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Istat: l’80% degli italiani vive in una casa di proprietà, ma spesso piccola e da ristrutturare

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L’Istat conferma la predilezione degli italiani per la casa di proprietà e fornisce alcuni dati interessanti su quanto pesino sul bilancio familiare affitti, mutui e bollette. Ma nel contempo sottolinea come il 10% della popolazione versi in una difficile condizione abitativa.

Secondo i dati riportati nell’Annuario statistico, «poco più di 3,2 milioni di famiglie (il 17,7% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà) pagano un mutuo. La rata media mensile è di 586,41 euro, con una variabilità sul territorio che va dai 619 euro del centro ai 497 delle Isole; nelle città metropolitane si raggiungono i 636 euro mensili».

Sul fronte locazioni, nel 2015, il 18% delle famiglie paga un affitto per l’abitazione in cui vive: «La percentuale è più bassa nelle Isole (10,8%), dove è circa la metà rispetto a quelle del Nord-ovest e del Sud (entrambe intorno al 20%)». La spesa media effettiva per l’affitto «è pari a 430,56 euro a livello nazionale e sale a 506,55 euro mensili nel Nord-ovest, la ripartizione dove si paga di più». L’affitto è inoltre più diffuso nelle città metropolitane (25,5%, rispetto al 20,1 dei comuni periferia delle aree metropolitane e di quelli con almeno 50 mila abitanti e al 14,6% degli altri comuni fino a 50 mila abitanti), dove mediamente si paga un affitto pari a 476,67 euro mensili, circa 80 euro in più rispetto alla media osservata nei comuni fino a 50 mila abitanti.

Fra le altre spese per utenze e servizi dell'abitazione, ad incidere maggiormente sulla spesa totale è la bolletta per «il gas e altri combustibili», per la quale «le famiglie spendono in media 66,99 euro al mese, con valori superiori agli 81 euro nel Nord, assorbiti in larga parte dalla voce relativa al riscaldamento». La seconda voce per peso sulle spese per utenze e servizi dell'abitazione «è quella per l’energia elettrica (con una media di 47,87 euro) che registra il suo valore massimo nelle Isole». La bolletta relativa alla raccolta dei rifiuti è pari, in media nazionale, a poco meno di 20 euro mensili.

Secondo quanto pubblicato nel “Rapporto Bes 2016: il benessere equo e sostenibile in Italia”, sempre dell’Istat, nel 2015 «circa il 9,6% della popolazione lamenta condizioni abitative difficili». Percentuale molto più alta rispetto alla media Ue: fanno peggio solo i paesi dell’Est (Polonia, Bulgaria, Lettonia, Ungheria e Romania). Meglio di noi anche la Grecia, il Portogallo e la Spagna. Aumenta il fenomeno del sovraffollamento (dal 27,2% del 2014 al 27,8% del 2015): stando alle definizioni Eurostat, per sovraffollamento si intende quella situazione in cui non ci sono abbastanza stanze per tutti (per rispettare gli standard minimi ci deve essere, ad esempio, una stanza per la coppia, una ogni due bambini e una per ogni adulto).

Diminuisce invece la quota di chi lamenta problemi strutturali, come infiltrazioni, umidità da soffitto o infissi, anche se resta alta (dal 25% al 24,1%). Rimane stabile, al 7%, la quota di chi dichiara di avere problemi di luminosità. È invece pressoché nulla la percentuale di coloro che si ritrovano a non avere un bagno, una doccia o acqua corrente. L’indice di bassa qualità dell’abitazione deriva dalla combinazione di tutti questi elementi, trattandosi della percentuale di persone che vivono in ambienti sovraffollati e che presentano almeno uno tra i problemi strutturali (riferiti a soffitti o infissi), di luminosità o relativi alla mancanza di bagno/doccia con acqua corrente. Il risultato è che quasi uno su dieci riscontra la combinazione. Fin qui la media nazionale, ma le differenze sul territorio non mancano: l’indice di bassa qualità dell'abitazione è più alto nel Mezzogiorno (11,8%) e più basso al Nord (8,4%) e al Centro (8,9%). Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta vantano le case migliori, Calabria e Abruzzo le peggiori.

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