermato Monica Regazzi, ceo del nuovissimo Homepal, specializzato in compravendita e affitto tra privati grazie a un sistema di gestione completo che arriva a fornire le visure online o la contrattualistica -: far sì che una transazione possa essere condotta e portata a termine online in modo corretto e con un importante risvolto economico, il nostro “intevento” costa 290 euro, per una transazione, contro i 14mila euro medi del fee d’agenzia».
Il futuro della mediazione? Roseo se “apertura” e “flessibilità” saranno le parole d’ordine della categoria.

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