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Fondi arabi in attesa di occasioni negli hotel

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Fondi arabi in attesa di occasioni negli hotel

  • – di Paola Dezza
Credit Suisse (Fotogramma)
Credit Suisse (Fotogramma)

Sono passati anni da quando l’emiro del Qatar sbarcò con tutta la sua corte a Cernobbio con l’idea di acquistare Villa d’Este, blindato invece dalla proprietà in modo che l’albergo - tra i più famosi del mondo - non possa essere ceduto.

Ed è proprio dagli hotel che fondi sovrani mediorientali e investitori privati provenienti da quell’area del mondo hanno iniziato a fare incetta di immobili di lusso, in genere asset trofeo, nel nostro Paese. Ancora oggi è nel segmento alberghiero, con le grandi potenzialità che offre in un Paese come il nostro dove quasi il 90% delle strutture è in mano a famiglie private, che continua lo shopping. A fatica. Manca infatti il prodotto. L’interesse rimane focalizzato su Roma e Milano, ma le occasioni di acquisto nel segmento del lusso scarseggiano. Si è passati pertanto a valutare qualche sviluppo e riconversioni di oggetti prestigiosi.

In questo inizio d’anno non ci dovrebbero essere, però, capitali arabi e mediorientali tra i volumi di investimento, che si dovrebbero aggirare intorno a 1,8-2 miliardi di euro per il primo quarter, in netta crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il mercato si sta concentrando sul segmento value added, che è tra i meno privilegiati da questa categoria di soggetti.

Tornando agli hotel, l’ultima transazione risale a giugno 2016 con la vendita da parte di Starwood Hotels & Resorts di due hotel a Firenze, St. Regis e The Westin Excelsior, a Nozul Hotels & Resorts, già proprietaria del Gritti Palace a Venezia e del W Doha, comperati sempre da Starwood. L’acquirente è una società interamente controllata dalla qatarina Jaidah Holdings, azienda privata e la transazione si è concretizzata per 190 milioni di euro.

Molto attivo è stato anche il fondo sovrano del Qatar (Qia, Qatar investment authority), che opera anche attraverso la holding Katara Hospitality dedicata proprio al segmento.

In totale dal Middle East sono arrivati oltre 1,5 miliardi di euro di investimenti solo nel settore hotel.

Il fondo sovrano del Qatar, proprietario degli hotel di lusso della Costa Smeralda e del Four Seasons di Firenze, si è affezionato all’Italia e ha spostato il mirino sul settore degli uffici. La piazza di elezione è Milano dove ha acquistato in due riprese l’intero complesso di Porta Nuova, sviluppato da Hines, e gli uffici del Credit suisse in via Santa Margherita per circa 115 milioni di euro.

Coima Sgr che fa scouting di investimenti per diversi fondi sovrani mediorientali ha acquistato per Adia - così dicono le voci - l’ex palazzo Inps di via Melchiorre Gioia, in corso di riqualificazione, e sta partecipando sempre per un soggetto arabo alla gara in corso per gli immobili di Edison. Adia aveva partecipato anche alla gara per mettere le mani su Palazzo Broggi, la ex sede di Unicredit in piazza Cordusio, finita poi nel portafoglio dei cinesi di Fosun e da poco di nuovo gestita da Idea Fimit.

Ma l’investimento più imponente è quello dei fratelli sauditi Fawaz, proprietari del gruppo Alhokair (leader nei centri commerciali), che hanno scelto di investire nel progetto Milanosesto due miliardi di euro in maniera graduale. Al momento hanno il 14% della joint venture con Bizzi & Partners e saliranno a breve al 25% per arrivare al 50% nel giro di un anno e mezzo. Sempre i fratelli Al Fawaz hanno investito anche in Cascina Merlata.

Quale il prossimo investimento?

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