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il caso usa

Le «green bank» finanziano l’efficienza energetica nell’immobiliare

Washington  D.C. (Reuters)
Washington D.C. (Reuters)

Negli Stati Uniti si fanno strada le “green bank” pubbliche per sostenere progetti immobiliari ispirati all’efficienza energetica, sia che si tratti di nuove costruzioni, sia di ristrutturazioni. Pochi giorni fa, anche la municipalità di Washington D.C. ha presentato il suo progetto, che diverrà attivo nel 2018. Ma enti di questo tipo sono già operanti in alcuni Stati e contee americane (New York, California, Connecticut, Rhode Island, Montgomery) oltre che in Gran Bretagna, Giappone e Australia.

Le “green bank” poche volte si occupano direttamente di finanziare i progetti, per non andare in concorrenza con il settore del credito privato. Piuttosto, operano per rintracciare partner interessati da affiancare agli investitori e, soprattutto, mettono a disposizione garanzie creditizie quando quelle di chi chiede un finanziamento non siano sufficienti a ottenere il credito bancario. Per questo motivo, sono uno strumento utile ai grandi investitori ma anche al segmento retail.
«Molte banche si rifiutano di offrire finanziamenti a lungo termine o a tassi di interesse favorevoli, se gli interventi hanno una valore inferiore ai 10mila dollari o se il richiedente non ha un merito creditizio più che perfetto», spiegano da Coalition for green capital, ente no profit che ha affiancato tutte le amministrazioni locali statunitensi nella creazione di questi enti.

A Washington, dove il 74% dei gas serra è imputabile agli edifici, la cifra messa a disposizione per il primo anno è di 7 milioni di dollari. Non molti, per essere la capitale. Ma secondo le stime dell’amministrazione, un dollaro pubblico impiegato sul fronte dell’efficienza energetica crea una leva di 5 dollari di investimenti privati. Nel complesso, finora le green bank americane hanno investito 1,5 miliardi di dollari. Per dare un’idea delle potenzialità dello strumento, nello Stato di New York, dove la green bank è attiva dal 2014, sono attesi 220 milioni di dollari di progetti nei prossimi anni, che equivarrebbero all’installazione di pannelli solari in otto grandi impianti industriali e 6.200 tetti residenziali. Quando le green bank funzionano, poi, diventano anche possibili prede del mercato. Il Regno Unito, lo scorso anno, ha intrapreso la strada della privatizzazione della sua Green Investment Bank. Dopo una fase di selezione, l'offerente prescelto dovrebbe essere il colosso australiano Macquarie, che potrebbe sborsare fino a 2 miliardi di sterline.

E in Italia? «Iniziative del genere sarebbero quanto mai opportune – dice a Casa24 Plus Roberto Olivieri, presidente dell’associazione di categoria Assoesco –. Infatti, su operazioni di una certa consistenza, almeno da 2-3 milioni di euro di valore, riusciamo a trovare partner e banche disponibili a investire. Ma nei lavori minori, come quelli che riguardano singoli condomini e che rappresentano la maggior parte del totale, ci scontriamo proprio con le eccessive richieste di garanzie da parte degli istituti di credito».

Qualcosa di simile viene svolto, oggi, dalla Cassa depositi e prestiti. L’istituto controllato dal Tesoro, a partire dallo scorso anno, ha impegnato quasi 300 milioni di euro per finanziare alcune iniziative, tutte però opera di soggetti pubblici o istituzionali. Tra questi, la sottoscrizione di un bond della multi-utility del Trentino Alto-Adige Alperia (per 125 milioni) destinata all’acquisizione di un portafoglio di impianti idroelettrici, o 21 milioni per l'ammodernamento dell’illuminazione pubblica dei Comuni gestiti da Hera Luce. «Sarebbe positivo estendere la presenza di Cdp anche ai progetti che interessano i privati e il residenziale. Alla fine – conclude Olivieri di Assoesco – si tratterebbe di creare un fondo di garanzia, che avrebbe senz’altro successo. La conoscenza e l'interesse del mercato per l’efficienza energetica non fa che crescere».

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